19 gennaio 2013

La verità sul caso Baltov ad un bivio

Dimitrov Baltov Zdravko

Si riapre il caso Dimitrov Baltov Zdravko, il ragazzo di origine bulgara deceduto all’ospedale di Catanzaro a soli 13 anni il 16 ottobre del 2010. Il giudice per le indagini preliminari, Livio Sabatini, ha dato seguito all’opposizione avanzata dalla madre, difesa dagli avvocati dello Studio legale Granata di Sellia Marina, alla richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero Gianpaolo Boninsegna il 31 ottobre scorso. Il prossimo 13 febbraio il gip, sentite le parti, deciderà se rinviare il fascicolo in Procura per ulteriori indagini o chiudere definitivamente l’inchiesta.
Un’indagine che sarebbe stata fatta in modo “alquanto superficiale”, a detta della famiglia del piccolo. Non solo, le testimonianze oculari depositate all’Ufficio del giudice, per altro verso mai sollecitate dalla Procura, sconfesserebbero l’operato del personale medico e paramedico del nosocomio Pugliese Ciaccio.
Come si ricorderà, il ragazzino subì due ricoveri in meno di due giorni. Un lasso di tempo che, ad avviso dei familiari, avrebbe potuto salvargli la vita. E, giustificato, secondo la cartella clinica posta sottosequestro dalla Magistratura nell’immediatezza dei fatti, da una “diminuzione di dolore” che sarebbe stato escluso categoricamente, invece, dal compagno della madre, Antonio Garrapetta, e da familiari ed amici. Del tempo prezioso che avrebbe consentito ai sanitari di individuare prontamente la diagnosi di occlusione intestinale e di intervenire tempestivamente. Uno stato patologico accelerato, ancora, dalla somministrazione di farmaci “esplicitamente controindicati”, quali i lassativi, prescritti dall’ospedale al momento del rinvio a domicilio, che avrebbero accelerato l’infarto intestinale. Particolari “inquietanti”, secondo il racconto dei legali, che si tingono anche di giallo. La cartella clinica parla di un solo intervento chirurgico nella sera che precedette il decesso. Secondo, la testimonianza di Garrapetta sarebbero stati, invece, due. Discrepanze che sollevano molti dubbi sull’operato dei medici che lo hanno assistito e che aprono uno spiraglio per “conoscere la verità”. E’ quanto chiede la signora Nadezhda Blagoeva Baltova, madre di Baltov. Incongruenze corroborate anche dal medico legale di parte che smentisce la relazione del consulente della Procura.

7 commenti:

domenico dragone ha detto...

mi auguro che venga fatta giustizia su questa strana morte, i colpevoli devono pagare.

caronte ha detto...

dottor Grimaldi io invece vorrei sapere qualcosa su come e chi è stato a difendere questo caso o a deviare le indagini , se non erro ci sono lati oscuri su un avvocato,leggo con piacere che è lo studio legale Granata a occuparsi dell'opposizione, facile archiviare senza punire .

MARIELLA (QUELLA VERA) ha detto...

QUANDO TOCCA AD UN POVERO CRISTO SI CERCA SEMPRE DI ARCHIVIARE
ANCHE SE SECONDO ME IL TERMINE GIUSTO E' INSABBIARE
METTERE A TACERE TUTTO PER COMPIACERE QUALCUNO
PICCOLO ANGELO RIPOSA IN PACE TANTO AL COSPETTO DELLA GIUSTIZIA DIVINA NON POTRANNO ARCHIVIARE
LE FIAMME DELL'INFERNO SI PRENDERANNO CURA DI LORO

Anonimo ha detto...

possa riposare in pace!
ma tanto ognuno di noi sà che non ci sarà un colpevole e nessuno dei responsabili si farà un solo secondo di carcere

Anonimo ha detto...

che giustiziaaaaaaaaaaa
si lascia a casa chi stupra e chi uccide e si manda in galera il ladro di polli che vergogna
ma vorrei chiedere ad un giudice...se fosse capitata a lei una cosa di questo genere come si sarebbe comportato?

Anonimo ha detto...

Speriamo che tra tanti giudici e avvocati corrotti ce ne sia almeno uno che voglia fare giustizia su questo caso...non si può far morire un ragazzino di 13 anni con i suoi sogni,la sua voglia di vivere, non è spazzatura un bambini di 13 anni...è la vita nella sua massima espressione...i mostri devono pagare,ma chi troverà il colpevole se sono tutti dei mostri?...medici, avvocati, giudici...la vera feccia del mondo.

Anonimo ha detto...

Bimba morta a Locri, il giudice dice no
all'archiviazione: «Processate quei medici»

Sara Sarti aveva appena 4 anni quando è morta a Locri il 23 agosto 2009 in seguito a uno shock settico: i pm avevano chiesto di chiudere il fascicolo contro i sanitari coinvolti, ma è arrivato il parere contrario dando ragione ai legali della famiglia toscana
QUESTA E' LA LEGGE PECCATO CHE SPESSO NON TUTTI I GIUDICI SI IMMEDESIMANO NEL DOLORE DI UNA FAMIGLIA
O FORSE DOVREI PENSARE CHE CI SONO PICCOLI ANGELI DI SERIE A E DI SERIE B?