27 agosto 2013

Sono stanco di scrivere di ragazzi morti


Sono stanco di scrivere di ragazzi morti. Stanco e nauseato. Stanco di dare ad ogni morte un motivo, una spiegazione: è morto perché è capitato: un incidente. Stanco di consegnare ai lettori un messaggio: si poteva salvare se il conducente anziché distrarsi fosse stato attento. Stanco di parlare di buche, marciapiedi barcollanti e canali di scolo intasati. Di lampioni spenti o di incroci predisposti senza arte e né parte. E nauseato di dire sempre che le Amministrazioni locali non s’impegnano a rendere sicure le nostre strade, a rendere più sicura la nostra libertà. Nauseato e stanco. 
Il primo fu Pietro Paolo Pulella a soli 21 anni sulla provinciale per Calabricata l’11 novembre 2005. Il camionista non vide la sua moto o lui non si accorse che aveva un tir davanti. Poi fu la volta di Gaetano Esposito, sempre di 21, la notte di Pasqua del 16 aprile 2006 (anzi, non scrissi nulla, scattai solo la foto che andò in prima pagina sul giornale). La curva sul ponte Simeri fu la sua maledizione. Forse non la vide davvero e andò diritto. Poi tanti altri. Giovani, soprattutto. Ragazzi nel fiore degli anni. Nella primavera della vita. Decine e decine in pochi anni. La 106 non è la strada della morte: è il nostro futuro. Noi non meritiamo di meglio. Non meritiamo una strada normale, a doppia corsia e illuminata come tutte le altre. Siamo noi che abbiamo voluto che le cose andassero così.
Non ce la faccio più a puntare l’indice contro nessuno che non sia verso noi stessi. Noi. Noi che piangiamo i nostri figli e non abbiamo il coraggio di dire basta all’andazzo di chi decide il nostro destino, a quelle cose che ci propinano senza consultarci e che ci costringono a farcene una ragione. Che accettiamo con convinta dignità che qualcuno costruisce le caserme e le chiese sulla 106 e poi magari ci viene pure lo scrupolo che “se il fruttivendolo avesse aperto più in là… forse…”.
I 12 anni di Matteo sono un punto di ritorno. Difficile pensare qualcosa di più insopportabile. 

7 commenti:

Anonimo ha detto...

grazie Grimaldi per le belle parole che hai scritto e per la tua professionalità dimostrata,ognuno di noi può si è posto la domanda del perchè è morto il ragazzino e se si poteva salvare,se ognuno di noi rispettasse le normative vigenti sul territorio italiano oggi non piangeremo "Matteo" è vero ci sono buche,manca l'illuminazione, la 106 attraversa e divide in due i vari paesi,pericolo in ogni angolo,ma rispettiamo la poco segnaletica esistente? rispettiamo il limite di velocità? le linee continue per non parlare delle doppie file, se ricorda bene Grimaldi qualche buon cittadino è arrivato a rubare quei piccoli lampeggianti messi per terra messi per segnalare un pericolo, auguriamoci che con la costruzione della nuova 106 gli incidenti di questo genere non succedono più e mi unisco al dolore di questa famiglia.

Anonimo ha detto...

Emilio, un pezzo forte, privo di accuse, pieno di verità. La vita va avanti e fra qualche mese al popolo non importerà di come questa vita sia stata spezzata. E' una fra le migliaia di persone che sono morte nella 106 fra taranto e reggio calabria. La notizia è stata forte perchè era un 12enne che era davanti al negozio. Un 12enne che iniziava a spaccarsi la schiena per aiutare un nonno stanco. Non c'è coscienza in questa terra ma spirito di adattamento E chi ha un pò di coscienza deve rinunciare a lottare perchè solo. Così è se vi va altrimenti emigrate. Questo è il sunto di questa terra.
Qualche anno fa, ci fu un torneo per ricordare i ragazzi scomparsi,senza mancare di rispetto a quelli più vecchi deceduti su questa strada o per malattie diciamo fortuite, ma il tutto allunga solo quella lista perchè quel torneo poteva rappresentare un inizio per cambiare le cose. Invece, tutto è morto lì, è rimasto tutto inerte.

Con il se ed il ma, una vittima in più sulla strada del nostro paese. Chiedo una cosa, piazzare colonnine ogni 200 m per rilevare la velocità, oppure 50 m prima di ogni bivio, no?
Spendere parte di quei 10000 euro (non so se li percepisce ancora o li percepiva, ho sentito voci di corridoio) che il comune riceve dall'ANAS ogni anno per gestire questo tratto di 106? Si tratta solo di buon senso, nessuna accusa su come amministrano i soldi ma non ci siamo.
Pensate questo: la prossima vittima potrebbe essere "tuo" figlio.

Anonimo ha detto...

Dopo la commossa vicinanza alla famiglia di Matteo arriverà l'importante momento della definizione delle responsabilità...ed una parte rilevante di queste ricadranno di certo (almeno moralmente) su chi amministra.
Anche un incompetente (come me) capirebbe che basterebbe installare dei dissuasori fisici di velocità* nei tratti rettilinei corrispondenti a zone abitate o con prossimità di transito pedonale per impedire il raggiungimento di velocità pericolose...un rettilineo di quella lunghezza permette infatti di raggiungere volendo anche i 250 km/h..di certo l'idiota di turno non rallenterà mai solo perchè vede dei cartelli stradali con limite a 50 km/h...anas, sindaco e assessori, sveglia!!! la vita è sacra!!!

* http://storage.provincia.re.it/file/allegato-a.pdf

Rosalba ha detto...

Quello che penso sempre, ogni qualvolta percorro la SS106, guardando quei fiori sparsi qua e là E' che gli altri possiamo essere NOI, in pochissimi istanti...NO ALLA RASSEGNAZIONE!!!!!

Anonimo ha detto...

La verità? è che non siamo rappresentati da nessuno, la colpa è anche un pò di tutti noi che puntualmente andiamo a votare, a tutti i livelli (comune, regione e parlamento) candidati incapaci e non in grado di portare avanti i problemi vecchi e nuovi della nostra terra, in particolare del nostro comprensorio. Siamo veramente soli!!! e Matteo ci manca tanto, pace alla sua anima benedetta.

Anonimo ha detto...

basta con queste morti assurde!basta ne siamo stremati
fino a quando l'interesse del singolo prevarra' su quello della comunita' assisteremo inermi a queste tragedie
E' MAI POSSIBILE CHE SU QUESTA STRADA NONOSTANTE CARABINIERI VIGLILI GUARDIA DI FINANZA ETC ETC NESSUNO ABBIA MAI PENSATO DI METTERE DEI SISTEMI DI CONTROLLO NEI PRESSI DEI CENTRI ABITATI?
CI SONO DEI POSTI DOVE I DOSSI ARTIFICIALI E LE TELECAMERE E I SEMAFORI LA FANNO DA PADRONI
DA NOI I PADRONI DELLE STRADE SONO I MATTI CHE PER LA LORO INCURANZA DISTRUGGONO LA VITA DI BAMBINI E DI ADULTI SENZA NEPPURE AVERE LO SCRUPOLO CHE LE LORO AZIONI POSSONO DETERMINARE SCIAGURE E DOLORI INENARRABILI

Anonimo ha detto...

Scrivo qui , non sapendo dove farlo . svariate volte scendo dalla strada che da Calabricata porta al bivio del feudo Ss 106 , un bivio molto PERICOLOSO !
MA UNA COSA LA DEVO SCRIVERE , MA SAPETE QUANTE VOLTE RISCHIO DI ESSERE INVESTITO DAKKE MACCHINE CHE TRANSITANO SULLA SS106 a causa Del fruttivendolo che è dislocato al bivio ?? MACCHINE PARCHEGGIATE IN MODO SELVAGGIO SENZA CHE SI CURINO DELLA PERICOLOSITÀ CHE CREANO !
CARABINIERI E VIGILI DI SELLLI MARINA FATE VEDERE LE PALLE ! Multate ste cavolo di macchine parcheggiate anche in senso opposto di marcia !