8 ottobre 2013

Analisi di un incendio

La discarica "inizia" a prendere fuoco. Sono le ore 08:00 del 3 ottobre scorso

Analisi di un incendio. Non è una vera istruttoria. Questa la fanno i magistrati e i carabinieri se hanno tempo e soprattutto voglia. E non ne hanno. E’ così tanto il lavoro che devono fare: ‘ndrangheta che s'infiltra nelle Istituzioni, Istituzioni che s’infiltrano nelle cupole, morti ammazzati senza perché, morti ammazzati senza tombe, che, occuparsi di una discarica, potrebbe risultare dispendioso e forse anche umiliante.
Di questi tempi, magri e amari, nessuno ha tempo nemmeno di domandarsi perché. È successo, succede. Allora, ci proviamo noi con il beneficio di sbagliare. È vero, possiamo sbagliare. D’altronde, chi alza un dito può sbagliare, anzi sbaglia sempre perché la verità non è mai un dato inconfutabile, oggettivo, incontrovertibile: è  qualcosa che è divenuta e non rimane ferma, continua a divenire. Ragion per cui se è reale e autentica lo è fino ad un determinato momento, fino a quando è stata avvicinata dalla nostra attenzione. Poi viene superata dagli eventi successivi e a volte anche dalla stessa fantasia. Diverso è quando non si parla, quando nessuno alza la mano per dire: Ascoltatemi, secondo me è successo perché…, oppure: Si poteva evitare. Costui non sbaglierà mai.
Dunque, sappiamo già di sbagliare. E questo è un punto a nostro favore. Sappiamo di partire con il piede sbagliato. E non ci adombriamo se qualcuno ce lo rimprovera. Siamo preparati.

Gli incendi nella discarica San Simone di Sellia Marina sono periodici. Quello del 3 ottobre scorso rientra nella periodicità a cui è destinata. È come il camino di casa propria. Prima si riempie e poi s’accende. Non si può accendere quando è vuoto, ovviamente. Non avrebbe senso e poi non potrebbe. Solo quando è pieno. E piena lo era anche la discarica del cimitero. E lo è di solito in due periodi fatidici. Prima e dopo l’estate. Prima dell’estate per liberarla dai rifiuti in vista dell’arrivo dei villeggianti. E dopo per ripulire ciò che hanno sporcato. Due sono. Mesi di maggio/giugno e settembre/ottobre. Solo eccezionalmente la discarica “prende fuoco” in altri momenti. L’eccezione che conferma la regola. E quando succede succede sempre con una certa consecutio temporum. Prima gli ingombranti dell’ingresso: in genere i materassi, che emanano subito una vampata dilagante, poi gli pneumatici e infine tutto il resto. Non è mai accaduto il contrario. La combustione accidentale rimane un accidente e basta a Sellia Marina. Niente di fondamentale. Tutto si verifica per una ragione, invece. Logica e fisica. Se la combustione prendesse alla fine della filiera non si verificherebbe con la stessa energia distruttrice. È chiaro e anche giusto per lo scopo.
Dunque, solo quando la montagna è ben fatta arriva il fuoco. Quando invece i rifiuti dovrebbero essere trasportati nei siti autorizzati. E questo ha un costo. Di 0,15 euro a chilo. Considerate il peso medio di un frigorifero: 40 chili, e moltiplicatelo per migliaia e migliaia di suppellettili: lavatrici, sedie, panchine. Per gli pneumatici il discorso è a parte: circa un euro. E moltiplicatelo per centinaia e centinaia. Se non fossero così tanti non si accenderebbe. Il sito incriminato deve essere ricolmo per incendiarsi. E le gomme servono, come servono i materassi, a parte quelli all’interno, qualcuno di fuori per la vampata iniziale, ricordate? E c’erano anche la mattina del 3 ottobre, come sempre. Facili da recuperare, provvidenziali. Proprio come la carta vicino al fiammifero per il camino di casa propria.
Poi succedono pure i paradossi. Tipo: che il Noe, il Nucleo operativo ecologico interviene, com'è intervenuto l’anno scorso, per sequestrarla verbalizzando che è abusiva. Strano davvero, come fa ad essere abusiva una discarica utilizzata dal Comune? L’unico posto in cui confluiscono i rifiuti di tutti i cittadini di Sellia Marina. Allora saranno abusivi anche i dipendenti comunali! Forse anche i residenti sono abusivi, allora, e non lo sanno. Succede poi che rimane abusiva e viene nominato custode giudiziario il sindaco. Uno pensa: La metteranno a posto, la bonificheranno! Niente di tutto questo: continua a servire operai e cittadini. Certo: non si può proibire alle persone di produrre rifiuti, e quando arriva il momento buono non c’è santo o legge che tenga. È come quando uno deve andare in bagno e non ce la fa a resistere. Non si può trattenere. Così la discarica. Arrivo in forze di tutti gli organi di sicurezza, vigili del fuoco, carabinieri, vigili urbani, sindaco e consiglieri, dipendenti, curiosi, per cercare di raccogliere con le mani ciò che non si può mai raccogliere. Visi corrucciati dallo scandalo, lacrime accennate e penne che verbalizzano l’ennesimo scempio ambientale.
Ma non è uno scempio. State tranquilli: è un investimento per il futuro. Un guadagno di centinaia di migliaia di euro per le casse del Comune compensato da una decina di tumori ancora in fase embrionale.

Così è se vi pare.




4 commenti:

claudio ha detto...

già cui prodest avrebbero detto gli antichi romani?

Anonimo ha detto...

segnali di funo....

Anonimo ha detto...

Costa meno fatica che fare la differenziata il sistema di smaltimento rifiuti messo in atto col fuoco.
Presto includeranno sellia marina tra la Terra dei Fuochi, un pezzo di Campania in terra calabra.
Mi domando cosa ne pensino gli amministratori, sindaco, vice-sindaco ed assessore mercurio (ancora aspettiamo questa famosa eco-raccolta da lui promessa) in testa.
Ma forse, ora che siamo prossimi alla campagna elettorale non c'è tempo di pensare alla diossina...

Anonimo ha detto...

Sindaci di oggi? tutto fumo e niente arrosto! solo di cui vergognarsi