Per tutti arriva un momento nella vita in cui guardiamo dalla finestra del nostro io e rivediamo il passato. Ricordi, fatti, scelte, delusioni. Un groviglio di sensazioni che però hanno un cardine che ci permette di scioglierli e metterli in ordine. Non per una biografia costipata in un cassetto, bensì per alimentare la luce dell’esistenza con un’essenza più genuina, forse nostalgica, certamente più autentica. Ed è l’infanzia. Il primo ciclo della nostra vita da cui tutto scaturisce: carattere, indole, calori, sapori, colori. E il mare. Tanto mare.
È il percorso di Rosalba
Volpe, autrice de “Il mare dentro” edito da Officine editoriali da Cleto.
Rosalba riferisce anche il perché di questo sentiero a
ritroso, ma anche avanti, che ci permette di guardare al futuro con più
coraggio e libertà. Lei dice che “attraverso i colori primari scopriremo le
nostre parole primarie, quelle dell’infanzia, quelle con cui siamo stati
cresciuti, quelle che ci sono mancate. Mescolando poi tra i colori primari
otterremo i colori secondari, ossia le parole che abbiamo scoperto, combinato…
e della nostra voglia di provare a essere al mondo a modo nostro.”
L’infanzia è anche delle parole, dell’etimo e del loro significato
in divenire. Così facendo riesce a scoprire che dal suo nome: “Rosalba” viene
fuori il fatto che avrebbe scritto di mattina presto. Infatti, per questo viaggio
si riserva le prime ore del giorno che “annunciano un nuovo giorno, ricco di
speranza e vittoria.” Scopre “nuove parole, figlie delle stesse sillabe, figlie
della nostra esperienza.” Scova il profumo della casa dei nonni materni (“Nonno
è una parola fatta di polvere di stelle”) “l’odore di sugo domenicale.. l’inconfondibile
sapore delle caramelle Elah…”, l’immagine del nonno che baciava i nipotini farfugliando
“Ciavàru de carne umana” e quando li incoraggiava
a non avere paura. “Il coraggio – annota Rosalba – spesso passa da parole e gesti
semplici.” Momenti che si incardinano per sempre nello spirito dell’infanzia,
tali da caratterizzare per sempre l’uomo o la donna che verranno perché “gli
occhi di un bambino sanno fotografare le ombre in chiaroscuro dalle infinite
tonalità.” Ed è così che i veli dei nostri primi perché diventano le vele che ci
aiutano ad affrontare le sofferenze della vita e continuano a farlo. Grazie a
quello che siamo stati e che spesso ci sfugge.
Il testo di Rosalba è un dialogo con la propria anima. Che sa
di non aver mai abbandonato. E che ora ha deciso di leggere fino in fondo, “di
guardarla allo specchio”. Grazie ad un maestro eccezionale: il mare, forse il
maestro migliore. Parola di marinai, come gli avi di Rosalba.
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