28 luglio 2013

La crociata per Piero Aiello

Piero Aiello

Una crociata per Piero Aiello all’indomani dell’indagine Perseo - condotta dalla squadra mobile di Catanzaro e coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dal pm Elio Romano della Dda del capoluogo calabrese (direzione distrettuale antimafia) che ha portato agli arresti 65 persone coinvolte a vario titolo in associazione a delinquere di stampo mafioso. E’ ufficialmente partita sul Social Network più diffuso, Facebook
È bastato un cenno del senatore per chiamare a raccolta elettori o semplici estimatori. Avvocati, politici, amministratori, medici, assicuratori, e tanta gente comune. Solidarietà e stima a iosa. Qualcuno lo aspetta “al mare con i taralli rigorosamente di Cropani”. Qualcun altro lo invita a sperare nella giustizia di Dio: “Ci può impiegare del tempo ma dà grandi soddisfazioni”, motiva.  Un cenno che c’è, dunque, che non è stato arrestato grazie il gip (giudice per le indagini preliminari) perché “le versioni dei due pentiti non coincidono proprio sul cosa avrebbe detto Aiello”, spiega un politico/avvocato sulla piazza virtuale.
Il cenno, allora:
La vicenda triste ed assurda in cui mi trovo coinvolto genera in me amarezza e sconcerto.Tutti conoscono la mia storia personale e politica e tutti sanno con quanta trasparenza e correttezza ho sempre lavorato anche sotto il peso di responsabilità gestionali difficili.Ho affrontato, negli anni, numerosissime campagne elettorali senza mai promettere e/o accettare nulla e di questo possono esserne testimoni tutti.Ho parlato con una moltitudine di persone, ho stretto migliaia di mani, ma mai e poi mai queste strette di mani, per quanto mi riguarda, hanno rappresentato – né potranno mai rappresentare - accordi per appalti e prebende di vario genere.Se poi qualcuno, artatamente e strumentalmente, a vario titolo ha supposto ciò per qualsivoglia motivo, sono fortemente certo che sarà clamorosamente smentito da quella Giustizia che ho sempre rispettato, in cui ho sempre creduto e nella quale continuerò a credere.Quella stessa Giustizia per la quale mi dichiaro disponibile ad ogni eventuale chiarimento.Gli innumerevoli attestati di stima di queste ore mi danno ulteriore motivazione per affrontare l’azione politica con la serietà e l’impegno di sempre. -Piero Aiello-
Un status scritto non a caldo, ma studiato nei minimi dettagli a distanza di tempo dall’operazione materialmente portata a termine da più di 400 militari. È la storia personale del neosenatore la sua carta da giocare. Una storia che ha già compiuti 18 anni, da quando venne eletto a Palazzo Campanella nel lontano 1995. E' l'anno della maturità. 
Ha affrontato numerosissime campagne elettorali senza mai promettere o accettare nulla. Strette di mano sì, dunque, ma mai accordi per appalti e prebende di vario genere. Si dichiara disponibile ad ogni eventuale chiarimento con la giustizia. Si difende, il parlamentare. E invia lo status/comunicato a tutti gli organi di stampa.
Su Facebook non ha confronti. Sono tutti per lui e con lui. È un fiume in piena. 283 apprezzamenti e 53 condivisioni, numeri destinati ad aumentare.  È già pronto per la prossima campagna elettorale, in occasione del rinnovo del Consiglio regionale della Calabria nel 2015.

Di seguito un estratto delle testimonianze dei collaboratori di giustizia Saverio Cappello e Giuseppe Giampà rese agli investigatori.
Cappello S.: C'è il fatto... prima del mio arresto, nel 2010, mi sembra, nelle elezioni 2010, mi fu presentato... io andai insieme a Giuseppe Giampà allo studio dell'avvocato Chicco SCARAMUZZINO, noi lo chiamavamo Chicco, e praticamente andammo... Giuseppe Giampà midisse: 'Vieni con me che l'avvocato Chicco ci deve presentare una persona importante che poi ci serve... ", io dissi: 'Chi è?";  — dice — un politico di Catanzaro, andiamo a vedere..."; comunque, siamo andati lì, siamo entrati in una stanza a pane dell'ufficio e c'era l'avvocato Chicco, il padree questo politico, che me lo presentarono come Aiello...
Dott. Romano: Aiello e basta?
Cappello S.: Aiello, non mi ricordo mo' come si chiamava di nome, comunque una persona alta, molto distinta, capelli scuri mi sembra, all'epoca, una statura molto alta diciamo, bello robusto... robusta, normale, c'era un'altra persona di cui non mi ricordo il nome, me l'hanno presentato, non mi ricordo e di cui gli disse... loro gli disse... l'avvocato Chicco gli disse questo qua... mo' non so di preciso come gliel'ha fatto andate, comunque riferendosi a Giuseppe Giampà, presentando l'Aiello, dice: "Questa qua è una persona che a Lamezia..." gli ha voluto dire con questo qua a Lamezia prendi un sacco di voti, no?
Dott. Romano: Questo qua lo diceva Chicco SCARAMUZZINO a quest'Aiello?
Cappello S.: Sì, glielo diceva ad Aiello che gli ha presentato a Giuseppe, dice questo è il massimo di Lamezia, va.
Dott. Romano: Ed eravate solo voi quattro nello studio? Cioè, voglio dire, eravate l'avvocato Chicco SCARAMUZZINO…
Cappello S.: L'avvocato Chicco SCARAMUZZINO
Dott. Romano: Il politico —
Cappello S.: II politico ...
Dott. Romano: Giampà Giuseppe e voi?
Cappello S.: Giampà Giuseppe ed io.
Dott. Romano: E c'era qualcun altro?
P. G.: Il padre avevi detto prima.
Cappello S.: Il padre di Chicco.
Dott. Romano: Ah... no, e perché mi ero sfuggito. Quindi, praticamente, stavate dicendo...
Cappello S.: Praticamente questo qua gli dovevamo dare i voti alla Regione mi sembra, si candidava alla Regione mi sembra...
Dott. Romano: Ed è avvenuto nel 2010 questo?
Cappello S.: Nel 2010, prima del mio arresto. Di cui ci impegnammo... Giuseppe Giampà dice: “Questo... ci dobbiamo impegnare al massimo perché questo poi ti serve", dice... si metteva a disposizione, no? E di cui a Lamezia prese un sacco di voti, perché noi gli facemmo dare un sacco di voti, tutti quanti lo votammo a Lamezia, mi sembra che passò pure nella candidatura.
Dott. Romano: E ma voi effettivamente aveste qualche favore da questo soggetto? Dico voi, non solo voi come Cappello, anche come cosca Giampà? Come vostra ex cosca Giampà?
Cappello S.: Sì, è stato il frangente che, che è successo? Siccome è stato il periodo che poco dopo si è candidato... si è candidato questo qua; poi come ho saputo che ha vinto le elezioni, sono andato subito dall'avvocato Chicco, gli ho detto: "Chiama a questo, di mettersi a disposizione, a me, per il momento - gli ho detto io - m'interessano le cartucce... gli appalti..."
Dott. Romano: Sempre le cartucce...
Cappello S.: Stavo lavorando in quel momento, dovevo lavorare.
Dott. Romano: Cartucce ovviamente della stampanti?
Cappello S.: Delle stampanti.
Dott. Romano: Sempre come rigenerazione?
Cappello S.: Sempre come rigenerazione.
Dott. Romano: Quindi v'interessavano questi appalti da avere sempre presso da enti pubblici?
Cappello S.: Enti pubblici. Mi disse Chicco non c'è problema...
Dott. Romano: Ma dove, nella zona di Lamezia oppure...
Cappello S.:  Catanzaro.
Dott. Romano: A Catanzaro.
Cappello S.: Mi disse: non c'è problema, lo chiamiamo, tanto i voti li ha avuti qua,è contento, qua e là... E poi Giuseppe Giampà non so che... altre cose che poi se l'è vista lui nel suo campo, l'ingrosso, ‘ste cose qua...
Dott. Romano: Ah, del campo alimentare diciamo così.
Cappello S.: Nel suo campo con (P.I.) Maurizio, comunque si metteva a disposizione questo. Il fatto mio è stato che mi hanno arrestato, sennò concludevamo...
Dott. Romano: L'affare.
Cappello S.: ...l'affare, si metteva a disposizione per questi appalti.
Dott. Romano: E quindi effettivamente voi vi muoveste per fare avere voti a questo qua?
Cappello S.: Gli abbiamo fatto prendere un sacco di voti.
Dott. Romano: Quindi gliela faceste la campagna elettorale?
Cappello S.: Sì, gli abbiamo fatto una bella campagna.
Dott. Romano: E chi eravate, solamente voi e Giampà Giuseppe o c'erano pure gli altri... chene so Molinaro Maurizio...
Cappello S.: C'erano tutti gli esponenti quasi del clan. Io, se non ricordo male, c'era... incontrai pure a Giuseppe Chirumbolo lì sopra, a Emiliano Fozza...
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Nel corso del verbale di interrogatorio del 15.02.13 il GIAMPA' riconosceva in foto Scaramuzzino Giovanni, detto 'Chicco', mentre riconosceva l'Aiello nel corso dell'interrogatorio del 5.02.2013.Anche GIAMPA' è stato nuovamente interrogato in data 3 luglio 2013 in merito alla vicenda in esame.Il GIAMPA' ha poi aggiunto che SCARAMUZZINO lo ha presentato ad AIELLO senza l'utilizzo di parole particolari ma con il nome ed il cognome, anche se poi, a specifica domanda del PM, ha ricordato di essere stato definito come "una persona importante di Lamezia Terme".Per quanto qui specificamente interessa, il collaboratore ha inoltre puntualizzato che la discussione è stata condotta da SCARAMUZZINO; alla fine, a domanda del PM, ha riferito che AIELLO "gli aveva detto che se avesse ottenuto un paio di migliaia di voti a Lamezia, sarebbe messo a disposizione”.
Il triste elenco di morti ammazzati nel lametino redatto dalla Procura di Catanzaro nell'ambito delle risultanze investigative dell'operazione PERSEO
(da sett. 2000 a lugl. 2011)

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Non sono persuaso che, anche se la testimonianza dei due fosse veritiera, l'Aiello fosse in uno stato di conoscenza consapevole di chi fossero i suoi interlocutori (anzi si desume esattamente il contrario); nè da quello che ho letto su questo sito ci sia una prova di come l'Aiello abbia favorito i due. Può darsi che mi sbagli: ma se quella riportata è la prova principale, difficilmente reggerà in un processo.
Piuttosto - e su questo punto concordo con la magistratura - denuncio il silenzio della società civile. Adesso diremo "colpa dei politici": e invece no è colpa solamente nostra.
Sveglia Calabria, sveglia giovani: abbandoniamo la mentalità dei nostri genitori (ancora legati a riti tribali come chiedere l'intervento dell'amico, la raccomandazione, il prostrarsi al primo pre-potente etc.) ed acquisiamo maggiore coscienza civile e rispetto dello stato (che è tutti noi non un terzo) e del prossimo. Rivoluzione culturale: meno egoismo e più lavoro.

Anonimo ha detto...

la verità è che se vogliamo veramente cambiare questa popolazione dobbiamo isolare i criminali ed evitare (chi può e deve) che si infiltrino nelle istituzioni. Sono dell'avviso che meglio perdere una competizione elettorale e dormire sonni tranquilli che vincere e non essere più padrone delle tue idee.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con il commento del 30 luglio: fuori determinati soggetti dalle istituzioni.
Ma anche la popolazione la smetta di elemosinare richieste o prebende dalle pubbliche amministrazioni. No ai mafiosi ma no anche alle logiche mafiose sottese a certe richieste fatte dalla popolazione ai potenti di turno

Anonimo ha detto...

Non solo taralli ma anche Cetrioli con la C grande!! Venghino signori venghino lo spettacolo è appena iniziato. Speriamo solo resti in piedi qualcuno o per le amministrative 2014 con questo andazzo Crupani non avrà liste. Un caro saluto a tutti i piegati a 90 gradi che senza il loro politico rischiano la disoccupazione, a loro consiglio di non stare troppo a 90 gradi, di questi tempi è rischioso, i taralli hanno il buco ma i cetrioli hanno la punta, occhio !

Anonimo ha detto...

basta con questo mercato di voti per false promesse o qualche spicciolo cerchiamo di dare la giusta importanza alla dignità umana e dare un degno futuro ai giovani, tanto penalizzati da questa pseudo classe dirigente incapace di gestire la cosa pubblica e fatta diventare da loro "cosa nostra". rinnoviamoci veramente isolando questa gente ed i loro sciacquetti.

ndranghetista DOC ha detto...

Mi INDIGNO davanti al sistema Calabria. Collusione tra politica, criminalità, istituzioni, economia... ma non riesco a dare la colpa solo allo Stato. Dov'è la società civile? perché non si indigna? BASTA telefonare all'amico per fare una semplice visita media, magari senza passare dallo sportello ticket, BASTA rivolgersi all'amico politico per avere un certificato al catasto, BASTA essere schiavi delle promesse politiche di lavoro solo per passare il turno elettorale e salvaguardare una casta che è essa stessa portatore di numeri (di consensi)... BASTA stare in silenzio davanti alla ‘ndranghera che ci corrode poco a poco che impedisce lo sviluppo economico e la rinascita...
Un tempo era la ndrangheta a cercare i politici, oggi forse è il politico che cerca il sostegno della ndgrangheta...INDIGNAMOCI TUTTI !!!
nessuno parla del fenomeno criminale, non ne parla il dibattito politico, non ne parla la chiesa, non ne parliamo noi ragazzi. Eppure è un fenomeno che da troppi anni ha messo un chiaro STOP allo sviluppo della Calabria.
Noterete voi come, questi uomini si presentano ai nostri occhi mal vestiti, sempre gran lavoratori, sempre in cerca di lavoro, eppure la "ndrangheta spa" è un giro d'affari da 120 miliardi di euro all’anno (quasi io 10% del PIL nazionale). tutta ricchezza da ostentare al nord, all'estero fuori dai vicoli e dalle piazze calabresi, e qui sempre più in povertà culturale ed economica. Eppure è la ndrangheta radicata ormai nella politica, nelle istituzioni, nella società (la cd zona grigia). Forse vuole a tutti i costi mantenere in piedi una società calabrese pervasa da ignoranza, sottosviluppo, da emigrazione dei giovani, dal voto condizionato semplicemente per una grande bisogno e desiderio di lavoro senza lasciare la propria terra...
Invece il risultato di questo sistema è che la società si è arricchita di "mafiosità". Nessuno si indigna, nessuno ne parla, anzi tutti sotto i palchi ad applaudire i proclami, ancora si emigra per lavorare con dignità, è bandito il voto d'opinione.
è chiaro ! è sulla ignoranza, sul bisogno, sulla schiavitù, sul sottosviluppo che la ndrangheta e la mafiosità radica il proprio affare.
Se fossimo consapevoli del fenomeno, se ne parlassimo a gran voce, se ci fosse lavoro "libero", se ci fosse meritocrazia, se la politica desse spazio ai giovani eccellenti allora non arriverebbero i grandi finanziamenti di Obiettivo 1 che generano appalti da spartirsi, nessuno voterebbe più i politici ben amalgamati col sistema, la Calabria sarebbe in grado da sola di generare lavoro e benessere (sviluppo)senza dire grazie a nessuno se non alle proprie capacità...Ma questo matrimonio non sa da fare !
...continua

ndranghetista DOC ha detto...

...continua
IO MI INDIGNO !!! davanti ai centinaia di giovani che anzicchè gridare cambiamento, dignità, LIBERTA' gridano poverino e vittimismo per Piero Aiello o per altri similari. Non è Aiello il punto, è un sistema fatto di tanti AIello da più di 30 anni al potere, e dov'è il cambiamento, dov'è lo sviluppo, dov'è il grande progetto lungimirante per la Calabria ! Sono certa la magistratura ha fatto e farà bene il suo lavoro, magari assolvendo a giusta ragione l'Aiello di turno ma la mia condanna è al sistema Calabria, alla società che ancora non sente forte quel sussulto di dignità che invece vorrei sentire urlato nelle piazze, nei consigli comunali, nelle scuole...
l'etimologia della parola NDRANGHETA pare sia riconducibile al greco Andraghetos (che vuol dire uomo di coraggio!) Partendo dal suo significato letterale e primordiale, mi sento una 'NDRANGHETISTA DI CALABRIA, mi sento una donna di coraggio, e come tale isolata, calpestata, mal vista...perché così vuole il sistema...Il coraggio di parlare è la prima cosa da annientare !!!
A tutti gli uomini e donne come me l'invito è di non restare in silenzio come se il problema non fosse suo, a rendersi conto che questo sistema è diventato una mela, lucida e gustosa all'apparenza, ma dentro è marcia e piena di vermi...Abbiamo il coraggio di aprire la mela, di sentire la puzza del marcio e di buttarla nel cestino per raccoglierne una "buona" dall'albero Calabria.
Aiello non è il problema, ma lo è il sistema Aiello, che è cosa ben diversa !!!
E contro questo sistema, prima ancora della magistratura, che MI INDIGNO !

Anonimo ha detto...

condivido la ndranghetista doc e mi congratulo con lei; e, da libero cittadino, aggiungo rivolgendomi a tutti i Calabresi e non che in un modo o in altro danno sostegno a chi vuole imporre la propria volontà eludendo leggi e regole alimentando quel sistema che tanto danno ha recato e reca ancora a tutta la Calabria. A questi signori domando se quando rientrano la sera a casa loro hanno il coraggio di guardare i propri figli negli occhi! e cosa potranno mai raccontargli del loro sporco operato? la vita è bella è va vissuta in piena libertà, nella pace e nella serenità.