9 febbraio 2015

Filippa, la Protettrice dei malati di cuore

La copertina di "Mi chiamo Filippa" di Suor Giulia Maurizi, 
edito da Città del Sole

Filippa, figlia dei baroni Mareri, una ragazza di nemmeno vent’anni vissuta nel 1200, decide di lasciare le vuote ricchezze della famiglia per abbracciare “Madonna Povertà”, proprio come Francesco. Perché  “consente di avere tutto”, aveva spiegato al padre di lei, Filippo Mareri, durante una visita a sorpresa.
Una presenza, questa del poverello d’Assisi nel Castello baronale, che le fa germogliare il fiore dell’amore sconfinato verso i poveri. Gli ultimi. Una missione speciale che chiede in cambio l’abbandono di tutti gli averi terreni per guadagnarli cento volte tanto, anche se sotto altre vesti e altra luce. E’ bastato sentire la sua voce, incrociare i suoi occhi, per leggere nel proprio cuore una verità nuova da quella che la famiglia aveva pensato di riservare per lei. Una verità da scoprire. E che la madre forse già sapeva. Prima della sua nascita sogna di un pellegrino che prima le consegna una palma e poi se la riprende.

Vive in una grotta per due anni insieme ad alcune consorelle per “essere più vicina al Signore”. Poi il miracolo, uno tra i tanti che costellano la sua vita. Quel fratello, Tommaso, che più degli altri aveva osteggiato la sua scelta, le consegna una villa con annessa una chiesa, di proprietà della famiglia, perché possa continuare a vivere la sua spiritualità. Ma lei ha un talento particolare, un dono inimitabile. Sa “scrutare i cuori” degli uomini. Il loro amore, soprattutto. Se è rivolto verso Dio o verso i propri simili. Forse è per questo che la sua agonia inizia il 14 febbraio del 1236, il giorno degli innamorati (senz’altro una felice liceità letteraria dell’autrice, a metà tra storia e racconto). E finisce due giorni dopo. Anzi, non smetterà mai di manifestarsi, la grazia. Prova ne è che il 6 ottobre 1706, dopo circa cinque secoli dalla sua morte, il suo cuore è stato ritrovato incorrotto. E così si è scoperto che è “la protettrice dei malati di cuore”.
Prima ci si innamora e poi ci si ammala. È qui che interviene Lei.
L’agiografia curata da Suor Giulia Maurizi è un testo prezioso. Che ci consegna un’esistenza d’altri tempi. Quasi impensabile oggi giorno dominato dai social Network e dove preti e rappresentanti delle religioni credono basti un click per annunciare la Parola di Dio.
Una storia scritta con un linguaggio semplice, proprio per “renderla fruibile alle nuove generazioni,” motiva. E non poteva che farlo con il cuore. Come quando “un cuore parla ad un altro cuore”.

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1 commento:

domenico dragone - ha detto...

Domenico Dragone- la mia protettrice " Filippa " non conoscevo questa leggenda o storiella ma a Lei ho donato il mio cuore per rappezzarlo alla meglio e ci è riuscita, grazie Filippa.