3 febbraio 2010

Angelo Muraca. Un sindaco di altri tempi




Angelo Muraca,
sindaco di Petronà
dal 1956 al 1978














“Cumpari Serafinu, ‘nu timbru pe’ piaciri!”. Angelo Muraca aveva tre nomi, ma tutti in paese lo chiamavano Serafino. Forse per via del suono confidenziale del nome, rispetto ad Antonio o ad Angelo. E poi mai usavano l’appellativo di sindaco quando si rivolgevano a lui. Per tutti era “Cumpari Serafinu”. Il timbro del Comune se lo portava sempre appresso. Sia per strada, che al bar dove andava per giocare a scopone. I suoi concittadini non si facevano scrupolo di abusare della sua disponibilità. Era lui che si prestava.
Sindaco, Angelo Muraca, lo era sempre. Non solo nel Palazzo comunale. Più di un sindaco. Un fratello maggiore. Un padre. Un amico. Un avvocato. Un’autorità.
Eletto primo cittadino di Petronà nel 1956. Lo è stato fino a pochi mesi prima che una brutta malattia lo portasse alla morte. Nel 1978. 22 anni di Amministrazione Muraca. Sotto il vessillo del Partito comunista. Non un comunismo ideologico e agnostico. Ma un comunismo semplice. Fatto di servizi e di affetto verso il suo popolo. Generoso con i poveri. Disponibile con i deboli. E autorevole con i forti.
Ha quasi sempre più che raddoppiato i voti della Dc. La vera democrazia cristiana la faceva lui. Anche il parroco, don Giorgio Pascuzzi, tifava per il sindaco comunista. Una volta la diceria arrivò nelle orecchie del Vescovo. Questi si lamentò con il prete. Proverbiale la sua replica: “La mano destra non sappia quello che fa la sinistra”.
A Muraca stava a cuore la sua gente. Quando c’era un litigio in una famiglia, tra marito e moglie, era lui che si preoccupava di andare a parlarci per convincerli che non era il caso di lasciarsi. Toglieva il lavoro anche agli avvocati. Così raccontano quelli che lo hanno conosciuto. Qualche volta, invece, capitava che ci rimetteva. Come quando intervenne fra due che se ne stavano dando di santa ragione. Si prese una coltellata sulla pancia. Non denunciò nessuno. Continuò a fare il sindaco. Questa era la sua vocazione. La ereditò dal padre, Vincenzo, anche lui podestà di Petronà negli anni della seconda guerra mondiale. Mentre il figlio combatteva in terra di Libia.
Fatto prigioniero per molti anni. Fece ritorno poi nel suo paese. E divenne segretario del Partito comunista. Anni di lotta furono, anche questi post bellici. In ballo c’era la terra. L’occupazione. Secondo la volontà della neonata Repubblica italiana. Sempre in prima linea sul Marchesato a difendere un diritto di tutti contro i baroni che se la tenevano stretta. Anni che lo premiarono nel 1956 alla carica di sindaco del suo paese. Aveva frequentato la scuola solo fino alla V elementare. Ma sapeva leggere e scrivere. Una competenza rara in quei tempi. Più che sufficiente per occupare la poltrona più alta del Comune. Dove la competenza più grande non è la cultura della laurea, ma quel senso di giustizia civile orientato all’interesse di tutta la comunità. Per questo non ha mai calcolato o fatto sondaggi sulla sua popolarità. Il polso della gente lo tastava con le sue stesse scelte amministrative. Lungimiranti.
La luce e l’acqua nelle case. L’asilo per i più piccoli. Le strade per tutti. Non hanno avuto bisogno di nessuna specializzazione. È bastato farlo. E farlo bene. Quando finanziò la strada per la Sila Piccola e Grande la ditta che si occupò dei lavori, la Maurelli di Castrovillari, lo ringraziò a modo suo. Gli dedicò una piazzetta in località “Scozzafava”. Lui era ancora in vita. Alla sua morte fu il suo stesso Comune che volle ricordarlo in modo solenne al centro del paese. Gli dedicarono la piazza principale: Angelo Muraca. Fatta restaurare recentemente dall’Amministrazione Bubbo.
Ma furono le scelte difficili, quelle a prima vista impopolari, che rimarranno per sempre nella storia di Petronà e di Muraca sindaco. Come l’ordinanza di non tenere gli animali all’interno del centro abitato. In media 3 mila maiali e diverse migliaia di galline. Il cuore pulsante dell’economia cittadina. Anche i suoi fedelissimi gli fecero obiezioni. “Perderemo le prossime elezioni”, gli dicevano. E lui, a muso duro, replicava: “Perderò le elezioni ma non tollero questo schifo non solo per Petronà ma anche per tutto il comprensorio!”. I fatti gli diedero ragione. Alle consultazioni successive rivinse ancora, prendendo sempre il doppio dei consensi rispetto agli altri.
La Dc, votata da fascisti, borghesi e bigotti, non riuscì mai a superarlo. I veri fascisti, i veri borghesi e i veri laici alle comunali votavano sempre per lui. Perché sapevano che era un sindaco giusto. Mentre solo alle politiche rimanevano fedeli agli ideali di De Gaspari e di Andreotti. A Petronà, invece, c'era Muraca. Non un Partito. Solo un sindaco. Un sindaco per tutti.

Angelo, Antonio, Serafino Muraca. Nato il 23 novembre 1913. Morto l’8 febbraio 1978


Piazza Angelo Muraca

10 commenti:

francesco di lieto ha detto...

complimenti.
mi hai commosso ricordando quotidiani episodi di vita (politica) vissuta che, oramai, non si ripetono più.
grazie.

Anonimo ha detto...

complimenti, questo articolo tocca il cuore, in particolare di chi lo conosceva molto bene!- antonella versea

domenico ha detto...

Emilio io non lo conoscevo , dopo il tuo articolo
ho voluto chiudere gli occhi e meditare su questa grande persona ,sì una grande persona d'animo,di cuore e altro.
E'un esempio che dovrebbe continuare a ripetersi chi sarà il prossimo ???????????persone come il Sindaco Muraca ( SERAFINO) non ne nascono più.

Angelo e Linda ha detto...

Complimenti per questo articolo, perchè ci sembra doveroso ricordare una persona che ha vissuto e lottato per dei giusti ideali e che ha lasciato un segno indelebile nella storia di un comune e nella vita di molti cittadini.

Rosalba ha detto...

Ma che meraviglia!!!! Che tempi ragazzi, Noi giovani generazioni possiamo solo sognare una lealtà di questo genere.Sembra surreale se lo rapportiamo ai nostri giorni.Però farebbe molto bene agli Amministratori rinfrescarsi le idee...hai visto mai ...Corsi e ricorsi storici... Grazie Emilio

Santino Bubbo ha detto...

Caro Emilio, mi ha fatto piacere leggere questo tuo approfondimento sulla vita del Sindaco Muraca, sia come amministratore illuminato che come uomo onesto e amato. Certo i tempi erano diversi e il ruolo del Sindaco era differenteda quello attuale, ma ciò non toglie nulla al valore umano, professionale e istituzionale che aveva Serafino Muraca, a cui Petronà e i petronesi dovranno essere riconoscenti. Mi fa anche piacere che mi hai citato come il Sindaco che ha da pochi anni restaurato la Piazza Muraca a lui dedicata. Ti chiedo, al tal proposito, per verità di giustizia, se ti è possibile inserire la foto di Piazza Muraca perchè quella che ho visto è Piazza Gramsci innevata. Per il resto, ti ringrazio ancora per aver ticordato una figura che per la sua onestà e per il suo spirito di servizio verso gli altri, e i poveri in particolare, dovrebbe essere portato da esempio a tanti amministratori e politici che non conoscono l'importanza di simili valori allorquando si è chiamati ad assolvere a funzioni pubbliche. Grazie Emilio per aver ricordato il nostro amato Sindaco e sarà mio compito diffondere la conoscenza di questo tuo articolo che è sicuramente una ricostruzione storica fatta molto bene e che è a molti sconosciuta, sopratutto ai giovani

Anonimo ha detto...

Grazie signor sindaco,
sono lusingato del suo intervento.
eg

Anonimo ha detto...

questo articolo è stupendo. un uomo cosi' grande lo meritava.

Anonimo ha detto...

Leggere l'articolo su Cumpari Serafinu mi ha commosso, soprattutto se penso alla politica dei nostri giorni . E' bello dr Grimaldi che si sia ricordato dell'anniversario della sua morte, forse perché era una persona speciale...

Anonimo ha detto...

ritratto stupendo, uomo indimenticabile , dal cuore d'oro come pochi.