3 maggio 2009

Le mani di Vincenzo Restuccia e di Giancarlo Elia Valori sulla diga del Menta. Le pagine non scritte da Luigi De Magistris



La “Vincenzo Restuccia Costruzioni” e la “Valori Scarl” stanno costituendo un'Ati, (associazione temporanea d’impresa) per il completamento dello schema idrico sulla diga del torrente Menta. L’importo totale della gara è di 60 milioni di euro. Al quale hanno posto un ribasso del 42,623 per cento per le opere a valle della centrale idroelettrica (46.399.034,25 euro) e del 39,31 per cento (solo "Restuccia costruzioni" e "Impianti e costruzioni") sempre per le stesse opere, sulla Centrale Idroelettrica, e in più su quelle civili della condotta forzata (13.068.344,37 euro). Sono state queste due società, infatti, ad aggiudicarsi i due differenti bandi, il primo registra la numerazione progressiva di 325 della So.Ri.Cal (Società di risorse idriche calabresi), il secondo di 321. Sono state loro ad aver sbaragliato i concorrenti offrendo l’offerta più bassa ai sensi dell’ art. 82 c. 3 del D. lgs 163/06.
Probabilmente sono ancora loro tra i protagonisti delle pagine non scritte dall’ex pm Luigi De Magistris per le sue ultime inchieste in Calabria. Nell’ordine, Poseidone, Why not e Sorical.
Vincenzo Restuccia, imprenditore dell’omonima società, è stato oggetto di perquisizione dal magistrato napoletano nell’ambito dell’indagine sui depuratori. E’ stato uno dei primi alle sette del mattino del fatidico 16 maggio 2005 a chiamare Giancarlo Pittelli per guadagnarsi la sua difesa legale, insieme a Giuseppe Scordo, responsabile per l’area di Reggio Calabria presso l’Ufficio del Commissario per l’emergenza ambientale e segretario generale dell’Ato 2 di Catanzaro (e fratello di Annunziato Scordo, commercialista di Giuseppe Chiaravalloti e marito di Giavanna Raffaelli, segretaria dell’ex governatore) e alla stessa Raffaelli. Tutti a vario titolo coinvolti nell’indagine poi avocata al magistrato quando questi iscrisse nel registro degli indagati l’avvocato e senatore di Forza Italia - quando, cioè, il pm, interpretando, come suggeriscono i padri del diritto, più lo spirito che la forma delle leggi, evitò di avvisare il suo capo procuratore, Mariano Lombardi, perché il figlio della sua compagna, Pierpaolo Greco, esercitava la sua professione, nonché vi era in affari, nello studio del famoso penalista di Catanzaro. Vincenzo Restuccia, secondo i primi riscontri, era in continuo contatto con una rete di interessi calabresi che coinvolgevano anche i più alti gradi della magistratura, della finanza e del “potere”, nella sua accezione meno trasparante. Nonché era in affari con la Tecnovese, una delle principali società messe sotto inchiesta da Luigi De Magistris per la gestione e la manutenzione dell’acqua in Calabria quando fu costituita la Sorical. Era anche in affari con Antonio Longo, suo titolare, della Tecnovese, poi rimasto ucciso in un agguato sulla statale 280. Il quale era stato in società con Giancarlo Elia Valori, numero uno della Torno International, impegnata nella costruzione della trasversale delle Serre. La collaborazione con il consorzio Grical, di cui faceva parte la Tecnovese, con la Sorical iniziò quando durante l’esecuzione dei lavori sulla trasversale vennero danneggiate alcune condutture dell’acqua. E la società pubblico e privata affidò proprio a Longo la ricostruzione grazie ad alcuni finanziamenti provenienti dall’Anas, nel cui consiglio di amministrazione lo stesso Valori vi si era seduto per molto tempo. Cda che aveva registrato la presenza anche di Giovanbattista Papello, sub commissario dell’emergenza ambientale in Calabria durante l’era di Chiaravalloti, e deus ex machina dei treni pieni di soldi che da Bruxelles viaggiavano con destinazione depuratori, ma che si fermavano in più di una stazione, in alcune stanze romane e di casa nostra. Almeno secondo l’accusa.
Nel libro paga della Torno non poteva mancare per prestazioni consulenziali, l’avvocato. Il senatore di Forza Italia, Giancarlo Pittelli, indagato da Luigi De Magistris per violazione della legge Anselmi, contro le società segrete che si ispirano alla P2. Di cui faceva parte il già citato Valori, della Valori Scarl.
Ai magistrati di Salerno l’ex titolare dell’inchiesta madre sul malaffare in Calabria, ha dichiarato:
“Le indagini Why Not stavano, tra l'altro, ricostruendo l'influenza di poteri occulti, con individuazione della violazione di cui all’art. 2 della L 17/1982 (cd. Legge Ansehni), in meccanismi vitali delle istituzioni repubblicane: in particolare si stavano ricostruendo i contatti intrattenuti da Giancarlo Elia Valori, Luigi Bisignani, Franco Bonferroni ed altri e la loro influenza sul mondo bancario ed economico-finanziario. Giancarlo Elia Valori pareva risultare, dai preliminari accertamenti che stavo svolgendo con la massima riservatezza, ai vertici attuali della massoneria "contemporanea”. Valori si è occupato spesso di lavori pubblici. Nel recente passato, agli inizi del 2000, ha trovato, da quel che risultava, anche una sponda rilevante a sinistra, dentro il governo D'Alema, in Marco Minniti, ritenuto "braccio destro" del Presidente del Consiglio dei Ministri”.
Recentemente l’ex pm ha ribattezzato questo filone delle indagini mai scritto “Nuova P2”. Oggi, ad appena pochi giorni del rinvio a giudizio dei 98 soggetti per la stessa inchiesta il nome di Giancarlo Elia Valori non compare. Non c’è mai stato. Oggi, invece, ritorna alla carica insieme a Vincenzo Restuccia per il completamento dello schema idrico sulla diga del torrente Menta.
Ad onor del vero, l’esito della gara porta la data del 24 ottobre 2007. Molto tempo prima del ciclone De Magistris sulla gestione dell’acqua in Calabria, del 14 maggio successivo per truffa aggravata, turbata libertà degli incanti, e abuso d’ufficio. Molto tempo prima della relazione dell’ex direttore del dipartimento dei Lavori pubblici, Pierantonio Isola, che il 30 giugno 2008 denunciava come un flop l’attivazione dei grandi schemi di interesse strategico delle dighe, da parte di Sorical, società mista di cui i maggiori azionisti sono la Regione Calabria e Veolià, la multinazionale francese, padrona dell’acqua e dei rifiuti in mezzo mondo. Tra cui quello della diga del Menta. Una scure, quella del direttore dei lavori, tanto che a palazzo Alemanni, sede della giunta, hanno pensato bene di averla in mano loro, più che vedersela minacciosa alle spalle. A Pierantonio Isola è stato subito conferito un incarico di consulente presso l’assessorato ai Lavori Pubblici per il trimestre conclusivo dell’anno 2008. E voci di corridoio insistono nel sostenere che svolge il medesimo incarico anche a viale Europa di Germaneto, sede della stessa Sorical. Della serie, “meglio avercelo come amico che nemico. Se non gli basta un posto gliene diamo due”.
L’esito della gara sulla diga del Menta è rimasto in standby dal lontano 2007. E ora, con l’arrivo dei soldi veri della banca irlandese Depfa, nel dicembre scorso, circa 240 milioni di euro, i vincitori chiedono, ai sensi della legge sui lavori pubblici, ciò che gli spetta. Investimenti, questi della Depfa, di cui, molto probabilmente a farsi da garante non sarà l’azionista privato ma quello pubblico, cioè la Regione Calabria, i cittadini quindi, visto che la Sorical, incalzata dal sindacato più battagliero, Rdb-Cub, ha sempre risposto picche.
Le pagine lasciate vuote da De Magistris attendono che qualcun altro le scriva.
Le pagine non scritte da Luigi De Magistris chiedono giustizia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

per il momento mi accontenterei di un po di giustizia per le pagine già scritte.