21 novembre 2012

Sellia Marina, figlia indegna di Giuditta Levato e Vittorio de Seta

Giuditta Levato e Vittorio de Seta. Fotomontaggio a cura del blogger 

28 novembre 1946, 28 novembre 2011.  Non poteva che essere così. Giuditta Levato e Vittorio de Seta. Così lontani, così vicini. A Sellia Marina. La madre del diritto alla terra. Il maestro del cinema. Diritto e arte. Profeti inascoltati in patria, venerati dagli altri. Una data da scolpire nella memoria della storia e della vita. E, invece, dimenticata. Nessuna celebrazione. Nessuna ricorrenza. Nessuna voce fuori dal coro. Sellia Marina, figlia indegna dei suoi padri. Non ricorda, non sa, non vuole.
Il sangue di Giuditta Levato ha concimato una terra infeconda. Arida, simbolo dell’arroganza dei baroni. Ha permesso le fondamenta alla città. Ha dato tutto. Per i suoi figli. Anche la propria vita.
Le pellicole di Vittorio de Seta hanno esaltato la comunità. Riscattato la condizione di povertà grazie al processo genuino del senso dell’esistenza. Un mondo trascendentale, a colori. Riverbero delle sfumature dell’anima. Ha lasciato un’eredità inestinguibile.
Prima lei e poi lui. Quasi coetanei. Otto anni li separavano. Molti di più quelli che hanno vissuto. Soli 31 lei. 88 lui. Così lontani. Così diversi. Ma così tremendamente umani. Nobili. Puri. Testimoni autentici della libertà di avere e creare. Di volere per sé e per gli altri. 
28 novembre. Per sempre.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

L'ingratitudine è il miglior ringraziamento e non costa niente, specialmente in un posto gretto e incolto come Sellia Marina.
La gente qui è volutamente ignorante...non sa, non conosce, ma si rifiuta di conoscere; però critica.
Se qualcuno si distingue dalla massa, non lo apprezza, ma lo invidia, rimane fermo nella sua "cosciente" ignoranza.
Non si conosce la storia, non si ama la cultura, non esiste un cinema, un teatro...quei pochi che cercano di far conoscere l'arte al paese devono farlo autonomamente, autotassandosi, perchè è più facile organizzare una festa paesana, con i soldi dei paesani, abbagliando gli occhi della gente con quattro bancarelle e un po' di musica che aprire le menti...
Che tutti continuino a dormire nell'isolamento e nell'ignoranza che li contraddistingue!

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente ed in toto con l'unico post dell'articolo. Non sono Selliese, ma ci vivo da tanto tempo, eppure non riesco ancora ad addentrarmi nei meandri oscuri, ottusi, di questa realtà. Dove ogni minima novità, ogni ventata di cambiamento viene tenuta a distanza. Quasi a volerla tenere lontana , alle porte,senza possibilità alcuna di valutarla, soppesarla, semmai scartarla dopo, invece viene bocciata a priori.Nemmeno ricordarsi di coloro che sono stati la STORIA di Sellia Marina, come GIUDITTA LEVATO o colui che a fatto conoscere il nome di Sellia Marina nel mondo come il regista DE SETA.
Davvero una cultura individualista, paesana, gretta, quella dei Sellioti.
Mha, io forse un domani tornerò al mio paese di origine, però è veramente un peccato, sopratutto per le nuove generazioni.
Un amico

Anonimo ha detto...

....è un offesa a tutti , senza dubbio, ma quei tutti non lo sanno, anzi ..se ne vantano ! ...è uno degli esempi di quanto ormai questo paese sia finito in basso....in basso da dove è partito....

Anonimo ha detto...

ma invece di ripetere sempre le stesse cose perche non vi fate voi promotori
per ricordare degnamente i due illustri paesani, dai vostri commenti mi sembra che non siate i primi venuti ne avrete le capacità.
poi c'è gente che organizza le feste paesane gliene dobbiamo fare una colpa(e mi sembra che i primi ad accorrere sono sempre quelli che criticano) .

Anonimo ha detto...

"Come volevasi dimostrare"