3 luglio 2012

Il Commissario del Palazzo

Il Commissario e i ragazzi ella Rete Difesa del Territorio – Franco Nisticò

Vincenzo Speranza scende dal Palazzo del Commissariato per l’Emergenza ambientale in Calabria. Sigaretta in mano. Polo fuxia. E pantaloni color fumo. I tratti somatici marcati non gli rendono giustizia. Non si scompone mai. O quasi. A lui piace confrontarsi. Scende per salutare i ragazzi della Rete Difesa del Territorio – Franco Nisticò. Vuole parlare con loro.
“Sono dalla vostra parte”, chiarisce. Pone sul piatto argomentazioni futuristiche, “del futuro”, spiega. Come i “macchinari tedeschi”. Devono essere la sua passione. “Che producono energia dai gas delle discariche”. E poi il concime. “Io personalmente vi posso dire che ho ereditato cento alberi che sto curando con enormi sacrifici. Per un quintale di fertilizzante si spendono anche 50 euro quando, con i rifiuti, si potrebbe produrre a poco”. I ragazzi si riscaldano. Lui è propenso. Ascolta. Schiva i colpi. Rimurgina. E contrattacca. Alla sua maniera.  Qualcuno gli prospetta la raccolta differenziata per il riciclo e il riutilizzo dei rifiuti. “Manca la filiera. Anziché pagare il suo Ufficio che ha fatto solo danni, si potrebbe investire in un sistema più vasto per il rispetto dell’ambiente”, domandano. E lui: “Avete ragione. Ma, per esempio, nei comuni superiori a 10 mila abitanti non si può fare”. “E perché a San Francisco sì?”. “E’ una cosa complicata”, ribatte. Il meglio di sé lo dà con la vicenda dei controlli sulla radioattività. “La discarica di Alli è fornita di un impianto di rilevamento?”. “No, non c’è”. Sa che dalla sua ha il vantaggio di aver detto la verità, di essere stato sincero. Una risposta secca che poi coltiva, arricchisce. “Mentre noi siamo qui voi ci pensate alla diossina che sprigionano le macchine?” Il dibattito prende una piega imbarazzante. Si accende un’altra sigaretta. E poi invita. “Datemi le vostre proposte, me le guardo e poi ne parliamo insieme”. E risale nel Palazzo. Ha chiesto convegno ai sindaci del crotonese e del comprensorio di Scala Coeli. Si paventa l’autorizzazione per un’altra discarica. I ragazzi aspettano. Sperano di riparlare con lui e i primi cittadini che in gruppo si appropinquano al Tavolo. Due ore di “pareri” reciproci.  “Ho chiesto loro solo dei pareri”, informa. Cosa ne pensavano. “La discarica non si fa”, comunica. E saluta ancora la Rete Nisticò. La discussione si fa più animata. La Regione Calabria e i Comuni, gli organi amministrativi competenti e decisionali, diventano l’ago della bilancia dell’operato del Commissario emergenziale. Si parla ancora di differenziata e di macchinari tedeschi. Ad un certo punto confessa: “Sono stanco”, e si mette una mano sulla testa. Le argomentazioni  si approfondiscono. “Il macchinario tedesco è grande solo quanto un container”. “Ho tutto un dossier. Stiamo valutando”. Infine, sbotta: “Forse voi ne sapete più di me. Io prima facevo un altro lavoro. Ma mi sto erudendo pure io”.
Buon lavoro, Commissario. 

2 commenti:

Paolo Parentela ha detto...

Domanda: se domani stesso finisce il commissariamento, gli enti locali possono gestire in maniera virtuosa le materie prime seconde che si sono raccolte?
La risposta è NO!
Per saperne di più: http://goo.gl/lSQjA

Antonella Iacobino ha detto...

E quindi per la solita pantomima dell'inadeguatezza nella gestibilità - da parte degli enti locali - della cosa pubblica, dovremmo accontentarci del "meno peggio"? Mettendo da parte la discutibilità nella definizione di questo "meno peggio", io mi chiedo e vi chiedo,a voi tutti, se non sia giunto il momento per un'assunzione di responsabilità netta ed univoca, che conduca alla genesi di una classe politica che sia in grado di amministrare il territorio in maniera decente, anzi, oserei dire virtuosa e produttiva, nel rispetto dell'ambiente, della Legge e quindi delle persone, perché, non dimentichiamolo, i cittadini e i loro diritti dovrebbero essere una priorità e non, come accade da ormai da decenni di sciacallaggio politico, una questione marginale.