Caro Gabriel,
Come va?
Io me la cavo. Ti disturbo perché ho visto il cortometraggio che hai girato sulla Calabria. Vorrei mi aiutassi a sciogliere un dubbio che mi sta perseguitando: ma tra clementine, bergamotti e fichi, la morosa di Raul alla fine che fa? Lo lascia e ritorna in Calabria da sola? Perché nel momento in cui Raul le dice che con i bergamotti ci fanno i profumi mi sembra abbia accennato un sospiro di sollievo o di compiacimento, proprio di chi scopre il segreto della felicità. E’ troppo bello questo dettaglio. Secondo me ti è sfuggito. Oppure è calato dalla tua sensibilità artistica e cinematografica senza che nemmeno tu te ne sia accorto.
E poi, quando Raul
racconta che il nonno voleva fargli assaggiare le clementine… E’ qualcosa di
stupefacente, supera ogni ordinaria immaginazione. Perché è vero che i nostri
genitori ce li facevano raccogliere: ci facevano lavorare come matti ad essere
sinceri, però non bisogna dimenticare che qualche volte i nonni, dispiaciuti
per la nostra tenera età, ce li offrivano. Mi hai fatto piangere, davvero.
Infine quel mare,
quel suono di mare come lo chiami tu, memore dei popoli che hanno abitato la
Calabria, mi ha emozionato. Perché è vero che qualche volta arriva la schiuma per
colpa degli amministratori che abbiamo votato e ci fa schifo, però l’idea che
abbiamo e che vogliamo sia conosciuta anche a Hollywood, dove giri i tuoi capolavori,
è questa.
Caro Gabriel,
dimmi la verità: ma
lo hai girato veramente tu? Perché non mi sembra farina del tuo sacco. Tu hai
girato Padri e figlie, un filmetto rispetto ai dialoghi platonici del corto
dedicato alla Calabria. “Dove andiamo? Dove mi porti? Al mare o in montagna…” Pur
nella loro semplicità neanche il discepolo di Socrate sarebbe stato all’altezza
della tua poesia. Secondo me, ci hai
messo solo la firma perché sei un tipo che piaci, come Raul e la ragazza.
Gabriel, scusami: un’ultima
cosa. Ti confesso che sei riuscito a farmi abbracciare il mio mitico Morfeo che
non vedevo da molto tempo. Però dopo circa un’ora e venti buoni ho sentito le stesse
battute dell’inizio: belle quanto ti pare, ma sempre le stesse mi sembrano... Quanto è lungo il corto?
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