25 settembre 2014

Belcastrowind, tra Castelli e Castellacci

Il Castellaccio di Belcastro, secondo il piano regolatore vigente

“Verde attrezzato e parchi.” È la denominazione della zona ricadente intorno al Castellaccio di Belcastro - risalente all’epoca dell'imperatore Giustiniano (482-565), se non addirittura antecedente - dove la Wind ha individuato il sito per installare un ripetitore di telefonia mobile. La medesima classificazione del Castello dei conti d’Aquino, per intenderci. E dove è pressoché impossibile, quanto stravagante, costruire. Salvo “piccole strutture connesse con la destinazione di zona.” E un traliccio di certo non lo è. A voler essere più precisi il Piano regolatore comunale inserisce delle norme particolari: “Per gli interventi si prescrive il rispetto al carattere dei luoghi e ai valori storico–ambientali. In particolare, occorrerà per le piccole strutture ammesse utilizzare materiali e forme della tradizione costruttiva locale, affinché si armonizzino con il contesto; gli interventi è opportuno che siano anticipati da opere di restauro ambientale e di ingegneria naturalista.”
Le rivelazioni dello strumento urbanistico, qualora ce ne fosse bisogno per l’immaginario collettivo dei belcastresi, lascia sgomenti. Soprattutto dopo la risposta del sindaco, Severino Ciaccio, alle legittime preoccupazioni dei cittadini: “La Wind chiedeva nel 2011/2012 di poter collocare l’impianto nell’area Castello e poi sul tetto di Palazzo Poerio. Cosa impossibile per l’esistenza di vincoli storico-monumentali e paesaggistici. Dopo aver visionato altri siti suggeriti da privati di cui è superfluo parlare la società ha formalizzato l’interesse alla zona oggetto di discussione anche perché i precedenti siti risultavano inidonei per il tipo di servizio pubblico che doveva garantire a più utenti possibili.” Qualcuno del Comune non avrebbe visto, allora, che la zona del Castellaccio è identica, per valore e patrimonio culturale, al Castello al quale, contrariamente, non avrebbero battuto ciglio nel riconoscere “vincoli storico-monumentali e paesaggistici.” Ci sono castelli e castellacci. Non tutti i castelli sono uguali.
Non solo, ma tutto il crinale della “Turra” è circondata da un anello a rischio frana. Livello: R4, il più alto della scala di riferimento. Il traliccio di telefonia mobile opererebbe come uno spillo conficcato alla punta di un iceberg.


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non si fa più.

Anonimo ha detto...

Non è che non si fa più, ma piuttosto è stata smascherata la meschinità e il cinismo di taluni che hanno tentato di truffare il paese in barba alla legge (vedi piano regolatore). Del resto se la TIM aveva anni addietro posto la sua antenna a Migliari, qualcosa stava a significare. Il problema non è mai esistito nella realtà, perché anche se l'antenna fosse stata posta in essere, i responsabili sarebbero stati arrestati per truffa, mentre ora dovranno rispondere solo di tentata truffa.

Anonimo ha detto...

I lavori sono cominciati stamattina