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15 febbraio 2013

Scuola di ladri a Botricello


Vicina al fuoco aspettava l'arrivo del figlio. Erano circa le sei di sera. Già buio per il mese di febbraio. Aspettava il toc toc alla porta con impazienza. Un segnale caratteristico che le aveva insegnato per bene. Toc, toc e toc. Tre volte. "Se non senti suonare così non aprire!", le aveva detto. Lei, una vecchietta di 90 anni suonati, non aveva fatto obiezioni. Quella sera stava facendo tardi. Non sapeva che Giuseppe aveva avuto un contrattempo. Bussano. Avverte che non è il figlio. Ma l'angoscia prende il sopravvento sulla memoria e sulla malizia. Apre. "Sono Maria della Chiesa". "E che volete"? "Sono Maria della Chiesa, quella delle offerte. Mi fate entrare"? "Sì, va bene. Entrate".
La chiesa, la donna della Chiesa... Ha un sussulto. "Perché il regalo a mio nipote non l'avete portato"? Come un ritornello la voce straniera riaccende il disco: "Sono Maria della Chiesa. Quella delle offerte". Forse è sorda, pensava la nonna. Nel frattempo avanza nella casa. Vede il camino e ci si fionda. Già si sente a suo agio. Vecchia e sola. Sapeva il fatto suo. "Sono Maria della Chiesa. Posso andare in bagno"? "Certo, sì. Andate. E' di là". Apre ed entra. Lo fa con scioltezza. E' uno schema consolidato. Cammina e guarda. Controlla e registra. Oggetti e spazi. La nonna non si fa abbindolare. E' curiosa. E si piazza dietro la porta. "Mi date la carta igienica?". "Se volete questi fazzolettini che ho in mano... ma la carta igienica no". Prenderla significava entrare nella stanza di piccole dimensioni e dare le spalle all'infiltrata lasciandole la libertà di fare quello che voleva. Non si dà per vinta. Esce dalla toilette e ritorna nel suo angoletto. Fuoco e divano. Divano e fuoco. E porta d'ingresso e d'uscita. Prende il cellulare e bisbiglia. La nonnetta sbotta: "A chi chiamate"? "Ad una mia amica se vuole venire pure lei qui da voi". "A casa mia non viene nessuno e andatevene pure voi! Adesso chiamo mio figlio poliziotto e vi faccio andare in galera". Maria non è più quella della Chiesa. Non lo era. Non lo è mai stata. Il sentire la parola "polizia" la scrolla come un secchio d'acqua. E se la dà a gambe levate. Sull'uscio lascia cadere una chiave. Grande come una clava. Aveva trovato e nascosto tra i vestiti.  Anche questa faceva parte del piano. Sarebbe servita poi per finire il lavoretto. O all'amico che la stava aspettando in macchina. Per un attimo s'incrocia con il figlio che finalmente arriva. E' solo un attimo. Sgommano. E non si fanno più vedere. Neanche in Chiesa.

4 commenti:

  1. MARIA(non quella della chiesa)16 febbraio 2013 alle ore 14:14

    io ho le chiavi di casa di mia suocera quando vado da lei apro con le mie chiavi cosi' non rischia quando e' da sola
    ormai non ci si puo' fidare piu' di nessuno
    occhi aperti a tutti i figli superimpegnati che si limitano ad una visitina ogni tanto dai genitori
    CI HANNO CRESCIUTI TRA MILLE DIFFICOLTA' ADESSO SONO LORO AD AVERE BISOGNO DI NOI
    SONO COME BIMBI IN BALIA DI CHI OFFRE LORO UN SORRISO
    QUANDO DIVENTANO NONNINI INDIFESI DOVREMMO RENDER LORO OGNI GIORNO I BACI E GLI ABBRACCI CHE CI HANNO DATO QUANDO ERAVAMO PICCINI

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  2. madonna mia che sintassi

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  3. MARIA(non quella della chiesa)19 febbraio 2013 alle ore 14:29

    RISPONDO AD
    Anonimo che ha detto...
    madonna mia che sintassi
    CREDO CHE IL SARCASMO E L'IRONIA IN QUESTI CASI VADANO A FARSI BENEDIRE
    EVITA DI FARE COMMENTI DI QUESTO TIPO
    DOVRESTI PROVARE A DIRE COSE COSTRUTTIVE E CON UN NESSO LOGICO

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La vita mi ha insegnato che le persone non cambiano. Ingrassano, diventano più cattive, ma non cambiano. Eccetto i saggi, gli artisti e i bambini