Michele Traversa, candidato dei partiti del Pdl a sindaco di Catanzaro
“Scalzo?” “Un ragazzo di grandi qualità, ma pur sempre un ragazzo”. “Giovino?” “Diventerà un porto turistico”. “Traversalismo?" “Fa rima con integralismo”. Tra i primi interventi promette il rinnovo della macchina amministrativa con la “meritocrazia”. Intervista a tutto tondo a Michele Traversa, candidato a sindaco di Catanzaro per il Pdl. L’ex assessore regionale, l’ex presidente della Provincia e attuale deputato, ha una passione: la sua città. Rinuncerà perfino alla ricandidatura in Parlamento pur di “lavorare” per il capoluogo.
Consigliere comunale, assessore regionale, presidente della Provincia di Catanzaro, e ora parlamentare, quale ruolo politico le ha dato più soddisfazione?
Il mio primo incarico è stato quello di assessore regionale al Turismo. Dopo decenni di opposizione in consiglio comunale, quando il mio partito non aveva possibilità di governo, ho avuto l’opportunità di lavorare per la mia terra. Forse la maggiore soddisfazione l’ho avuta quando, sia pure da una posizione decentrata, ho potuto fare qualcosa per la mia città: penso ad esempio al recupero dell’area Magna Graecia, sottratta all’accampamento degli zingari e destinata ai grandi eventi di spettacolo.
Al ballottaggio delle elezioni passate lei appoggiò apertamente Rosario Olivo, del centro sinistra, contro Franco Cimino, esponente dell’Udc, per “salvare la città”, disse. Oggi, invece, perché dovrebbe essere lei la “salvezza”?
Non si è trattato certo di un fatto personale contro il mio amico Franco Cimino o a favore di Rosario Olivo. Cimino non era esponente dell’UDC, il cui candidato era Mario Tassone, ma di un terzo polo, giunto al ballottaggio e composto da molti che oggi sono miei compagni di viaggio. Un gruppo forte, composto da protagonisti della vita politica cittadina, ma che aveva scelto in quella occasione di porsi fuori dal sistema dei partiti. Un fatto per me inaccettabile. A chi sarebbero state imputate scelte ed errori dell’azione amministrativa in assenza dei partiti? Questo era il pericolo che paventavo. La mia scelta ha dunque privilegiato la politica nel suo valore più alto.
Il Comitato che la sostiene di quante persone è composto?
Non ho un mio comitato. E’ nato un comitato spontaneo a sostegno della mia candidatura che ha avuto un numeroso e qualificato seguito, ma non me ne sono mai curato in prima persona. Ci sono poi molte altre aggregazioni a sostegno della mia candidatura, composte da persone anche lontane dalla mia formazione politica. Ma non ho un comitato. Io lavoro, come sempre, all’interno del mio partito, il Pdl.
Sempre il Comitato tiene a precisare che la sua elezione “è un’opportunità per restituire a Catanzaro il ruolo oggi smarrito di capoluogo della Calabria”. Come fa ad averlo smarrito se negli ultimi anni i catanzaresi hanno scelto il suo consiglio?
Ho già risposto sulla scelta di Olivo come “male minore”. Oggi l’attuale sindaco e la sua maggioranza si presentano davanti agli elettori assumendosi la responsabilità politica del loro operato. E’ stata e deve continuare ad essere una scelta politica, perché nessuna ipotesi di rilancio della nostra città può avvenire con corse solitarie o iniziative estemporanee.
Cosa rimprovera ad Olivo?
Credo che l’imputazione maggiore a Rosario Olivo debba partire dall’assenza di un programma organico di governo. Tutti gli interventi sono sembrati frutto dell’improvvisazione di questo o quell’assessore, senza un coordinamento organico o un progetto strategico per la città. L’assenza nella realizzazione di una qualsiasi opera pubblica di rilievo si rivela in tutta la sua gravità se si fa il confronto con quanto fatto dalla giunta precedente e ancor più dall’amministrazione provinciale. A questo si è aggiunta la sciatteria che ha contraddistinto la gestione di contenitori importanti come il San Giovanni e uno stato di generale degrado della città.
Quali, invece, i meriti che ha avuto il sindaco uscente?
A Olivo va riconosciuto il merito di aver tenuto insieme una coalizione eterogenea e litigiosa. La sua esperienza gli ha consentito di portare a termine il mandato nonostante le tante diversità. Tutto questo ovviamente ha avuto un prezzo che è quello che ho appena descritto, e che va oltre il ricatto sistematico di cui il sindaco è stato vittima. Impossibilità di lavorare a un progetto organico, assessori che lavorano in proprio, scelte discutibili e una diffusa approssimazione in tutti i settori, sono la conseguenza di una capacità di mediare probabilmente eccessiva. Probabilmente sarebbe stato più dignitoso staccare prima la spina.
Onorevole, lei è molto amato dai catanzaresi perché ha dato loro un ambiente dove poter liberamente passeggiare, partecipare a concerti, mostre, un microcosmo dove si sposano felicemente natura, arte e benessere: il Parco della biodiversità. Riuscirà a risolvere l’atavico problema del traffico? E come?
Io sono ovviamente felice che parlando di me si pensi subito al Parco della Biodiversità, una realtà straordinaria che ha proiettato Catanzaro nel novero delle città più verdi d’Italia, però non bisogna dimenticare quanto altro è stato realizzato in questi anni per la città, pur partendo da una posizione decentrata come la Regione o la Provincia. Mi riferisco alle tante scuole realizzate, al MARCA, al MUSMI, al Centro Polifunzionale di Giovino, all’Ufficio Scolastico Regionale, all’Area Magna Grecia, all’illuminazione del viadotto Morandi e tanto altro. Quello del traffico è un problema che lei definisce giustamente atavico, ma rispetto al quale, nonostante il sostanziale fermo di questi cinque anni, esistono premesse diverse da quelle di qualche anno fa. La disponibilità dei parcheggi nella valle del Musofalo costituisce un’opportunità da sfruttare, ma di certo non basta avere realizzato un numero anche consistente di posti auto se non si attivano adeguati servizi di supporto. Il nostro lavoro consisterà nel creare un sistema integrato che colleghi la funicolare, i parcheggi e il centro storico.
Cosa manca a Catanzaro per essere una città europea?
Se ci riferiamo alla dimensione culturale della città, alla presenza di intelligenze e di professionalità di spessore, Catanzaro può definirsi una città europea a tutti gli effetti. Il problema è che a tutto questo non corrispondono una qualità della vita adeguata, una serie di servizi essenziali efficienti, un mondo del lavoro dinamico e ricco di opportunità e un’imprenditoria illuminata. La politica può intervenire creando servizi più efficienti e condizioni migliori di vivibilità, ma soprattutto abbandonando ogni estemporaneità per lavorare nel quadro di un programma più articolato di crescita e sviluppo.
Cosa, invece, gli riconosce che altri capoluoghi non hanno?
Immagino che si riferisca alle altre città calabresi, ma che senso ha un confronto tra i cinque capoluoghi? In un mondo sempre più proiettato verso un sistema globale la nostra città dovrà rapportarsi con l’Italia e con l’Europa, magari attivando con le altre consorelle programmi e sinergie comuni. Da questo punto di vista possiamo mettere sul tavolo una riconosciuta ricchezza culturale, una maturità e una serenità sociale invidiabili ed una condizione centrale e baricentrica sia dal punto di vista geografico che da quello politico amministrativo.
Germaneto, Catanzaro Marina, o Catanzaro città? Quale di questi comparti segnerà il futuro del capoluogo?
Non è possibile una distinzione. A ciascuna area è demandato un ruolo preciso nel futuro della nostra città, che è legato alla capacità di interagire dei tre comparti in un progetto di sviluppo che non deve essere subìto, ma programmato e perseguito dalla pubblica amministrazione. Germaneto ha certo un ruolo particolare: qui, oltre all’Università e alla cittadella regionale, sta nascendo, grazie alla zona PIP realizzata dall’amministrazione provinciale, una zona industriale che favorirà commercio ed economia.
Quali le prime scelte da sindaco?
Se dovessi essere eletto in primo luogo interverrò subito sulla macchina amministrativa, mettendo mano alla riorganizzazione degli uffici attraverso una politica del personale basata sul merito, che tenga conto del ruolo essenziale di dipendenti e collaboratori per il conseguimento di qualsiasi obiettivo. Poi i problemi delle scuole. L’anno scolastico inizia a settembre, e per allora dovrà essere risolta l’emergenza di questi mesi. In termini di tempo cercheremo di intervenire per cercare una soluzione ai problemi del Catanzaro Calcio, che rappresentano per tutta la città una mortificazione che va molto oltre l’aspetto calcistico. Con la stagione estiva alle porte, l’attenzione andrà poi rivolta a Catanzaro Lido e ai problemi conseguenti ai lavori stradali ancora in corso e a quelli relativi allo stato di difficoltà in cui versa il porto.
Ah proposito di scuole. Al momento ce ne sono due chiuse. La Chimirri e quella del quartiere Fortuna per inagibilità strutturale. Cosa si sente di promettere ai genitori degli alunni?
Procederemo immediatamente ad una ricognizione dello stato degli edifici per allocare nel migliore dei modi e con il minimo disagio i ragazzi della Chimirri e della Fortuna, e dunque iniziare l’anno scolastico regolarmente. Poi avvieremo un programma più articolato e definitivo, facendo tesoro dell’esperienza della Provincia di Catanzaro, divenuta in pochi anni proprietaria di tutti gli istituti, abbattendo i costi dei fitti passivi e assicurando la qualità delle strutture e il loro adeguamento a standard di qualità e sicurezza. Un modello da replicare in pieno al Comune di Catanzaro.
Cos’è una lobby?
E’ un’aggregazione basata sulla comunanza di interessi da parte di soggetti privati.
Esiste una lobby del centro destra a Catanzaro?
Il centrodestra è uno schieramento di idee e progetti e non un’aggregazione di singoli. L’idea che possa esistere l’intenzione di usare la coalizione per ottenere vantaggi a favore di un gruppo di persone è non soltanto campata in aria, ma anche assolutamente offensiva.
È vero che sta già pensando di investire a Giovino? Cosa ne farà?
Catanzaro Lido è da tempo al centro dell’attenzione del centrodestra. Qui sono state realizzate, dalla Provincia di Catanzaro, tante opere pubbliche negli ultimi anni come mai prima d’ora. Basti pensare al Commissariato di Polizia, all’Ufficio Scolastico regionale, all’Area Magna Grecia, alle tante scuole e al Polifunzionale di Giovino che è un’autentica risorsa per le società sportive minori. Eppure nessuno sviluppo definitivo per Catanzaro Lido è possibile se non si risolve il problema del porto, completando i lavori e dando risposta ai pescatori. Per quel che riguarda Giovino il mio programma prevede la realizzazione di un porto turistico, che potrebbe rivitalizzare l’intero tratto di costa, privo di attracchi da Le Castella a Roccella Jonica, e grazie al quale si potrebbe pensare con serietà al futuro turistico di Catanzaro.
Cosa pensa del Pd catanzarese?
Non è mia abitudine guardare in casa d’altri. Lo stato è di generale difficoltà e vedo una gran confusione.
E del giovane candidato Salvatore Scalzo?
Un ragazzo intelligente, che fa parte di un’associazione molto impegnata.
Se Scalzo facesse parte del Pdl si metterebbe da parte per candidarlo al posto suo?
La mia candidatura a sindaco di Catanzaro è maturata dopo una lunga esperienza politica e amministrativa e mi preclude con ogni probabilità altre e più allettanti prospettive. Ma non è un mistero per nessuno quanto io mi senta catanzarese e quanto tenga a questa città. Io sono convinto di poter concorrere a cambiare in meglio le cose grazie alla mia esperienza, al mio entusiasmo e alla qualità di un gruppo di lavoro collaudato. In queste condizioni cedere la mia candidatura a un ragazzo, di qualità come sarà senz’altro Scalzo, ma pur sempre un ragazzo privo di qualunque esperienza amministrativa, non sarebbe una scelta responsabile. Catanzaro è un capoluogo di regione con problematiche assai complesse. Un conto è la suggestione della campagna elettorale, altro è affrontare un’esperienza di governo così impegnativa.
Rientrata la bagarre tra lei e Giuseppe Scopelliti dell’anno scorso durante la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale, se diventerà sindaco, l’ago della bilancia, che ora pende verso Reggio, si sposterà un po’ di più verso il centro della Calabria, o no?
Peppe Scopelliti ha deluso subito quanti aspettavano un suo passo falso. Avevano addirittura coniato un nuovo termine: reggiocentrico, per sostenere la supposta attenzione verso la sua città a scapito di Catanzaro e delle altre province. Oggi, dopo pochi mesi di governo, tutti questi signori sono stati smentiti, avendo Scopelliti dimostrato rispetto, attenzione ed affetto nei confronti della nostra città. Ecco perché l’ago della bilancia non si sposterà verso il centro della Calabria: non ce n’è bisogno.
Se dico Traversalismo, a cosa pensa?
Che fa rima con integralismo. Quello di chi non capisce l’importanza di trovare, o quantomeno di cercare, con gli altri convergenze e affinità per raggiungere obiettivi comuni. La politica è dialogo e non scontro frontale, chi non se ne rende conto è figlio di una stagione che la storia ha archiviato da tempo.
Si fiderebbe di uno che promette di sostenerlo se fino all’altro giorno è stato militante di un partito del centro sinistra?
Non ho bisogno di fidarmi di alcuno. Il mio programma di governo è chiaro, e tutti i miei comportamenti sono improntati alla assoluta trasparenza. Tutti sanno che non subisco ricatti, imposizioni, né condizionamenti, dunque chi sceglie di accompagnarmi in questo percorso sa bene che a guidarmi sarà soltanto la determinazione ferrea di raggiungere l’obiettivo di una città migliore. Per tutte queste ragioni non mi spaventa la compagnia di nuovi arrivati, ai quali com’è mia abitudine non prometto nulla e che dunque non correranno il rischio di restare delusi.
Ritorniamo alla prima domanda: consigliere, assessore, parlamentare, se vincerà anche sindaco… gli mancherebbe solo la poltrona di governatore. Ci ha mai pensato?
Con la candidatura a sindaco ho rinunciato ad altre prospettive. Non mi ricandiderò come parlamentare e non penserò ad altro che alla mia città. Fare il sindaco, senza alcuna indennità come prevede la legge per i parlamentari, e rinunciare ad ogni incarico regionale e alla prossima candidatura da parlamentare, è per molti una scelta incomprensibile. Ma io ho sempre vissuto la politica come una passione e la città di Catanzaro rappresenta un’opportunità straordinaria. So che è una scelta difficile da condividere e ne conosco i rischi, ma sono pronto a lavorare senza recriminazioni né presenti né future. Ciò premesso, la Calabria ha in questo momento alla sua guida un uomo di grande energia, forte della sua gioventù e di una fortissima esperienza politica e amministrativa. Una risorsa formidabile per la Calabria, alla quale tutti guardiamo con fiducia e rispetto. La poltrona di governatore è sua e lo sarà per molto tempo, con la benedizione di tutti noi che ne apprezziamo, giorno per giorno, meriti e capacità.
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4 commenti:
Si certo, conosciamo benissimo chi ha "benedetto"
Peppe Scopelliti...non c'è bisogno di aggiungere altro..la poltrona è sua e lo sarà per molto tempo...anche Traversa sarà stato benedetto da TUTTI??
Tra massoni e criminali non si sa chi è più pericoloso!
Trhaversa: ma cchi cazzu ci serva a laurea? Nella nostrha città non serve. Forza Michele e nto culu a tutti i catanzarisi, cchi u votanu pure. Ahahahahahah
Vorrei domandare al Signor Traversa (ferma restante la mia sincera e doverosa stima nei suoi confronti)se quel lodevole ed eccessivo amore che nutre per Catanzaro, del quale non ne nasconde gli spasimi e le sincere esternazioni, non lo dovrebbe indurre, altesì, a cedere il passo ad un giovane onesto e intelligente che nutre pari amore e pari interesse per la città. Mi riferisco al suo antagonista Salvatore Scalzo, un giovane intelligente e serio, che ha progetti sani e davvero avveniristici per Catanzaro. Se Lei, signor Traversa, fosse davvero un uomo "libero" da dettami partitici e da interessi di colalizione, dovrebbe farsi un esame di coscienza e dire a se stesso (e a noi catanzaresi): "Beh!...ho dato quel c'era da dare... Ho lavorato onestamente... ho contribuito al meglio alla socialità... Ma adesso che ho raggiunto il massimo della carriera politica è giunto il momento che io faccia una "cosa dovuta", qualcosa che vale più di tutte le belle cose che ho fatto per la mia città... ossia... mettermi da parte, far largo alle nuove generazioni, non soltanto per vedere cosa è in grado di fare un giovane e intelligente avversario, ma quantomeno per non lasciare questa città in mano ai soliti maggiorenti della mia coalizione che l'hanno dilaniata e sfruttata per sin troppo..."
Ritengo, egregio signor Traversa, che per quanto Ella sia uomo capace, onesto e sincero nei confronti dei catanzaresi, di contro non lo siano gli esponenti dela sua coalizione politica (un'insalata di 14 diversi piatti: piatti vuoti e scialbi, ma sempre pronti a rimpinzarsi come al solito i cui esponenti non faranno altro che litigarsi ogni minimo spazio, ogni piccola o grande poltrona.
Io lo so che il giovane e valente Scalzo non ha molte possibilità di vincere il confronto con Lei (considerato l'andazzo e l'orientamento politico di questa città; io lo so che sarà Lei a sedersi sulla poltrona di comando... ma... mi dica sinceramente...: Non le duole il cuore a dover continuare il solito gioco in favore di una gran quantità di suoi candidati che mirano soltanto al proprio tornaconto? Ma davvero, un politico scaltro e vissuto come Lei, crede che quei galletti saltatori di fosse che sono passati dalla sua parte non siano già pronti a ripassare di nuovo, eventuamente, nel cortile d'origine? Crede davvero di aver fatto un buon affare a raccogliere questa gente sotto il suo manto protettore? Si ricorda del suo amico Tallini e del suo cambio e ricambio di casacca?E adesso, a distanza di anni,... cosa fa Tallini? Quanto guadagna Tallini? E Lei invece, cosa ci guadagnerà nel favorire e nel perorare simili comportamenti? Lei sentenzia con molta facilità sul giovane Scalzo... però non ha il coraggio di dire apertamente ciò che pensa dei "suoi" giovani (e meno giovani) rampanti.
So che lei è un uomo che apprezza la franchezza degli altri, e per questo Le ho parlato a cuore a perto, senza fingimente e senza salemelecchi come è mio costume. E per tale ragione chiudo, nel ribadirle stima e rispetto personale, vogliuo esternarLe un mio sincereo (pur apparentemente contrastante)giudizio: io voterò per Salvatore Scalzo, ma le confesso che se lei fosse di sinistra, e se avesse una trentina di anni in meno,la voterei ben volentieri. Ma lei soltanto.
Ma intanto è meglio lasciare spazio ai giovani. Le pare?
Cordialmente
Mario Martino /Scrittore e Poeta dialettae
"Con la candidatura a sindaco ho rinunciato ad altre prospettive. Non mi ricandiderò come parlamentare e non penserò ad altro che alla mia città. Fare il sindaco, senza alcuna indennità come prevede la legge per i parlamentari, e rinunciare ad ogni incarico regionale e alla prossima candidatura da parlamentare, è per molti una scelta incomprensibile."
Dr Grimaldi sarebbe bello sapere cosa ne pensa ora il nostro amato sindaco: come mai si dimette? per le difficoltà economiche in cui versa il comune? ma prima non le conosceva?
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