23 marzo 2010

A Sinistra prevale il non voto

Agazio Loiero. Caricatura a cura del blogger

Loiero sì, Loiero no. Alcuni partiti lo osannano. Altri lo accettano digrignando i denti. “E’ il male minore”, dicono, rispetto al candidato del Pdl, Giuseppe Scopelliti. Altri ancora lo rifiutano apertamente. Sia se i vertici della loro compagine si sono schierati con lui sia che hanno deciso di astenersi dal votare nelle prossime elezioni regionali in Calabria. Della serie: le mezze verità fanno più male delle bugie.
“Noi non ci stiamo e protestiamo contro un’eventuale riconferma di Agazio Loiero e della politica-clientelare per due semplici motivi”, comunica il circolo di Rifondazione comunista di Cropani: “Ciccio Chiaravalloti”, mentre il suo partito è uno dei tanti che sostiene il governatore uscente.
Con quale speranza oggi ci si accinge alle votazioni regionali in Calabria quando, a livello nazionale, tecnicamente si può già parlare di dittatura?” si chiede Piero Maida, del coordinamento nazionale di “Sinistra critica”, che si è già espressa per il non voto.
I due motivi del circolo sono davvero semplici. Primo: “Loiero ha fallito: la Calabria oggi è una delle realtà più povere ed arretrate d’Europa, basta guardare i dati sull’occupazione e sull’emigrazione giovanile; rendendo ormai la rappresentanza politica una “cosa” dominata dal clientelismo e dal ricatto occupazionale”. Secondo: Loiero non è stato in grado di unire nuovamente un “centro-sinistra” ormai orfano anche di Idv che ha deciso di appoggiare Callipo insieme ad associazioni e movimenti”. L’analisi, invece, del non-voto di Maida è più complessa: “In Calabria abbiamo assessori regionali che sostengono ed appoggiano la Sorical, tessendo lodi ed esprimendo ammirazione per una gestione del servizio idrico da parte di amministratori di una società mista (pubblico – privato) che come unico scopo ha il profitto, senza tenere nella minima considerazione il fatto che trattasi di un bene indispensabile, anzi, rendendo lo stesso una vera e propria merce”. So.Ri.Cal e tanto altro. Come la Sanità. “La Sanità in Calabria è gestita solo ed esclusivamente come un grande calderone elettorale. Giovani che diventano infermieri e, combinazione, sono immediatamente assunti presso strutture pubbliche”. Come i fatti di Rosarno. “Quanto successo a Rosarno qualche mese addietro è solo il primo campanello di allarme di una grandissima crisi sociale, di cui la classe dirigente non ne nasconde l'esistenza, ma al tempo stesso non fa nulla per cercare di contrastarla o, quanto meno, attenuarne gli effetti”. Come la reale rappresentatività dei partiti. “I politici moderni preferiscono gestire gli sponsor invece che gli iscritti al partito. E più gli sponsor sono ricchi, meno sono i controlli sull’origine dei fondi elargiti. Da quando il numero degli iscritti ha cominciato a calare i partiti sono diventati dipendenti dalle donazioni dei privati per finanziare le loro campagne elettorali”. La messa in vendita del partito al miglior offerente annienta la democrazia rappresentativa e di massa perché il partito-azienda è ormai una struttura politica ed economica “personale”, che tutela esclusivamente gli interessi dei politici e dei loro sponsor. Il Popolo della libertà di Silvio Berlusconi ne è l’esempio migliore. Il premier lo finanzia quasi per intero e il partito promuove i suoi interessi e quelli dei suoi collaboratori, per esempio attraverso le leggi ad personam”. Per tutto questo il delegato di Sinistra critica invita a non andare a votare.
Il circolo, infine, spiega: “Noi non abbiamo candidati da votare, non abbiamo vincoli clientelari, non abbiamo “amici” né “amici degli amici” da sostenere, noi vogliamo solo fare i conti con la nostra coscienza ora, e con chi dirige questo partito dopo. Non faremo o appoggeremo comizi di nessun candidato, non faremo campagna elettorale”. Non solo ma “ci recheremo alle urne perché è un nostro diritto-dovere, annulleremo le schede con un voto di protesta, invitiamo chiunque voglia unirsi alla protesta di farlo”.
Loiero, un politico di sinistra? Ni.

19 commenti:

Piero Maida ha detto...

(prima parte)
Con quale speranza oggi ci si accinge alle votazioni regionali in Calabria quando, a livello nazionale, tecnicamente si può già parlare di dittatura? Il direttore del settimanale “Internazionale” Giovanni De Mauro sostiene, in un editoriale del penultimo numero, che non ce ne siamo ancora accorti forse perché siamo abituati ai colonnelli greci o alla giunta militare cilena. Ma quello che conta è la sostanza, non la forma. È inutile mandare i carri armati per prendere il controllo delle principali reti televisive, basta cambiare i direttori. Non serve far bombardare la sede del parlamento, è sufficiente impedire agli elettori di scegliere i parlamentari. E l’opposizione? E i sindacati? Davvero pensiamo che questa opposizione e questi sindacati possano impensierire qualcuno? Gli unici davvero pericolosi sono i mafiosi e i criminali, ma con quelli ci si siede intorno a un tavolo e si trova un accordo. Poi si può lasciare in circolazione qualche giornale, autorizzare ogni tanto una manifestazione. Così nessuno si spaventa. E anche la forma è salva.

In Calabria abbiamo assessori regionali che sostengono ed appoggiano la Sorical, tessendo lodi ed esprimendo ammirazione per una gestione del servizio idrico da parte di amministratori di una società mista (pubblico – privato) che come unico scopo ha il profitto, senza tenere nella minima considerazione il fatto che trattasi di un bene indispensabile, anzi, rendendo lo stesso una vera e propria merce.

La nostra regione frana e perde pezzi un po' dappertutto. I nostri mari sono pieni di scorie che gli amici degli amici hanno potuto sapientemente smaltire a buon mercato.

La sanità in Calabria è gestita solo ed esclusivamente come un grande calderone elettorale. Giovani che diventano infermieri e, combinazione, sono immediatamente assunti presso strutture pubbliche.

Uno potrebbe pensare che con tutti gli infermieri in circolazione è garantita l'assistenza ai malati, ai ricoverati, agli anziani a domicilio. Invece niente di tutto ciò. Da noi si può morire per una banale operazione alle tonsille. In compenso si legge sulla stampa locale la notizia straordinaria dell'intervento dell'elisoccorso, quando invece il tutto dovrebbe essere la norma senza alcuna meraviglia di sorta.
Quale futuro viene prospettato per i giovani di questa terra dall'attuale classe dirigente che in blocco, senza esclusione alcuna, si candida a governare o rigovernare la regione?

Quanto successo a Rosarno qualche mese addietro è solo il primo campanello di allarme di una grandissima crisi sociale, di cui la classe dirigente non ne nasconde l'esistenza, ma al tempo stesso non fa nulla per cercare di contrastarla o, quanto meno, attenuarne gli effetti.

Una parte della collettività si trova di fronte ad una forma di assoluto abbandono, che deve continuare a sopravvivere in condizioni quasi disumane al fine di poter continuare a richiedere l'aiuto del politico di turno per un posto da precario in un call-center o qualcosa di simile.
Si deve dare una risposta forte al ministro dell’economia Giulio Tremonti che qualche giorno fa ha fatto notare ai corrispondenti stranieri che, se si escludesse il sud, l’Italia avrebbe un reddito medio pari a quello della Baviera.

Piero Maida ha detto...

(seconda parte)
Secondo la procura di Firenze, dietro la protezione civile si nascondeva un gigantesco sistema di corruzione. Tangentopoli e quelle valigette piene di soldi che arrivavano nelle sedi dei partiti della prima repubblica sembrano roba da ragazzi. Il denaro passa attraverso aziende di tutto il mondo prima di raggiungere la sua destinazione e assume la forma di appalti pubblici assegnati ad amici con la scusa dell’emergenza permanente.
In Calabria succede la stessa identica cosa ma nessuno dice nulla. Tutto tace.
Molti italiani hanno raggiunto il limite della sopportazione.
Qualche giorno addietro, i due parlamentari del Popolo della libertà Niccolò Ghedini e Giulia Bongiorno erano stati costretti a rifugiarsi in una libreria romana e a uscire dalla porta sul retro per sottrarsi alle contestazioni di un gruppo di ragazzi.
I politici sono in allarme. Massimo D’Alema ha dichiarato che subito dopo le elezioni regionali bisognerà procedere con le riforme perché il paese non crede più nella politica. Invece di chiedere maggiore responsabilità, torna la massima del Gattopardo: se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi. Molta gente concorda sulla conclusioni: la seconda repubblica non regge. Nessuno si scandalizza più e la politica è diventata solo uno spettacolo televisivo. Invito alla visione dell'ultimo documentario di Erik Gandini “Videocracy” per farsi un'idea di quanto stiamo dicendo.
La nota economista Loretta Napoleoni sostiene che ormai in occidente la politica è un prodotto come tanti altri: viene venduto attraverso gli spot pubblicitari, con l’aiuto di uomini e donne (poche) che recitano un copione scritto da una raffinata macchina della propaganda. Gli acquirenti naturalmente siamo noi, i cittadini consumatori. Lo scopo? I soldi più che il potere. Alla domanda di come siamo arrivati a questo punto, bisogna cercare la risposta nei meccanismi di finanziamento dei partiti. Trent’anni fa si basavano quasi esclusivamente sul contributo degli iscritti. Alla fine degli anni ottanta il peso del tesseramento è sceso al 50 per cento e oggi è meno del 10 per cento.
I partiti somigliano sempre più a un’azienda e sempre meno a un’organizzazione che ha un programma politico.
È stata la rivoluzione neoliberista di Margaret Thatcher e Ronald Reagan a dare il via alla metamorfosi dei partiti. Li ha spogliati della componente popolare per trasformarli in macchine da guerra nelle mani di un’élite. In tutto l’occidente la base si è ristretta e la cupola si è rafforzata.

I politici moderni preferiscono gestire gli sponsor invece che gli iscritti al partito. E più gli sponsor sono ricchi, meno sono i controlli sull’origine dei fondi elargiti. Da quando il numero degli iscritti ha cominciato a calare i partiti sono diventati dipendenti dalle donazioni dei privati per finanziare le loro campagne elettorali”. La messa in vendita del partito al miglior offerente annienta la democrazia rappresentativa e di massa perché il partito-azienda è ormai una struttura politica ed economica “personale”, che tutela esclusivamente gli interessi dei politici e dei loro sponsor. Il Popolo della libertà di Silvio Berlusconi ne è l’esempio migliore. Il premier lo finanzia quasi per intero e il partito promuove i suoi interessi e quelli dei suoi collaboratori, per esempio attraverso le leggi ad personam.

Piero Maida ha detto...

(terza parte)
Così David Mills evita il carcere per una serie di nuovi cavilli legislativi e intanto la protezione civile è diventata un vespaio di tangenti per gli esponenti del partito. Dai tempi di Mani pulite il marketing della politica si è raffinato al punto che oggi “corruzione” è sinonimo di “sponsorizzazione”. Purtroppo i cittadini non hanno gli strumenti per opporsi, perché non dialogano più con il loro partito. Allora perché ci meravigliamo degli scandali delle ultime settimane? Da vent’anni le democrazie occidentali sono gestite da partiti e leader politici che si ispirano ai modelli del terzo mondo, dove i politici vendono favori al miglior offerente per finanziare costosissime campagne elettorali, inutili centri di ricerca e, perché no, anche appartamenti di lusso e barche principesche. Il tutto alla luce del sole. In confronto Bettino Craxi era un dilettante e tangentopoli una fiction.
Cari compagni, per tutto questo e per tanto altro ancora, vi invito giorno 28 e 29 marzo 2010 a non andare a votare.

Rifondazione Comunista Cropani ha detto...

NOI NON CI STIAMO…………NOI PROTESTIAMO……….


Cari compagni e compagne, cari cittadini tutti, viviamo un momento molto delicato per la nostra terra, la Calabria, tutti noi saremo chiamati, fra pochi giorni, a dare un voto a qualcuno che dovrebbe governarci ed amministrarci.
Peccato che a contendersi lo scettro di “GOVERNATORE” siano personaggi noti a noi Cropanesi, ed a i Calabresi tutti.
Noi non ci stiamo e protestiamo contro un’eventuale riconferma di Loiero e della politica-clientelare per due semplici motivi:

1)Loiero ha fallito: la Calabria oggi è una delle realtà più povere ed arretrate d’Europa, basta guardare i dati sull’occupazione e sull’emigrazione giovanile; rendendo ormai la rappresentanza politica una “cosa” dominata dal clientelismo e dal ricatto occupazionale.

2)Loiero non è stato in grado di unire nuovamente un “centro-sinistra” ormai orfano anche di Idv che ha deciso di appoggiare Callipo insieme ad associazioni e movimenti.



Noi del Circolo del Prc “Ciccio Chiaravalloti” di Cropani Marina non abbiamo candidati da votare, non abbiamo vincoli clientelari, non abbiamo “amici” né “amici degli amici” da sostenere, noi vogliamo solo fare i conti con la nostra coscienza ora, e con chi dirige questo partito dopo.
Non faremo o appoggeremo comizi di nessun candidato, non faremo campagna elettorale.

La nostra posizione è netta, ci recheremo alle urne perché è un nostro diritto-dovere, annulleremo le schede con un voto di protesta, invitiamo chiunque voglia unirsi alla protesta di farlo.
Partito della Rifondazione Comunista
Circolo di Cropani M. “Ciccio Chiaravalloti”

Santino ha detto...

Giusto, non si vota, Loiero ha fallito, diamo un voto di protesta, non appoggiamo nessun candidato, siamo duri e puri, non abbiamo nessun vincolo clientelare ....
E così il prossimo governatore della Calabria sarà Scopelliti, imposto personalmente al centrodestra da Berlusconi ....
Bel risultato, ma noi siamo duri e puri, a noi non ci smuove nessuno, noi non abbiamo candidati da votare, la politica è un'altra cosa ....
Mi spiace dirlo ma Rifondazione Comunista è un fantasma che cammina, non esiste, e lo è dal giorno in cui il Parolaio Rosso fece cadere il governo Prodi, inaugurando la lunga stagione del berlusconismo.

francesca ha detto...

siamo noi che abbiamo dato e diamo potere a questi individui che a turno ci hanno comandato e hanno rovinato la calabria, sembra una antica tradizione, oggi a me domani a te. sono tutti sullo stesso piano invasi dal desiderio di potere e sono sempre le stesse sporche facce non c'è che dire. ci vorrebbe solo una rivolta popolare per buttarli nell'unico posto dove meritano di stare.francesca

domenico dragone ha detto...

Cara Francesca come tu ben sai il popolo segue sempre la scia...segue sempre chi gli promette di più, questo succede purtroppo da sempre, tu non potrai ricordare la vecchia DC che nel periodo di votazione dava il chiletto di pasta e per la povera gente quel poco era tanto, mi ricorderò e la voglio raccontare, mio padre lavorava in una bettola e fra un bicchiere di vino una acciuga Salata una parola tira l'altra, a mio padre quel chilo di pasta non lo diedero mai, lo sai perchè disse la stessa frase che hai detto TU " basta con questa miseria ci vorrebbe una RIVOLTA una RIVOLUZIONE....i soliti imbecilli c'erano allora e ci sono adesso, mio padre fu additato come comunista.Sappi che mio padre non ha mai fatto politica, figurati da piccolo è stato mandato a pascolare gli animali, non è mai stato a scuola..ma per tutti è un rivoltoso. Sono cresciuto e sono orgoglioso di quel padre.....quando puoi vallo a trovare, sono anni che non parla più, ma se lo guardi ancora negli occhi rivedi un vecchio che a modo suo ha sempre fatto la rivoluzione per un pezzo di pane....

Anonimo ha detto...

La ragione come al solito stà sempre nel mezzo, non votare è assolutamente rispettabile e condivisibile, quando poi si devono fare i conti con la propria coscienza.
Ma nello stesso tempo buttiamo alle ortiche un diritto costituzionale lungamente sofferto e capisaldo di ogni democrazia moderna.
Forse ha ragione qualcuno che dice che la democrazia non è il miglior sistema possibile, ma solo quello che produce meno danni...
Alla fine, comunque, la Calabria e i Calabresi saranno i soli e unici a perdere...
Agazio e Peppe vinceranno alla faccia di Pippo!!!

francesca ha detto...

parliamo di agazio e peppe che vincerebbero alla faccia di pippo, ma pippo avrà pure appoggiato qualche personaggio nelle elezioni precedenti, avrà pure qualche amicizia che gli ha consentito di diventare imprenditore. dimenticavo che è passato da destra a sinistra con estrema facilità e per più volte.come vedi caro anonimo perderanno solo e comunque i calabresi che non chiedono favori e la calabria che sarà sotto l'egida dei soliti "noti". francesca

francesco di lieto ha detto...

oggi il voto rappresenta l'unica occasione in cui possiamo esprimere un giudizio si chi ci governa … e, considerato l’evolversi delle leggi elettorali, possiamo dire ancora per poco.
In ogni caso nel nostro paese non è necessario raggiungere un quorum per ritenere valida questa tornata elettorale, sicchè anche se l’astensionismo dovesse trionfare (o se le schede bianche/nulle fossero la maggioranza), gli eletti sarebbero comunque legittimati.
Tuttavia sono rimasti davvero in pochi coloro i quali possono decidere liberamente per chi votare.
Per il resto il voto è, purtroppo, duramente condizionato da interessi più o meno leciti, da piccoli e grandi ricatti …
Per questo mi stupisce leggere che dei giovani, che si dichiarano comunisti, sono pronti, consapevolmente, ad annullare le schede, favorendo, in questo modo, chi utilizza lo strumento del voto come fosse una vera e propria merce.
Ripensateci.
francesco di lieto

Anonimo ha detto...

pensare e ripensare...
sono anni che penso che la Calabria con la mia generazione sarebbe stata diversa,pensavo che gli studi,il confronto ,la voglia di migliorare le cose avrebbero fatto il passo che prima non si poteva fare.
A distanza di una quindicina d'anni rimango sempre piu' allibito dal contrario.
La mia generazione non e' in grado di ritagliarsi uno spazio,un'identita',siamo schiavi di questo o di quello...di questa o di quella idea...di questo o di quel favore...
Sono anni che penso che votare il meno peggio sia la cosa migliore...sono anni che penso che non votare sia sbagliato...mi chiedo quando i nostri politici analizzeranno la loro vita e si renderanno conto che il loro fare politica ci ha portati al baratro, in calabria piu' che in altri posti...
E allora caro Francesco di Lieto sono stanco di vedere quelle facce di bronzo sempre uguali che mi chiedono la legittimazione all'illegalita'.
Con il mio voto non vince Loiero,non vince Scopelliti,non vince Callipo...non vincono le pensioni,le radiografie,le tac,le risonanze,le integrazioni dell'olio,le disoccupazioni,la 488...
per il resto sono in linea con te...ad ognuno la propria coscienza.
piero flecca

francesco di lieto ha detto...

caro Piero Flecca,
condivido la Sua frustrazione, il senso di impotenza ... ma ritiene davvero che all'indomani del voto qualcuno si preoccuperà del Suo gesto ?
Sinceramente penso che se anche dovessero votare soltanto i candidati (e la totalità dei calabresi omettessero di recarsi alle urne), non accadrebbe nulla.
Ho una stima enorme per chi, come Lei, non intende mettere sul mercato il proprio consenso ... di queste persone la calabria (e l'italia) ha un estremo bisogno.
Certo, con il Suo voto non vince nè Loiero, nè Scopelliti, nè Callipo ... ma vinciamo tutti noi, vince quel poco che ci resta, ovvero la flebile speranza di cambiare.
Non si renda, inconsapevolmente, complice di chi vuole affossare le speranze dei calabresi.
Esprima il suo voto.
Domani qualcuno potrebbe decidere di non farci più votare...
francesco di lieto

francesca ha detto...

egregio francesco di lieto ma davvero crede che noi votiamo per esprimere la nostra idea e ci sentiamo liberi in democrazia, vivo in un piccolo e desolato comune montano dove la dittatura retta da un uomo psicopatico imperversa e dove si fa la gara a comprare voti o con soldi o con ricatti, sono stufa di sentire parlare di democrazia e libera espressione nel voto. io stessa non riesco trovare giustizia da una procura che a quanto sembra, a mio avviso,sembra proteggere (ma forse è sollecitata a Proteggere) un losco individuo protetto da squallidi personaggi che si presentano per le regionali. Lo stesso callipo contattato quando non era che un imprenditore ha preferito ignorare le richieste di un gruppo che lavora gratuitamente per chi soffre ed ora si professa paladino del cambiamebnto. ma chi vogliamo prendere in giro? siamo realisti una volta per tutti , vince chi ha più potere per comandarci come burattini e spartirsi il potere con chi ha presumilmente preso accordi precedenti e addio sogno calabrese. francesca

francesco di lieto ha detto...

cara Francesca, Lei ha ragione e, forse, il dittatore che descrive è anche un mio collega...
ma così facendo Lei lascia tutto completamente nelle mani dei burattinai del Suo sindaco...
Non voti Callipo, ma vada a votare finchè si può.

domenico dragone ha detto...

Condivido la nota del vice presidente della Codacons avv.Francesco DiLIETO..bisogna andare a votare. Abbiamo bisogno di un cambiamento almeno
possiamo dire siamo andati a votare,o rimaniamo col dubbio e se Io avevo votato.

Anonimo ha detto...

be...per dubbio e dubbio....il dubbio ti viene anche se voti...
a ognuno la sua coscienza,non c'e' una scelta giusta e una sbagliata...bisogna solo riacquistare la capacita' di decidere con la propria testa e non con quella dei parassiti che ci amministrano.
Piero Flecca

francesca ha detto...

io vado a votare ed esprimo la mia preferenza per una persona giusta ma non condivido la sua linea politica, quindi presto comunque il fianco ad una sporca politica.francesca

Anonimo ha detto...

AI TEMPI DEL VECCHIO E RIMPIANTO PCI A SEGUITO DI UNA SCONFITTA ELETTORALE LA CLASSE DIRIGENTE RIMETTEVA NELLE MANI DEL PARTITO IL MANDATO
ORA NON SI USA NEMMENO DISCUTERE
MA I SIGNORI COREA CATIA, IMPERA P.ADESSO CHE INTENZIONI HANNO?
BY
UN NOSTALGICO DEL CENTRALISMO DEMOCRATICO

francesco di lieto ha detto...

Da lunedì, ufficialmente, ci sono tre “Italie”.
L’Italia industrializzata, quella che premia l’egoismo secessionista, quella che, mentre la 'ndrangheta si impadronisce della “Padania”, preferisce discutere su come impedire di cucinare kebab nei centri storici !
L’Italia del centro che, sostanzialmente, conferma il centrosinistra anche se registra preoccupanti scricchiolii.
L’Italia del Sud è quella più strana, tendenzialmente premia la destra, bocciando Loiero e Bassolino … eppure premia Vendola (che i vertici del partito avevano, in tutti i modi, tentato di gettare a mare).
Come dire, quando, l’esthablishment del PD non fa danni … finisce per vincere.
In Calabria non c’è storia.
Un fiume in piena spazza via Loiero.
Dispiace, perché la sua giunta qualcosina di buono l’aveva lasciata intravedere (e voglio dirlo soprattutto ora in cui tutti saltano sul carro del vincitore), cittadella regionale, riduzione delle ASL, progetto Stazione Unica Appaltante … troppo poco.
E non è il caso di accampare scuse del tipo …”il voto della ‘ndrangheta premia Scopelliti” anche perché, se così è, allora (sic !) prima chi sosteneva ?
Loiero ha pervicacemente cercato questa clamorosa sconfitta … che, puntualmente, è arrivata.
I Calabresi, quasi come partecipassero ad uno dei tanti scontati ed inutili televoti, hanno scelto.
Ma la cosa più singolare è che, martedì, le facce più soddisfatte sembravano proprio quelle degli sconfitti.
Ora, dopo lo tsunami Scopelliti, la scommessa è quella di provare a comprendere gli errori.
La bocciatura non riguarda solo sant’Agazio, ma tutto il sistema di questo centro-sinistra, preoccupato più di apparire che di agire, più di chiudersi a riccio che di aprirsi al dialogo.
Nessuno può chiamarsi fuori.
Così, magari per un briciolo di apprezzata sensibilità, sarebbe il caso di dare un bel colpo di spugna ai dirigenti che, con la loro lungimiranza, hanno contribuito a siffatto risultato.
Del resto, è credibile ripartire con gli stessi protagonisti di questo clamoroso disastro ?
francesco di lieto