L'Abbazia di Corazzo. Foto di Roberta Gigliotti
Quando fu il giorno della Calabria Dio si trovò in pugno 15000
km quadrati di argilla verde con riflessi viola. Pensò che con quella creta si
potesse modellare un paese di due milioni di abitanti al massimo. Era teso in
un maschio vigore creativo il Signore, e promise a se stesso di fare un
capolavoro.
Si mise all’opera, e la Calabria uscì dalle sue mani più bella
della California e delle Hawaii… Poi s’addormentò e il diavolo ne approfittò
per assegnare tutte le negatività che conosciamo: terremoti, dominazioni,
malarie, l’omertà, la gelosia, la vendetta e la violenza. Svegliatosi il
Signore scaraventò il demonio nei profondi abissi del cielo. E disse: “Questi
mali e questi bisogni sono ormai scatenati e debbono seguire la loro parabola.
Ma essi non impediranno alla Calabria di essere come io l’ho voluta. La sua
felicità sarà raggiunta con più sudore, ecco tutto.” Non tutti sanno - neanche
l’immenso Leonida Rèpaci che scrisse
questa famosa pagina - che il Signore poi fece costruire un’Abbazia alle
pendici della sorgente del Corace. Nei suoi propositi doveva essere il cuore
pulsante della cultura e della religione in tutta la Calabria. Scelse un posto
isolato. Al riparo dal chiasso e dalle occupazioni mondane. Lì, fin da subito,
fece il suo ingresso un monaco illuminato. Nei secoli a seguire divenne il
filosofo e teologo più sagace dei 15000 km quadrati di argilla verde con
riflessi viola che aveva creato: Gioacchino
da Fiore. Non fece in tempo ad abbracciare i voti e a scrivere i suoi testi
più importanti che il diavolo si fece ancora vivo. Spinse i suoi superiori ad
allontanarlo. E ci riuscì. Da allora l’Abbazia divenne l’ombra di se stesso, quasi
incompatibile con i propositi del Creatore e vicina agli interessi materiali
più spiccioli. Finché un terremoto di vaste proporzioni nel 1783 non costrinse
gli abitanti ad abbandonarla per sempre.
Oggi è tornata a rivivere i suoi antichi splendori grazie ad
un gruppo di ragazzi, tra cui il sindaco di Carlopoli, che sta lavorando per il
recupero dei luoghi e dello spirito che, nonostante la notte del maligno,
ancora aleggia da quelle parti. Il loro progetto si chiama Gedeone, come il giudice del Vecchio Testamento che sconfisse i numerosissimi invasori d’Israele con soli 300 uomini.
È un luogo del cuore, ma anche della mente. E appartiene a tutti, calabresi e non.
Votatelo sul FAI. Fatelo prima che ritorni Satana a seminare zizzania. Sta in agguato sulle montagne della Sila in attesa di ripiombare sull’Abbazia per rovinare tutto.
È un luogo del cuore, ma anche della mente. E appartiene a tutti, calabresi e non.
Votatelo sul FAI. Fatelo prima che ritorni Satana a seminare zizzania. Sta in agguato sulle montagne della Sila in attesa di ripiombare sull’Abbazia per rovinare tutto.
1 commento:
ma si rendono conto che ci sono centinaia e centinaia di appartamenti sfitti.....
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