24 giugno 2011

Claudio Tomaino, figlio di un dio minore. L'appello della madre


Claudio Tomaino

“Dovrei parlare con lei. La prego di contattarmi, grazie. Avrei un grosso urlo da fare, siccome vedo che lei è per la vera giustizia, spero mi dia una mano”. Lei è Maria Pane, madre di Claudio Tomaino, scomparso in carcere nel gennaio 2008, reo confesso della strage di Caraffa, di quattro suoi congiunti morti ammazzati in un casolare di Caraffa cinque anni fa. Una mamma che vive solo per avere giustizia. Che respira solo per la verità. “Io non ho nulla da perdere”, dice. Urla. “Loro, invece, sì. Mio figlio ha il diritto di andare al cimitero vicino al papà con onore”. Una voce straziante, di dolore e rabbia, la sua.
“Quale agente immobiliare? È stato il portaborse di Antonio Saladino e di suo cugino, Achille Tomaino”, ex commissario straordinario dell’Asp di Catanzaro, deceduto il 16 giugno scorso. Di lui aggiunge: “Si è portato il segreto nella tomba”. “Si ricorda quando venne fuori il fatto che il leader della Compagnia delle Opere dava gli psicofarmaci ai suoi dipendenti? Una volta mio figlio è arrivato a casa con dei flaconcini. Ho raccontato tutto a Catanzaro e a Salerno", rammenta. E poi ancora: "Quale debito nei confronti dello zio? Era solo un prestito di 120 mila”. “Eravamo una famiglia unitissima”, rievoca. Maria Pane, ex insegnante di una scuola elementare di Catanzaro Lido, ha lasciato il lavoro, ha imparato ad usare il pc e a collegarsi ad internet. Tiene un’agenda che ha consegnato ad un notaio. “Se mi dovesse succedere qualcosa lo invierà alla Procura”. Ha un tormento: quello di morire prima che si sappia l’intera verità. Vive solo per questa. E con la verità la giustizia.
Il racconto della signora Pane è il racconto di una madre determinata, lucida. Battagliera, precisa lei. Pone tante domande che attendono una risposta. Troppi ancora i lati oscuri sulla strage. Il fratello, Camillo Pane, la cognata, Annamaria, e i nipoti, Eugenio e Maria, di 20 e 18 anni. Un’intera famiglia sterminata la mattina del 27 marzo 2006 in località “Tre olivare” nelle campagne di Caraffa. In poco tempo le indagini si concentrano su Claudio, nipote di Camillo. “Io me lo ricordo quel giorno – ricorda. Viaggiavo con due colleghe, al ritorno dalla scuola. Avevo appuntamento con mio figlio. Nemmeno dieci minuti prima di arrivare a Lamezia mi chiama per dirmi che mi stava aspettando perché dovevamo andare a comprare una tuta a un fratello monaco. Fino alle cinque mio figlio è stato con me. Aveva la macchina pulitissima. Come fa uno che uccide uno zio, una zia e due cugini a venire fresco fresco, come se niente fosse, ad accompagnare una mamma a comprare una tuta?”
La pistola. Sul luogo della strage viene rinvenuta una rivoltella calibro 9x21, di proprietà di Claudio. E lei, la mamma, sapeva della pistola. “Mi disse un giorno che voleva farsi il porto d’armi con la legge. Mi sono arrabbiata. E lui si giustificò dicendomi che doveva accompagnare lo zio, Achille Tomaino, e il dottor Saladino. Per stare più sicuro. E io questo non l’ho potuto dire ai pubblici ministeri, nessuno mi ha chiamata”.
La borsa con le “cose politiche”. “Quando mio figlio è stato arrestato aveva una borsa a casa mia, con un megafono che serviva per il partito e cose politiche. Ignoti si sono introdotti e se la sono presa insieme alla mia gioielleria. Cosa c’era di così importante?”
Chi era, dunque, Claudio Tomaino prima di quel fatidico 27 marzo?
“Era un ragazzo meraviglioso. Tutti se lo ricordano. Era nella politica. Lo zio, Achille, lo aveva fatto entrare nella Compagnia delle Opere di Antonio Saladino fin dal 1998, e lavorava presso la Regione Calabria. E’ stato alle dipendenze di Luigi Mamone, poi indagato in Why Not”. Lavoro e politica che in quegli anni andavano molto a braccetto. Segretario della Margherita della sezione di Catanzaro Lido, Claudio si interfacciava anche con Pierino Amato, politico di lungo corso dell’area del centrosinistra e attuale vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria. “Alla vittoria di Agazio Loiero alle regionali del 2005 organizzarono una grande festa alla villa di mio cugino (Achille Tomaino), e c’erano mio figlio e mio fratello”. Claudio e Camillo. “Due creduloni”, ammonisce la signora. Due creduloni che sarebbero stati "raggirati".
Politica e affari. “Sa di cosa mi ha parlato una volta mio figlio? Di eolico. Mio figlio conosceva pure Speziali. Chi è che mi ascolta? Devo andare in televisione a sputtanare tutti? Hanno insabbiato tutto a Catanzaro. Subito nel dimenticatoio, morto il reo confesso. Me lo dice perché a Murone (il pubblico ministero titolare, insieme a Salvatore Curcio, del fascicolo sulla strage archiviata in quattro e quattro otto, e solo da poco riaperta dal pm Petrolo, ndb) l’hanno sbattuto fuori?”
Movente. “Eravamo una famiglia unitissima. Pochi giorni prima della strage avevamo anche festeggiato tutti insieme i 18 anni di Maria. Non c’ero nessun motivo perché Claudio uccidesse i suoi zii e cugini. Non c’era. A mio figlio e a mio fratello li hanno messi in un qualcosa più grande di loro. Erano buoni come il pane”.
L’inferno del carcere. Claudio Tomaino è trasferito nel carcere di Viterbo. Qui, il 18 gennaio 2008 viene trovato morto con una busta di plastica intorno alla testa. “Per soffocamento”, si disse. Il gip, il giudice per le indagini preliminari, Salvatore Fanti, ha rigettato per ben due volte la richiesta di archiviazione avanzata dal pm Renzo Petroselli. Un’esperienza infernale. “Io l’ho visto due giorni prima. Era in condizioni pietose. Mio figlio è stato ucciso. C’è una denuncia di un detenuto, Lillo Barletta, che dice che è stato ammazzato di botte. Lo sa che mio figlio è stato anche violentato, che non poteva stare neanche seduto? Era ridotto a trenta chili. Era terrorizzato”.
L’anello mancante. Vi sarebbe un nome, il “nome di un grande mafioso”, che Claudio nel carcere di Viterbo avrebbe sibilato invano fino alla morte.
Ed è in carcere che Claudio Tomaino, chiuso nel suo dolore, ha il tempo di scrivere delle poesie. Una dedicata alla mamma e ai suoi zii. E un’altra in occasione del Natale 2007. L’ultimo della sua esistenza. Neanche un mese dopo la scomparsa.

Di seguito le poesie che la mamma di Claudio Tomaino, reo confesso della strage di Caraffa, ha consegnato al pubblico ministero della Procura di Catanzaro, Paolo Petrolo, che ha riaperto le indagini sulla mattanza.

1
La tua dolce presenza è silenzio
tra le voci scomposte del giorno,
è meraviglia che scaturisce dalle profondità dell’anima mia,
è pace infinita che traspira dall’essenza della verità
la tua dolce presenza
è l’azzurro entro cui si annega la coscienza,
è la bellezza ove la natura, instancabile, esalta il tuo nome
è la vita vera per chi era verità, amore luce e felicità .
per mamma e i miei zii.
Novembre 2007

2
Alziamoci tutti noi,
dal fragore di tante sconfitte
recitiamo il nostro credo a colui
che sa dell’ errore che ci annienta
e viene a farsi dono d’amore
destiamoci dunque, e udite il grido
di chi è disperato, dell’ ingiustizia
andiamo incontro al vero Natale
quello che io insieme a voi per non so per quanto
non vivremo, ma che nella notte del mondo,
spalanca all’uomo porte e finestre.
il mio natale lontano da voi sarà buio
ma ricordatevi che vi proteggerò sempre
così sia scritto così sia fatto
vi amo a tutti
il vostro Claudio che voi conoscete bene.
Natale 2007

25 commenti:

Anonimo ha detto...

già, perchè Murone è stato trasferito? siamo in molti a chiedercelo anche per altre vicende,possibile che anche a Salerno abbiano insabbiato tutto?

Anonimo ha detto...

la calabria è sporca. Ennesimi personaggi scomodi. Che paese di merda. Provo vergogna per la gente che dice che la calbria può cambiare.

francesca ha detto...

all'epoca dei fatti ero corrispondente per decollatura di un noto quotidiano. la vicenda ovviamente ha colpito tutta la popolazione e sinceramente alla notizia del "suicidio" di claudio nessuna ha creduto. poco prima del "suicidio" si aveva notizia che il ragazzo avrebbe voluto parlare e raccontare tutto. ritengo che la mamma di claudio e gli abitanti di decollatura abbiano il diritto di conoscere la verità. questa vicenda pesa sulla famiglia pane come un macigno.

Anonimo ha detto...

l'agenda credo non abbia alcun valore, una cosa è dire altro è provare e dimostrare, specie se il notaio inizia per "P"!L'attuale faida di Lamezia par presentare punti comuni con "alcuni" e forse il filo di certe persone si accomuna anche a chi da Lamezia avrebbe avuto interesse ad uccidere il pm Bruni...fate attenzione, sembra tutto a se ma forse parliamo sempre delle stesse teste manovratrici. Catanzaro è ancora morta, talpe e venduti si aggirano...alcune "soffiate" dovrebbero far riflettere quei pochi pm onesti. La verità c'è...ma a nessuno che "potrebbe" aiutare par interessarsi. La Calabria è terra difficile ed in ciò piange il cuore!

Anonimo ha detto...

SPERO CHE VADA IN PORTO LA VERITà E LA GIUSTIZIA QUESTI MOSTRI DEVONO PAGARE ESSERE SPUTTANATI E FINIRE NELLA FOGNA DEL CARCERE A VITA.

Anonimo ha detto...

questi giudici spero che facciano luce abbiano il dovere vero di darci verità e giustizia, la mamma e noi tutti siamo per la vera giustizia, non insabbiate perchè questi morti non devono essere oscurati ma hanno diritto anzi il sacrosanto diritto alla dignità, e mandare in carcere i veri assassini, i predatori della nostra terra, insieme ai lori legali collusi, vergognatevi....................

anna maria ha detto...

Non mi risulta che il dottore Achille Tomaino abbia mai avuto un portaborse tantomeno armato e di nome Claudio Tomaino.Claudio era solo il figlio di suo cugino Eligio,il quale durante gli anni della sua malattia e prima di morire glielo aveva affidato,e il dottore Tomaino lo aveva accolto come un figlio(parole della stessa signora Maria Cecilia) e aveva cercato di aiutarlo per quanto possibile ,così come era sempre andato incontro alle esigenze del cugino Eligio e della signora Maria Cecilia .Claudio non era figlio di un dio minore ,era figlio di Dio ed in virtù del libero arbitrio aveva scelto la sua strada.La signora Maria Cecilia ricerchi pure la verità,ne ha il sacrosanto diritto,ma non ha il diritto di infangare,così come si evince,a mio avviso, tra le righe dell'appello,la memoria di chi è morto (in tal caso il dottore Tomaino) e la reputazione di chi è vivo (il dottore Luigi Mamone ).Che strana coincidenza: come mai l'appello avviene a distanza di nove giorni dalla morte del dottore Tomaino?La signora Maria Cecilia avrebbe potuto farlo quando era vivo,sarebbe potuta andare in televisione a sputtanare tutti e forse anche il dottore Tomaino,caso mai avesse avuto una qualche colpa (si forse una :quella di avere riposto fiducia in Claudio Tomaino e di avergli voluto bene come un figlio),ma in tal caso ci sarebbe stato un riscontro,ora diventa solo un atto disperato di chi vuole ricercare la verità a tutti i costi e costi quel che costi,anche il buon nome delle persone oneste .

emilio grimaldi ha detto...

Gentile signora Anna Maria,
il suo commento, che presumo di una persona vicina al compianto Achille Tomaino, conferma un dato: che in vita, il "suo Achille", "ha cercato di aiutarlo". Dunque, perché, finchè nostro Signore gli ha dato la possibilità di farlo, non ha, non ha (le ribadisco), speso una parola per la persona che avrebbe "accolto come un figlio"? Comunione e liberazione sappiamo tutti cos'è, e cioè un movimento religioso che dovrebbe attenersi agli insegnamenti di nostro signore Gesù Cristo ancora prima di quelli di Padre Giussani, il quale, tra le altre cose, ha avuto modo d'insegnare di "visitare i carcerati". Allora, perchè, le ripeto, non ha aiutato, anzi accolto, questo suo "figlio" nel momento del vero bisogno? Suppongo, come ha detto la madre, che, siccome finchè è stato in vita ha sempre premuto invano perchè "parlasse", si sia portato il "segreto" nella tomba. La sua insinuazione, che si tratti di un mero "infangare la memoria di una persona onesta" è libertario quanto meno rispetto a quella di Claudio Tomaino, di cui lei dice colpevole - in modo passivo - della fiducia ripostagli dal parente più famoso.
Cordialità

anna maria ha detto...

Si sono una persona molto vicina al dottore Tomaino,il quale ha aiutato moltissimo e sempre alla luce del sole e senza compromessi(questo dovrebbe saperlo benissimo la signora Maria Cecilia, ma forse si è dimenticata di tutto)Claudio e tutta la sua famiglia.All'epoca il dottore Tomaino stava già poco bene e se ha agito in tal modo avrà avuto i suoi buoni motivi,ma non per questo si pùò dire che non si sia attenuto agli insegnamenti cristiani. Quello che non si ammette sono certe insinuazioni come "si è portato il segreto nella tomba",il dottore Tomaino non aveva segreti e non raccontava favole... Oppure certe falsità ,come la storiella del portaborse armato:vuoi vedere che quasi quasi la colpa del quadruplice omicio è del dottore Tomaino,visto che Claudio era stato costretto a farsi il porto d'armi per accompagnare lo zio? Ed infine la Signora Maria Cecilia poteva personalmente o pubblicamente chiarire il tutto con il dottore Tomaino,per quale motivo non l'ha fatto ? La mia non è mera insinuazione e quante volte è capitato di difendere Claudio Tomaino vivo e morto("sembrava una brava persona riesce impossibile credere di avere fatto quello che ha fatto"etc)e della signora Maria Cecilia (poveraccia ,che colpo tremendo mettetevi nei panni di quella povera madre"etc),ma dopo questo appello,sinceramente la delusione è tanta.Forse sono stata "zuccherina" quando ho parlato di un atto estremo,di chi vuole ricercare la verità in difesa del proprio figlio e ripeto ne ha il sacrosanto diritto,ma avrei dovuto usare un altro termine nei confronti di chi non si fa scrupolo di "insinuare" certi dubbi.La ringrazio

maria ha detto...

CON IL DOTTORE HO PARLATO A SUO TEMPO INFORMATI PRIMA MI FAI PENA TU CHE NON SEI AL CORRENTE ........SONO STATA TROPPO INDULGENTE ...MA LA GIUSTIZIA FARà IL SUO CORSO IO NON HO BISOGNO DI INSINUARE CI SONO LE INDAGINI IN CORSO, GRAZIE DELLA TUA VICINANZA E DEL TUO AFFETTO MARISA.

Anonimo ha detto...

il più grande bluf riuscito è stato far credere agli oscuri che lui non esiste...

Anonimo ha detto...

cosa non esiste? che intendi?

Anonimo ha detto...

esistono 5 morti che aspettano verità e giustizia, hanno oscurato la loro morte come se non fasse successo niente non vi pare?questi grandi uomini dall' apparenza ma sono loro a vivere nell' ombra spero che presto abbiano giustizia premetto 5 morti, ma come fà questa mamma a vivere? vai avanti signora il buon Dio e con te e pagheranno questi criminali, perchè e una strage che dovevano nascondere come mai?

Anonimo ha detto...

la vita è preziosa per tutti ,ma chi ha fatto tutto questo pagherà, prima o poi verrà tutto a galla,la speranza e l' ultima amorire, non si può insabbiare ..........

Anonimo ha detto...

Vergognatevi, che brutta giustizia anzi ingiustizia disumana, giudici ma guardatevi nella coscienza ,se fossero i vostrri cari, o i vostri flgli a subire tuttto questo strazio?spero che anche voi paghiate per tutto quello che avete fatto, il rimorso dovrà essere il vostro pane, signora Maria sono con voi questi assassini prima o poi pagheranno, e diventeranno dei zerbini, noi siamo al vostro fianco,si capisce benissimo che è stato un agguato e vostro figlio ha fatto la cavia, io conoscevo la vostra famiglia gente buona e onesta sono stati ingannati da persone dal colletto bianco, giudici aprite gli occhi.

domenico ha detto...

Signora Maria , pur non abitando in Calabria ho seguito il caso del vostro figliolo, non ho mai creduto che sia stato lui a uccidere.
mi auguro che giustizia sia fatta.

Anonimo ha detto...

giustizia giustizia ci sei?Spero di si, 5 morti in modo atroce non possono aspettare i vostri comodi,datevi da fare e mettere questi bastardi al posto che meritano la fogna.

Anonimo ha detto...

Maria aveva compiuto 18 anni da neppure un mese quel maledetto 27 marzo: pensava alla scuola, alle vacanze di pasqua, a prendere la patente...Aveva un'intera vita davanti e nessuno aveva il diritto di spezzare i suoi sogni nel modo più crudele! Sono cinque anni che aspetto giustizia per lei e per tutta la sua famiglia! Cinque anni in cui sono stati vergognosamente dimenticati da tutti: dai media che si scelgono i loro "casi da priam pagina" come se esistessero vittime di serie A e vittime di serie B, dalla giustizia e anche da chi avrebbe il dovere di ricordare e di ricercare la verità! Io non ho mai creduto che una simile mattanza possa essere stata compiuta da una sola persona e , come la signora Pane, sono cinque anni che attendo giustizia e verità! Non posso accettare che tutto venga dimenticato: che una casa vuota senza una famiglia sia diventata abitudine, che una foto al cimitero mi ricordi due ragazzi che non cresceranno mai...A chi ha permesso che quest ignobile silenzio avvolgesse questa tragedia mi verrebbe da dire di andare al cimitero, di guardarle le foto di Maria ed Eugenio, chiedersi che colpe potevano avere e lottare per dare loro un pò di giustizia! Non può cadere tutto nel dimenticatoio perchè siamo in Calabria! Anche noi apparteniamo al mondo, anche noi vogliamo giustizia e legalità! E se solo per quello che hanno fatto a Maria...meriterebbero molto più della prigione!

Anonimo ha detto...

Maria aveva compiuto da poco 18 anni quel maledetto 27 marzo: pensava alla scuola, alle vacanze di pasqua, a prendere la patente! Nessuno aveva il diritto di spezzare i suoi sogni in un modo tanto atroce! Sono cinque anni che aspetto giustizia per lei e per la sua famiglia, cinque anni in cui mi pongo dei perchè che non trovano risposte, che cerco la verità e non trovo nulla se non un imbarazzante silenzio che è sceso su questa tragedia. Io non ho mai creduto a una sola persona che portasse a termine una mattanza tale e non accetto l'indifferenza che è scesa su quanto successo! Si sa i media "scelgono" i loro casi da prima copertina, con vittime di Serie A e altre di serie B. Siamo in Calabria e pare dobbiamo rassegnarci a "trasformare" orrori simili nella quoitidianità e ad accettare questa omertà. Ma i responsabili della distruzione di una famiglia dovrebbero andare al cimitero, vedere le foto di Maria e di Eugenio, per rendersi conto di quanto poco abbiano di umano. Spero che questi mostri, nessuno escluso, paghino per il dolore che hanno provocato e che rendano conto della vita di una splendida ragazza.

Anonimo ha detto...

Sono una persona che conosceva claudio e i suoi cari,non ho mai creduto a niente di tutto ciò, ma i giudici che indagini hanno fatto?Achi dovevano coprire ?vergognatevi ci sono 5 morti, Claudio lo hanno ucciso, per non fare i nomi di qualche persona rispettabile per modo di dire ,vigliacca e assassina ,poverini li hanno usati e poi ............. ma DIO farà giustizia, signora Maria siamo con te sei una grande donna e mamma e son sicuro chearriverà la verità e giustizia.

Anonimo ha detto...

Spero con tutto il cuore che venga fuori tutta la verità e giustizia, che paghino questi affaristi criminali, tutti noi abbiamo capito che hanno chiuso in quattro e quattrotto, come mai giudice e giudicanti avevate fretta?BRavi siete bravi ,insieme alla combricola,speriamo che sarete ripagati dal vostro onesto lavoro, ma c'era il murone e il curcioche hanno sistemato bene l' operato,a buon intenditor poche parole.

Anonimo ha detto...

carissimo Emilio, siamo davvero in tanti ad averti chiamato al telefono, ricordo la prima telefonata come se fosse ora, ricordo benissimo quando mi hai chiesto di dove ero, il mio cognome molto noto a ..........tutti noi che chiediamo aiuto e vogliamo giustizia, tu che non ti tiri mai indietro, tu che ci dai qualche speranza , la tua penna che scrive molto bene, tu che fin dal primo momento prendi informazioni sul mio conto, non per cattiveria ma per professionalità, tu che non scrivi a vanvera ma solo notizie dopo averle appurate, quando le cose finiscono bene sei il nostro "Salvatore" a volte il solito cretino ti accusa di essere tu la causa di qualche decesso,ti potrebbero accusare delle morti sulla 106, eppure sei stato il promotore di tante iniziative, ho voluto scrivere questo perchè adesso è il turno di una mamma che vuole giustizia........anche Lei ti ha telefonato.grazie

Anonimo ha detto...

ricordo ancora la telefonata fatta al dott. achille tomaino,"la persona umana che aiutato claudio",sa cosa mi ha risposto mentre invocavo aiuto per la persona che amavo,????che lui non può aiutarlo e che sicuramente se lui, era estraneo si sarebbe risolto tutto.io non sapevo nulla di questo articolo, nulla di questi commenti però per rispondere alla signora anna maria: finiamola con tutta questa falsa ipocrisia, non diamo elogi e lodi a chi non ne ha!chi ha colpa che paghi,anche se l unico a pagare con la vita è stato lui e i suoi cari...troppo dolore troppo,e troppe cose non dette ,non cè giustizia sulla terra si sa' ,però credo in dio!

Tomaino Claudio ha detto...

signora non so se in questo paese avra' mai giustizia ma spero che ci sia quella dell'altro mondo io non conoscevo suo figlio ne nessuno in questione ho solo l'onere di portare lo stesso nome. Sono omonimo di suio figlio mi chiamo Claudio Tomaino ma vivo a Roma e spero che riesca a ottener giustizia

Anonimo ha detto...

http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=60729

All'epoca si parlava anche di una setta satanica. Ma in ogni caso i tracciati dei cellulari di Claudio Tomaino non lasciavano molti dubbi sulla sua presenza sul luogo del delitto. In ogni caso comprendo il dolore ed il tormento di una madre.