La curva dell'aumento della tariffa dell'acqua in Calabria
Quando
uno dice una bugia ha solo un modo per difendersi, qualora non voglia rivelarla.
Assisterla e curarla. E questa crescerà e si rinforzerà più della verità
stessa. È il caso della tariffa dell’acqua che la So.Ri.Cal. (Società di
risorse idriche calabresi) ha infilato a tutti i Comuni calabresi. E questi ai
cittadini. E se qualcuno prova piacere a provare simili voluttà in genere ha un
motivo valido per stare al gioco. L’interesse per una ragione superiore. Il
posto di lavoro per sé e i propri simili. Considerata la deficienza di sapere i
nominativi dei 350 dipendenti che questa società ha in forze, è presumibile pensare
che siano equamente distribuiti per la gran parte degli Enti locali e degli Organi
istituzionali della Punta dello Stivale italiano.
“La Sorical minaccia di ridurre l’erogazione dell’acqua ai Comuni morosi se questi si ostinano a non pagare”. Una notizia che si diffonde nei canali di comunicazione come gli incidenti stradali. Capitano e quando succedono fanno male. E soprattutto spolverano la memoria dei calabresi infarinata dalla nebbia delle competenze. Passata la sfuriata, continua la nebbia a minacciare indomita sulle città e sulle comunità. In agguato fino alla prossima volta.
“La Sorical minaccia di ridurre l’erogazione dell’acqua ai Comuni morosi se questi si ostinano a non pagare”. Una notizia che si diffonde nei canali di comunicazione come gli incidenti stradali. Capitano e quando succedono fanno male. E soprattutto spolverano la memoria dei calabresi infarinata dalla nebbia delle competenze. Passata la sfuriata, continua la nebbia a minacciare indomita sulle città e sulle comunità. In agguato fino alla prossima volta.
La
questione è una. Una sola. Neanche tanto complicata. La tariffa che applica la
SoRiCal è illegittima. Illegale. E sovversiva dell’ordine costituito. Contro la
quale sono schierati questi 350
dipendenti, figli e parenti della Lobby che comanda nella nostra regione. Risultato:
vittoria a tavolino per la società che commercia la Nostra Acqua. Che si è
arrogato il diritto di dissetarci.
Se
qualcuno fa l’eroe in questa vicenda la SoRi.Cal. se lo compra a suon di
milioni. Chiaramente con i nostri soldi. È questa la situazione. Volenti o
nolenti.
La
Multiservizi Spa di Lamezia Terme
voleva fare l’eroe. E gli ha dichiarato battaglia. Bandolo della matassa
proprio la tariffa. In palio c’erano 2.260,804 euro. I debiti che la città di
Lamezia Terme si trascinava dal 2004 al 2010. Poco tempo prima della sentenza il
colpo di scena. Da valoroso prode la città dei Due Mari è diventata la città
del baratto. La So.Ri.Cal gli ha offerto 2 milioni e 700 mila. Se avesse
resistito un altro poco la città sarebbe stata venerata sull’altare dei
diritti, invece si è sacrificata su quello della grana. Non solo, ma il
Tribunale dando ragione al Comune avrebbe generato un felice precedente per il
diritto all’acqua di tutti i calabresi. E anche per il diritto al lavoro dei poveri
cristi.
La tariffa è
illegittima primo perché la competenza a stabilirla è esclusiva dello Stato
Italiano. Nella fattispecie del CIPE (Comitato interministeriale della
Programmazione economica) prima e dell’AEEG (Autorità per l’energia elettrica e
il gas) dopo. Invece, in Calabria l’ha stabilita quel tavolo a Due della
SoRiCal e della Regione Calabria.
La tariffa è
illegittima anche per altro. Di ancora più sorprendente. Siamo in un campo in
cui si fa fatica a trovare qualcosa di legale o di legittimo. Una trincea
subdola e all’uopo costituita per la conquista della Calabria con soli 350 uomini.
Ma giovani e forti. Prima viene stabilito un blocco delle tariffe (già
illegittime) per cinque anni (un imbroglio su un altro). A seguir un altro. Quei
cinque anni vengono ridotti ad uno soltanto. E siamo a tre. Ricordiamo. Nessuno
degli organi regionali poteva stabilire la tariffa. L’hanno stabilita e “bloccata”
per un certo periodo. E poi convertita in
un misero anno scolastico e mezzo (da novembre 2004 a dicembre 2005).
Ma
non è finita qui. Nel 2005 la Regione s’inventa la “Procedura di adeguamento
della tariffa”. E cioè che gli adeguamenti della tariffa idrica possono essere
realizzati sulla base di investimenti programmati e non effettivi. E come
volevasi dimostrare gli aumenti ci sono stati ma gli investimenti sono rimasti
al palo delle menzogne.
La tariffa è
illegittima anche perché Quei Due hanno manomesso la conversione della Lira
in Euro. Hanno arrotondato la divisione. Hanno giocato sporco. Nella
Convenzione tra l’Ente e la Società si rimarcava il prezzo stabilito nel 2001
(la SoRiCal sostituirà la Regione nell’erogazione dell’acqua il 1 novembre
2004). E cioè 286,04 lire per metro cubo per l’acqua erogata per gravità e
468,75 lire quella per sollevamento. Bastava dividere queste cifre per il
fattore di conversione 1.936,270 lira (uguale 1 euro). E cosa ne è venuto
fuori? 0,15 e 0,25. Il calcolo esatto, invece, è di 0,147727 euro e 0,242089
euro. Briciole che negli anni sono diventati milioni. Loro, Quei Due, lo
sapevano.
La Tariffa dell’acqua
in Calabria è come la favola di Pulcinella. Tutti la conoscono ma nessun
organo si permette di sfidarla.
Un imbroglio ingigantito in modo esponenziale. E difficilmente emulabile. Denunciato dalla Magistratura contabile fin dal 2011 e difeso soltanto da 350 insaziabili legionari.
Un imbroglio ingigantito in modo esponenziale. E difficilmente emulabile. Denunciato dalla Magistratura contabile fin dal 2011 e difeso soltanto da 350 insaziabili legionari.
1 commento:
http://www.uscatanzaro.net/modules.php?name=News&file=article&sid=33262
Rischia di deflagrare lo scontro tra la Sorical e i Comuni non in regola con i pagamenti per la fornitura idrica ricevuta.
Dalla prossima settimana scatteranno le prime misure nei confronti di circa quaranta enti calabresi con la riduzione della portata idrica erogata.
Una misura drastica per intimare agli enti i pagamenti, regolarizzando le loro pendenze, e per recuperare i crediti.
Ecco la liste nera dei Comuni colpiti: Paola, Scalea, Montepaone, Soverato, Dipignano, Marano Principato, Belvedere Spinello, Cirò Marina, Lamezia Multiservizi spa, Soveria Mannelli, Locri, Consorzio Acquedotto Vina Palmi, Seminara, Condofuri, Scilla, Castrovillari, Spezzano Albanese, Tropea, Vibo Valentia, Amantea, Belvedere Marittimo, Bianchi, Bova Marina, Carpanzano, Caulonia, Cropani, Davoli, Firmo, Francavilla Marittima, Gioiosa Jonica, Joppolo, Mangone, Motta San Giovanni, Oppido Mamertina, San Ferdinando, San Sosti e Umbriatico.
Sul sito istituzionale della Sorical (le cui quote in maggioranza sono riconducibili alla Regione) si legge che «la riduzione idrica ai Comuni morosi è a tutela e garanzia della buona e continua erogazione di acqua in ogni famiglia o attività commerciale della Calabria».
Questa la versione della Sorical, mentre da tempo c’è una ribellione rispetto a questi provvedimenti da parte dei Comuni che ritengono illegittima la misura di riduzione del trasferimento dell’acqua.
Nell'anno da poco iniziato le tariffe del canone idrico sono stabilite dalla Regione Calabria, di concerto con l’Autorità per l’energia elettrica e il gas.
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