La Parentopoli "amelica" di Sellia Marina

Il Palazzo comunale

Nei piccoli comuni calabresi, si sa, si conoscono tutti. Tutti sanno tutto di tutti. Certe volte anche con i nomi è facile fare confusione. Alcuni, per esempio, hanno lo stesso nome e cognome ma non sono nemmeno parenti. Certe altre, invece, capita che gli amministratori e i dipendenti abbiano dei legami familiari. Un caso, una pura casualità. In un paese piccolo può capitare, direbbe qualcuno. Altre, ancora, che gli incarichi vengano assegnati al cugino o al cognato di questo e di quello. Guarda tu, i casi della vita. Ma quando sono tanti, questi casi, anche i matematici sono in difficoltà su come spiegare le sorti di un destino un po’ ballerino.
A Sellia Marina la ditta che ha fatto i lavori alla rete fognaria di località “Ruggero” si chiama “Francesco Dardano”, guarda caso marito di Elisabetta Dardano, andata in pensione dopo quasi quarant’anni di onorato servizio il 31 dicembre 2008, la quale, il giorno dopo, si è trovata ad accettare un incarico di consulenza con funzioni apicali nel settore delle “Attività economico finanziarie per altri sei mesi. Francesco Dardano, a sua volta, è cognato di Antonio Dardano, fratello di Elisabetta, altro consulente al Comune come geometra che, guarda il caso (quando si ci mette, il caso, è più fedele della sfortuna) si è occupato di seguire l’iter dei lavori della stessa fognatura assegnati al marito della sorella. "Lavori pagati due volte dai cittadini, prima con le opere di urbanizzazione e adesso con il tanto agognato collettamento alla rete comunale!”, ha denunciato Francesco Di Lieto, vicepresidente del Codacons, lo scorso mese di febbraio durante la presentazione della sua candidatura in vista delle imminenti elezioni amministrative. Nei giorni successivi, però, è comparso nella lista del sindaco uscente, e la cosa è passata in cavalleria. In politica, dicono, i matrimoni sono più fantastici di quelli della vita di coppia, laddove anche i difetti diventano pregi.
Antonio Davoli, ex vicesindaco e attuale assessore ai Lavori Pubblici, ha un cugino, Antonio Garcea, che è stato prima consulente, durante la passata amministrazione targata Giuseppe Amelio e, in prossimità delle recenti elezioni, è passato a un contratto a tempo indeterminato. Un caso, ripetiamo, una pura casualità che insiste, però, tra i dipendenti comunali e la maggioranza amministrativa della ridente cittadina ionica negli ultimi cinque anni. Palmiro Impera, segretario del circolo “Moro-Berlinguer, ha vinto il concorso per dirigente dei vigili urbani. Molti, del suo partito, hanno gridato allo scandalo: “incompatibilità!”, hanno detto. Poi, quando si sono resi conto che non c’era una vera e propria incompatibilità istituzionale, e nè partitica, hanno rincarato la dose: “incompatibilità morale!”. Il concetto andava bene in tempi in cui il Partito Democratico nazionale gonfiava le vele verso il porto della questione morale. Ma durante la campagna elettorale molti dei moralizzatori pro-Impera e contro-Impera sono saliti sul carro di Giuseppe Amelio, di Alleanza nazionale, e candidato a sindaco per una lista civica. Il romanticismo dell’amore, che può diventare addirittura cieco fra due fidanzatini, in politica, invece, gode di qualche ascendente in più. Non vi è dubbio. Impera non era più incompatibile, anzi era compatibilissimo. Se prima, negli anni precedenti, quelli del Pd chiedevano “un’alternativa a Giuseppe Amelio”, poi hanno chiuso le polemiche con un: “è la scelta giusta”. Come dargli torto?
Giuseppe Mercurio è il nuovo assessore alle Politiche sociali, all’Ambiente e al Personale. Ne ha fatta di strada rispetto a prima, quando era solo capogruppo di maggioranza. Ma di strada ne ha fatto anche Enzo Elia, suo cognato, consulente nella passata legislatura (e prossimo a una riconferma?). Nicola Giancotti, ex assessore al Bilancio, oggi è solo consigliere di maggioranza. A lui si deve il merito della costruzione della nuova sede del Centro operativo di protezione civile, in corso d’opera, per via dei finanziamenti. Ma anche al progettista, Vincenzo Fulginiti, suo cognato. Antonio Ragusa, ex assessore all’Ambiente, ha un figlio, Pietro, un ragazzo promettente, un geometra. Il destino ha voluto che la scelta del sindaco ricadesse proprio su lui per l’incarico della riconversione di un’abitazione confiscata agli Arena per farne una casa di cura per anziani. Ce ne sono tanti altri di casi, ma questi sono certamente i più significativi ai fini di un aggiornamento della teoria della casistica. Questa, però, è roba per i matematici, di cui sopra, a noi interessano solo i risultati.
Alcuni l’hanno già chiamata “amelica”, l’era del primo cittadino, Giuseppe Amelio, che ha rotto un tabù, che durava da cinquant’anni a Sellia Marina, e cioè che nessun sindaco, prima di lui, è stato mai riconfermato dalla sovranità popolare (ha detto qualcuno, ma mi scrivono che il sindaco Canigiula aveva già amministrato per due mandati consecutivi, dal 1960 al 1970, ndr). Lui ce l’ha fatta. Quando si dice il caso. Ma guarda caso. Ma guarda tu il destino come si accanisce. Verrebbe di chiamarlo, quindi, solo un grande Caso, ma forse è qualcosa di più, una Parentopoli... Amelica.