1 settembre 2020

Giovanni di Leo, figlio legittimo di una Calabria meravigliosa

 

Giovanni di Leo

Quando ci manca qualcuno che ci è caro improvvisamente il tempo sembra si fermi. Si ferma ai ricordi, ai ria-ccordi con lui e alle cose vissute insieme. Ai pensieri, ai dibattiti, ai come stai, a come va la famiglia, alle cose più serie: come la nostra benedetta rappresentanza politica. Anche con Giovanni è così. I ricordi scendono leggeri come piume ma anche pesanti come macigni - causa effetto collaterale del tempo beffardo – Quando infine si parlava dell’acqua il suo viso si accendeva di qualcosa di speciale. Mi sembra di vederlo sorridere anche ora. Non era un sorriso amaro, malinconico, ma speranzoso e ottimista, un po’ come quello dei bambini che dinnanzi alle disgrazie riescono a vedere il lato positivo delle cose.Giovanni ha speso tutta la sua vita per l'acqua, come ingegnere della Regione Calabria, in forze presso l'assessorato ai Lavori Pubblici, ha dato dimostrazione di un altissimo senso di responsabilità e professionalità disegnando e realizzando siti di conduzione all'avanguardia. Fino a che è stato relegato a timbrare il cartellino pur di non dire la sua con l'avvento della So. Ri. Cal, società di risorse idriche calabresi, una lobby creata da Veolià e supportata da una politica in cerca di un carrozzone dove piazzare amici, parenti e galoppini dei nostri amati rappresentanti. 

Dal 3 novembre 2013, giorno dell’ingresso della SOcietà che spreme le nostre RIsorse CALabresi, non si è mai stancato di solcare piazze, palazzi comunali, manifestazioni pubbliche e private, con l'unico intento di aprire gli occhi e stappare le orecchie sull'acqua pubblica. Alcune volte c'è riuscito, altre volte no. Neanche i santi avrebbero fatto di meglio. Perché i santi se ne sarebbero andati sulla montagna a pregare. Lui no, con un sorriso disarmante, a dispetto di un piccolo problema di balbuzie, ha sfidato sempre tutti.

Parlare di tariffe, di acqua a conduzione o di acqua a sollevamento, per lui era come parlare del tempo che fa. Ha addirittura calcolato i guadagni della Sorical, a spese dei contribuenti, sulla base delle tariffe taroccate, e anche sull'euro taroccato perché dovete sapere che quando arrivò l'euro i grandi ingegneri profumatamente pagati dalla Regione sbagliarono a convertire i conti e i debiti nella nuova valuta. Ma non a svantaggio dei francesi e dei neofrancesi dei noiantri, ma dei cittadini, ovviamente.

Giovanni di Leo,

Figlio legittimo di una Calabria meravigliosa.

Che non si arrende alle ingiustizie. E che alle depravazioni sorride di rimando. Come alla morte.


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