10 novembre 2012

La lobby dei denti

Caricatura a cura del blogger

I migliori amici dei nostri denti non sono un’alimentazione corretta, il dentifricio e la pulizia, ma i consulenti tecnici dei Tribunali, quelli di parte e gli avvocati. Sono loro a spartirsi la torta dell’assicurazione. Una torta succulenta. Non si fanno mai la guerra. Non conviene. Oggi a me, domani a te. Un sistema ben congegnato. Mordono e mangiano. A sbafo dei pazienti. Curnuti e mazziati a ripetizione.
La punta di un iceberg mai scoperchiato sulla città dei tre colli. Con la compiacenza dei giudici il sistema va avanti che è una meraviglia. Con rade e speranzose eccezioni. Come quella di un catanzarese che dal 2006 ancora sta combattendo per avere giustizia. Verità, innanzitutto, e giustizia. Ancora nessuno ha avuto il coraggio di dirgli che deve farsi ricostruire una parte della mandibola. Rimuovere denti e radici che il dentista gli aveva impiantato. Tappare il buco della vergogna con dell’osso recuperato dal suo stesso corpo. E, in futuro, solo in futuro, se non ci saranno ulteriori complicazioni, potrà finalmente continuare a sorridere con altri denti nuovi di zecca. E, magari, senza ctu e ctp alle calcagna.
Cinquant’anni. Signore distinto. Non ha mai avuto problemi con la giustizia. Un vita semplice. Nemmeno degli avvocati ha avuto bisogno. Lavoro e famiglia. Famiglia e lavoro. Stesso macellaio. Stesso meccanico. E stesso dentista. Ah proposito, un giorno il suo dentista gli dice che forse è il caso di migliorare l’aspetto. Di migliorarsi. C’è un ponte nella parte sinistra della bocca che potrebbe essere sostituito con nuovi impianti di ultima generazione. Non è proprio necessario. Ma lui insiste. Fa leva sulla vecchia conoscenza. Due mila euro a botta sono una ragione sufficiente per avventurarsi nell’arte della persuasione. “E facciamolo”, si convince. Tre in tutto. Sei mila verdoni per qualche seduta. Il gioco vale la candela. Si mette subito in moto. Apre. Scava. E immette. Passa il tempo e si guarda allo specchio. Non sono più tre, ma due. C’è uno spazio. Un buco. E chiede perché. Non se l’aspetta il professionista. Lui è il più bravo. Il più rinomato. Nessuno si è mai permesso di chiedere a lui contezza del suo lavoro. Aggrotta le sopracciglia e a muso duro replica: “Si rivolga ad un avvocato!” L’antica amicizia spazzata via in un baleno sull’altare dei soldi.
Non mastica più bene. Non riesce a mangiare. E non sa il motivo. E ci va davvero da un legale. Un amico di famiglia. Si fida di lui. L’avvocato s’intende di norme e procedure giuridiche, non di denti. Urge un medico legale. Il mercato di Catanzaro è quello che è. Si conoscono tutti. Ne trovano uno bravo, si dice. E, guarda caso, conosce anche lui il più blasonato professionista del capoluogo calabrese. E’ schietto, fin troppo. “Non me la sento”, si giustifica. Però gli suggerisce un altro amico “fidato”. Visita, controlla. E scrive. Cioè, non scrive che un pilone dell’impianto invade un molare sano. Non scrive della voragine. Anche se c’è sicuramente qualcosa che non va, giusto un’infarinatura. Anche il consulente del Tribunale visita e controlla. Il suo è un lavoro per la Giustizia. Non può sgarrare. E soprattutto non può mettersi contro i potenti. Altrimenti non lavora più a Catanzaro. La sua è una relazione con brio. Allegro con brio. Verso il dentista. Forse è il caso di fare una bretella, la soluzione. Memore del ponte di prima si mantiene su un livello alto. E guarda dall’alto viadotti e raccordi.
Il paziente, a questo punto, non ce la fa più. Ha bisogno di sapere come sta la sua bocca. Com’è ridotta. Cosa deve fare. E inizia il suo peregrinare tra dentisti di tutta la Calabria e il Nord Italia. Appena sentono il nome del luminare si mettono sull’attenti. Lui è lui, e gli altri sono altri. La sua testardaggine viene premiata alla fine. Ha modo di conoscere un onesto professionista, specializzato in implantologia. Un professore. Che gli dice, finalmente, le cose come stanno. Ha la mandibola compromessa. Deve togliere tutto il pasticcio creato dalle cure. Coprire con tessuto osseo prelevato da un’altra parte. E rifare tutto da capo. Almeno un paio di anni di lavoro. Revoca il mandato al ctp e con queste osservazioni ritorna dall’avvocato. Ne spunta un altro di legale. Che promette di aiutarlo veramente. In collaborazione con il primo. La fa visitare presso un suo perito fidato e specializzato. Crede di aver trovato, finalmente, il modo di avere giustizia. Crede, è fiduciosa. Visita ed ennesimo controllo. Anche il giudice si rende conto che il ctu qualcosa ha evitato di scrivere. E lo invita ad ulteriori chiarimenti. Chiarimenti che si organizzano nello studio del consulente. Tutti insieme appassionatamente. Ctu, ctp, avvocato e paziente. Il caso vuole che si conoscono. E, di rimando, tutti devono lavorare. Piazzano il denunciante sulla sedia. E lo visitano. Gli infilano in bocca un bisturi. Si spintonano. Lo specillo gli si conficca nelle gengive. Una fontana di sangue. Una sventura dietro l’altra. Comunque, era solo un incidente.
Ormai il tempo è maturo per la Giustizia. Che accumula ulteriori carte. E chiarimenti bipartisan. Ctu e ctp incredibilmente concordano. All’unisono. E anche i legali. Il secondo gioca d’anticipo. Vizia la sua istanza. Ed elegantemente rinuncia. Mentre il primo dice di non aver fatto in tempo a leggere i chiarimenti per proporre opposizione. Ad evitargli ulteriore imbarazzo è il suo cliente. Gli revoca l’incarico.
Finisce qui la puntata. La seconda è ancora in corso. Il cittadino catanzarese sa che cos'ha. Quali sono i risvolti dell’intervento subito. Ma nessuno ancora l’ha fatto valere al Tribunale. Il vertice del sistema lobbistico. Il miglior amico dei denti. 

9 commenti:

Anonimo ha detto...

il luminare non sbaglia mai.... non è solo a cz ma in italia; è una lobby in cui tutti si proteggono a vicenda

Anonimo ha detto...

ultimamente stò blog batte un pò la fiacca! che succede gente? vi è passata persino la voglia di scandalizzarvi? o, e non voglio crederci, tutto va bene nella nostra amata provincia?

Anonimo ha detto...

il blog è sano, siamo noi che continuiamo a fare le pecore, vogliamo che gli altri fanno la guerra per noi.
diciamolo abbiamo pure di scrivere il nostro nome, abbiamo paura di non trovare lavoro o che i nostri parenti vengono trattati male.

emilio grimaldi ha detto...

Quando la vicenda sarà concluso inserirò una legenda, sostituendo i nomi comuni con i nomi propri potrete meglio apprezzare le dimensioni dell'iceberg.
cordialità

Anonimo ha detto...

si abbiamo paura, e mò che vuoi?

caronte ha detto...

ma non hai paura di commentare in anonimato? CODARDO.

Anonimo ha detto...

no, in anonimato non ho paura. e non offendere perchè io non ti ho offeso. chi ti credi di essere. se non ti va di leggere i commenti anonimi basta saltarli

caronte ha detto...

sei e rimarrai un codardo, o una pecora , basta leggere un commento sopra,--------l blog è sano ....siete voi le pecore , io dovrei saltare i tuoi commenti anonimi, ma perchè li scrivi? e non ti firmi? codardo
ma pensi di avere dei momenti di gloria.

Anonimo ha detto...

CARONTE, TU CHE TI FIRMI CON NOME CHE COSA RISOLVI INVECE? COSA HAI RIVOLUZIONATO SUL NOSTRO TERRITORIO CON IL TUO CORAGGIO DA LEONE? TU CHE NON SEI CODARDO DOVE HAI MIGLIORATO LA VITA DEL NOSTRO TERRITORIO? QUALI ABUSI HAI DENUNCIATO? QUALI SONO STATI I TUOI MOMENTI DI GLORIA DA EROE DELLA LEGALITà? DAI DILLO AI NOI POVERE PECORE CODARDE