4 giugno 2015

Quei malati che Scura non ha visto a Catanzaro

Pazienti nella Sala Osservazione breve del Pronto Soccorso del Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Malati che Massimo Scura non ha visto durante la sua visita al Capoluogo 

Massimo Scura, quell’anziano che soffre di insufficienza renale, non l’ha visto. Neanche quello che per l’ematemesi che l’affligge vomita sangue ad ogni piè sospinto. E che per tutta la notte sono stati rintanati nella “Sala di Osservazione breve” (da occupare solo per qualche ora) del Pronto Soccorso del Pugliese di Catanzaro. No, questi, non li ha visti, Scura.
Al commissario regionale della Sanità i dirigenti dell’Azienda Pugliese – Ciaccio hanno fatto vedere dei muri imbiancati, di vernice fresca, come si usa per le visite dei Capi di Stato. Per una vista di cortesia, che tutto va bene se ci si impegna allo scopo. Tutti tirati a lucido. Anche i malati. Qualche malizioso avrebbe potuto chiedersi: ma che ci stanno a fare qui? Le barelle che per tutti gli altri giorni dell’anno hanno occupato corridoi e ascensori di reparti e sale del Pronto soccorso, queste, il signor Scura, non le ha viste. Non ha controllato un ospedale, ma una struttura che viaggia a meraviglia. Che cura i pazienti tanto bene che non c’è bisogno che ci siano. Lì, barellati da qualche parte. L’ingegnere Scura, tirato per la giacchetta da primari camiciati e dirigenti che per paura di perdere la poltrona se la sono portata addirittura appresso durante la passerella, tanto che si erano anche preparati la giustificazione per tale stranezza: “Non è per me. È per Scura, nel caso sentisse il bisogno di sedersi.”
A Scura, di nome e anche tenebroso di fatto, nessuno ha detto che al Pronto Soccorso del Pugliese gli infermieri non vanno in ferie da un anno circa. Nessuno ha avuto l’ardire di dirgli questa forzatura del “tutto va bene”. Nessuno gli ha detto che nel Triage, sala di valutazione del paziente, dovrebbero essere in due, uno per raccogliere le notizie del paziente e uno per valutare la patologia nel caso in cui dovesse peggiorare. Nessuno gli ha detto che c’è sempre stato uno solo nel Triage. Nessuno gli ha detto che la dirigente Costanza Pullano ci tiene così tanto ai suoi infermieri che non solo non li manda in ferie, per mancanza di personale, ma non gli fa fare neanche il turn over con quelli degli altri reparti. Nessuno all’uomo del Monte glielo ha detto.
Scura ha visto un Pronto Soccorso imbellettato. Che avrebbe bisogno di qualche altra stanza per accogliere i pazienti. Ma che in sostanza va bene. I primari sono salvi. Essere secondari a quelli dell’Azienda Mater Domini di Germaneto per loro non è solo il colmo ma una declassazione che a Catanzaro ha solo un significato: non contare. Loro ci tengono a contare. Non i numeri, ma a contare nella vita. A essere importanti. A continuare ad esserlo. Ad esser cercati da politici e galoppini per sé e i discendenti. Per gli amici e la prole. Loro vogliono solo continuare ad essere primari. Poi secondari a quelli di Germaneto, che di Catanzaro neanche sono, sono tutti di Napoli, sarebbe uno schiaffo, un’umiliazione grande. E loro non vogliono sentirsi umiliati. Lo fanno per i figli e i figli degli amici. Ci tengono anche a loro, a che anche i figli non si sentano secondi a nessuno.
Queste cose a Scura non gliel’hanno dette.
Tutti a Catanzaro hanno paura di diventare secondi. E più in alto sono, più hanno paura. E più in basso sono, più vengono dimessi. Neanche in Ospedale possono stare. Il giorno precedente all’arrivo di Scura hanno fatto piazza pulita. Hanno dimesso l’impossibile. Tutti i barellati. Scura non doveva e né poteva permettersi la facoltà di vedere anziani vomitare sangue e gridare per il dolore tra un reparto ed un altro. Scura ha visto solo persone che stanno bene. E che addirittura pure i posti letto sono troppi. Eccetto se si fa male, per caso, solo per caso, l’onorevole Piero Aiello. Per questa evenienza straordinaria poi il posto c’è sempre. E’ riservato. I dottori e i primari volentieri cedono il loro lettuccio al senatore perché sanno che cederlo a lui significa continuare ad essere primari. Quasi come i numeri primi. E non multipli di qualcun altro.

Nessun commento: