24 marzo 2009

Parla Gianluigi Nuzzi sullo scambio di auguri di papà su Facebook che è costato a Genchi la sospensione dalla Polizia



Gianluigi Nuzzi, giornalista di Panorama, non pensa che Genchi sia un “bugiardo”. Ma crede di avergli detto “una bugia, condizionando il suo approccio libero alla conoscenza della sua vicenda”. Non ritiene che lo scambio di battute sia stato solo un pretesto del Capo della Polizia per toglierlo dal corpo, “altrimenti nemmeno Genchi lo stimerebbe”, dice . Infine, gli augura di essere “innocente”. E “che possa chiarire quanto gli contestano”. E “di non fare demagogia” sulla sua pelle.

Se l'aspettava? Che le risposte di Genchi a lei, su Facebook, avrebbero sortito l'effetto di toglierlo dalla Polizia?
Non mi aspettavo che il mio confronto con Gioacchino Genchi sortisse la sospensione di quest'ultimo dalla polizia. Non me l'aspettavo per il semplice fatto che non indossando una divisa non conosco le norme che regolano le pubbliche dichiarazioni degli appartenenti alla polizia di Stato. Invece, immagino oggi che Genchi, essendo un poliziotto conosca e condivida i regolamenti sottoscritti. La domanda quindi andrebbe magari posta a lui: "Dottor Genchi non ha considerato che con le sue esternazioni avrebbe potuto determinare una reazione da parte della polizia dalla quale dipende?"

Secondo lei, Genchi ha davvero offeso il prestigio delle Istituzioni dello Stato?
Penso che abbia offeso il prestigio di una Polizia dello Stato ovvero della Guardia di Finanza e di generali di questo Corpo addossando loro, senza indicarli con nome e cognome, ombre e responsabilità. L'attuale sovraesposizione di Genchi determina un'amplificazione delle sue affermazioni. E' come se un questore, per fare un mero esempio scolastico, dicesse che i generali della Finanza maneggiano, ordiscono trame etc etc.....

Non le sembra eccessivo il provvedimento del Capo della Polizia nei confronti dell'ex consulente di De Magistris, essendosi trattato, comunque, di uno scambio di battute su un social network, facebook, anche se poi pubblicato pure sul suo blog e su 19 luglio 1992?
Non conoscendo i regolamenti della Polizia non sono in grado di risponderle. Ma direi di no. Che non lo trovo eccessivo se si considera che la Rete, Internet, oggi come oggi è una piazza mediatica come molte altre. E' questa la sua forza che noi internauti riconosciamo e di questo andiamo orgogliosi no? E quindi produce reazioni ed effetti come qualsiasi altro strumento di comunicazione.

Si sente, o si è sentito, "strumentalizzato" da qualcuno o da qualcosa più grande di lei?
Sì, mi sono sentito strumentalizzato. Ma solo da Genchi, proprio perchè so come è nata la cosa, da una mia semplice battuta sulla pagina di Genchi. Lo ringraziavo per gli auguri della festa del papà aggiungendo la frase "mal sopportando alcune bugie". La frase era riferita a un fatto preciso che poi Genchi mi ha spiegato. Tra l'altro non penso che lui sia un bugiardo, a differenza di quanto Genchi afferma, ma ritengo che mi abbia detto una bugia condizionando il mio approccio libero alla conoscenza della sua vicenda. E' questo che gli contestavo. Come dire: "Mi sono avvicinato, ti ho rivolto delle domande sulla tua storia e tu mi dici bugie?" Questa era la mia reazione. Di contro Genchi ha aperto la pentola dei veleni accusandomi persino di aver frugato nei suoi 740. Per fortuna è intervenuto il direttore di Italia Oggi che ha chiarito di esser stato lui e non io a pubblicare sul giornale, e non su Panorama, i dati dei redditi.

Non crede che si sia trattato solo di un pretesto per adottare un provvedimento già maturo e pronto per essergli servito contestualmente al suo status di indagato dalla Procura di Roma?
Il fatto che Genchi confermi la stima al capo della Polizia dopo il provvedimento di sospensione mi fa pensare che nemmeno Genchi ritenga che sia stato fatto tutto ad hoc, altrimenti non lo stimerebbe. No? O forse le motivazioni sono altre....

Si è sentito con Genchi appena gli è stato sottratto il tesserino da poliziotto?
No, non mi sono sentito. Gli ho scritto una email su Facebook dopo che ho letto delle minacce contro di me espresse sulla sua pagina personale da un suo "amico". Non mi ha risposto.

Cosa direbbe a Genchi?
Gli direi che mi auguro che sia innocente e che possa chiarire quanto gli contestano e di non fare demagogia sulla mia pelle che non ricava nulla se non scetticismo sul suo agire, aldilà dei supporter da stadio.


Di seguito lo scambio di auguri “incriminato”. Il giorno della festa del papà fra Gioacchino Genchi e Gianluigi Nuzzi:

GENCHI: Auguri a tutti i papà, in una Patria che ormai sembra rimasta orfana ... L'affetto e l'abbraccio dei miei figli mi consola e mi aiuta a combattere"

NUZZI: "Ricambio gli auguri...seppur mal tollerando alcune tue bugie..."

GENCHI: "Le bugie sono solo quelle che scrivi tu e il tuo giornale, solo al servizio di chi vi paga."

NUZZI: "Troppo facile Gioacchino, mi aspetto di più , che bugie avrei scritto? Invece ricordo perfettamente che a me e David negli studi di Telelombardia negavi di aver compiuto accessi patrimoniali, ora sei indagato anche per questo no?"

GENCHI: “Vedo che sei bene informato! Sicuramente sei più informato di me, visto che alla stampa la Procura della Repubblica di Roma ha fatto sapere più di quanto non ha detto a me. Non c'è una sola mia attività di consulenza o di perizia - dicasi una - in cui mi sono mai occupato di indagini patrimoniali o fiscali. Non ne capisco nulla di indagini patrimoniali e/o fiscali e non ho mai fatto mistero della mia ignoranza. Conosco solo il mio lavoro, che è noto a tutti. Per il resto non sono mai stato un tuttologo. Se fossi un esperto di diritto tributario e fiscale non pagherei, come pago, tre consulenti, per occuparsi della gestione delle mie attività. Ciò posto ti preciso di avere solo verificato la corrispondenza di alcuni codici fiscali, con i quali risultavano intestate alcune schede telefoniche GSM. Sai benissimo quanto è facile generare un codice fiscale falso, anche con uno dei tanti programmi distribuiti su Internet. Sai pure quant'è facile attivare una scheda GSM con un codice fiscale falso. L’unico modo per verificare la corrispondenza al vero di un codice fiscale e la reale esistenza del soggetto che assume di essere titolare, è l’interrogazione delle banche dati (pubbliche) dell’anagrafe tributaria. Io ho solo fatto questo, sempre e soltanto su specifica e dettagliata autorizzazione di tutti i magistrati che mi hanno conferito gli incarichi, compresi quelli della Procura della Repubblica di Roma, con i quali ancora lavoro in indagini molto complesse, riguardanti anche degli omicidi. Non potendomi attaccare su altro, grazie ai tuoi amici generali della Guardia di Finanza su cui stavo indagando, hanno cercato su cosa fregarmi, visto che il Pubblico Ministero Luigi de Magistris (come tutti i Pubblici Ministeri ed i Giudici di Italia), mi aveva autorizzato ad accedere all’anagrafe tributaria, per verificare i codici fiscali delle utenze telefoniche. Grazie a questa scusa hanno avuto gioco facile per perquisirmi e portarsi via tutti i miei dati, compresi quelli che li riguardavano direttamente, senza nemmeno contestarmi quali codici fiscali io avrei interrogato abusivamente, senza averne titolo. Nel decreto c’è scritto che io avrei interrogato i codici fiscali di soggetti di Milano che non potevano avere alcuna attinenza con le indagini sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone. Tutti sanno gli sforzi investigativi che sono stati fatti proprio su Milano nel vano tentativo di rintracciare la bambina. La vicenda del filmato del metronotte, le indagini sui rom lo confermano. Tutto questo è un assurdo. Penso al dolore che ha potuto provare la povera Piera Maggio, solo per il fatto di come l’indagine della Procura di Marsala (vedi caso!) sulla scomparsa della figlia, sia stata presa a pretesto per colpirmi. Prima – se ben ricordi, visto che anche su queste fesserie avete scritto sul tuo giornale – mi erano stati contestati gli accessi abusivi alla Vodafone con la password della Procura di Marsala. Resisi conto delle stupidaggini che avevano detto (anche gli “scienziati” del COPASIR) hanno fatto marcia indietro e non hanno più parlato della Vodafone e di quanto gli interessati dirigenti di quell’azienda avevano riferito. Adesso, visto che gli aspetti principali delle indagini di Catanzaro coinvolgevano alti ufficiali della Guardia di Finanza, hanno cercato di giocare in casa, con i presunti accessi abusivi all’anagrafe tributaria, senza che mi sia stato contestato concretamente un solo nome e/o un solo codice fiscale che io avrei “abusivamente” interrogato, accedendo ad un dato pubblico per ogni cittadino italiano che volesse farlo. Nessuno alla Procura di Roma, però, si è accorto come vi siete procurati al tuo giornale i dati dei miei redditi (sui quali ho pagato anticipatamente le tasse) che invece erano riservati e che sono stati resi noti solo grazie ad una illecita intromissione negli archivi dell’anagrafe tributaria. Chiedi quindi ai tuoi amici della Guardia di Finanza cosa sono gli accessi abusivi all’anagrafe tributaria e come si fanno. Con l’occasione chiedigli pure chi ha fatto gli accessi sulle mie denunzie dei redditi e su quelle dei miei onesti familiari. Se lo fai farai uno scoop e sarai un giornalista che vuole solo ricercare la verità e non rendere il proprio servizio al padrone di turno che gli somministra lo stipendio. Con questo ti saluto, solo perché ho perso troppo tempo ed ho cose più importanti da fare. Siccome ti stimo, perché so che sei un bravo giornalista, ti prego di ritirare l’epiteto di bugiardo che mi hai dato. So pure che la tua coscienza te lo impone, perché anche dietro un cronista come te (sicuramente bravo) c’è un uomo coi suoi sentimenti e le sue idealità.
Per come ti ho conosciuto e ti conosco (e per come ti ho pure apprezzato) so che su molte cose la pensiamo allo stesso modo. Io, però, ho la grande fortuna di essere un uomo libero ed indipendente, che dice le cose che pensa e non ha paura delle cose che fa. Tu, purtroppo, non hai potuto avere la mia stessa fortuna ed in questo hai tutta la mia comprensione e solidarietà, anche se ora sei costretto ad attaccarmi, pure su facebook.
Gioacchino Genchi
P.S.
Tanti auguri comunque, visto che anche tu, Gianluigi, sei un fortunato papà, come lo sono io!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie per la riproduzione fedele e per questo contributo a fare chiarezza
Gianluigi Nuzzi