RUTELLI: È certo che questa attività sia stata compiuta nella piena consapevolezza dell’identità delle persone di cui sono stati acquisiti i tabulati di traffico telefonico. Non è stato illustrato alcun legame tra questa attività invasiva e l’indagine giudiziaria che, com’è noto, riguardava presunte malversazioni e corruzioni relative a fondi comunitari e regionali in Calabria. (…) Ogni cittadino italiano può ben comprendere la delicatezza della disponibilità di queste informazioni: può comprenderlo anche chi magari sia meno sensibile alla tutela dei dati, protetti dalla legge, riportati nei tabulati di almeno 13 parlamentari, ministri e sottosegretari di Stato, nonché delle utenze – e qui parliamo di utenze, lo sottolineo – di 14 numeri riferiti alla Presidenza della Repubblica e di 52 utenze fisse e mobili del Consiglio Superiore della Magistratura. Alcuni giorni prima dell’inizio di un’ispezione disposta dal Ministero della Giustizia, sono stati acquisiti i tabulati del capo degli ispettori e quelli riferiti a una lunghissima serie di Ministeri, uffici giudiziari, corpi dello Stato, sino all’ambasciata americana. (…) In quarto luogo, questa banca dati, benché largamente non utilizzata per lo svolgimento delle indagini, risulta oggi nella disponibilità – in base alle informazioni raccolte dal Comitato, che comunque non possiamo definire esaustive – di tre distinti uffici giudiziari (le Procure della Repubblica di Catanzaro, di Salerno e di Roma) e del consulente, dottor Gioacchino Genchi, che, per quanto risulta e in base a ciò che lui stesso ha dichiarato, non ha distrutto i dati in proprio possesso.(..) Si tratta di un vero e proprio pedinamento elettronico sistematico.
Luigi Li Gotti, senatore di Idv, lo punzecchiò. E gli chiese:
LI GOTTI: Ma c’era anche lei tra quei 13 parlamentari? Così hanno scritto i giornali, così dice Genchi nelle interviste.
Rutellone, così come viene amichevolmente chiamato dagli amici, come da Antonio Saladino, principale indagato di Why Not, replicò seccamente:
RUTELLI: È falso. È falso.
E Li Gotti insistette:
LI GOTTI. ….per rispetto dei ruoli, forse una sua sensibilità maggiore sarebbe stata gradita e apprezzata da tutti, a meno che non si tratti di un falso.
E Rutelli ci mise una pietra sopra:
RUTELLI. È falso quello che lei dice. Non so chi lo ha detto a lei. Lei sta dicendo una cosa non vera e non so chi gliela abbia detto, perché non abbiamo mai acquisito tabulati che riguardassero alcuno di noi.
A parte l’agenda di Antonio Saladino, che già conteneva il numero di Rutelli alla voce “RUTELLI”, vi è una intercettazione preziosa che fa capire come non solo si conoscevano i due, a dispetto di quanto negò al Senato a Li Gotti e a tutti gli italiani, ma come “fosse seria” la loro amicizia. Mica una cosa da niente. Una cosa seria… All’indomani del 20 ottobre 2007. All’indomani dell’avocazione dell’inchiesta Poseidone dal facente funzioni Favi, il Saladino provò a chiamare il suo amico “Rutellone”. E non trovandolo, ripiegò sul suo braccio destro, Donato Mosella. Ecco il testo dell’intercettazione:
Mosella Donato: Pronto?
Saladino Antonio: Sono Tonino Saladino, tutto apposto?
Mosella Donato: Pronto?
Saladino Antonio: Donato, sono Tonino Saladino.
Mosella Donato: Ehi Tonino!
Saladino Antonio: Allora io sono a Roma, tu come sei combinato oggi?
Mosella Donato: E purtroppo sono in partenza per Napoli.
Saladino Antonio: Ah… no perché ho voglia di fare una chiacchierata con te…
Mosella Donato: Eh… E come dobbiamo fare?
Saladino Antonio: Dimmi tu, io posso venire i primi… non so però qui siamo già abbastanza avanzat…
Mosella Donato: Siamo abbastanza avanti… oggi i giornali ci dicono che…
Saladino Antonio: Senti ci dicono che votiamo a destra. Noi votiamo a destra e… siete cattivi… siete cattivi, siete contro la libertà [inc] libertà…
Mosella Donato: [inc] sacco di telefonate.
Saladino Antonio: Noi votiamo per la libertà… Senti, e se ti mando la mia amica Cristina con il mio amico Valerio a trovarti… E vi fate una chiacchierata?
Mosella Donato: Senza problemi!
Saladino Antonio: Vengono a trovarti loro allora, eh?
Mosella Donato: Va bene Tonino!
Saladino Antonio: Poi giù tu fammi sapere… capito? Fammi sapere.
Mosella Donato: Se hai qualche contatto [inc]
Saladino Antonio: Io chiunque mi contatta lo giro a te! Chiunque mi contatta… Parlo solo attraverso di te…
Mosella Donato: [inc]
Saladino Antonio: Senti, ma quegli amici miei giù cosa fate, gli date una sistematina dopo o no?
Mosella Donato: Quali dici?
Saladino Antonio: I miei amici… Presidente e company!
Mosella Donato: E hai visto! Hai seguito, no, com’è finita [inc]!
Saladino Antonio: Sì [inc] andate gi…
Mosella Donato: La trattativa… La trattativa con loro l’ho condotta io ma… ti dico…
Saladino Antonio: Allucinante, mi immagino.
Mosella Donato: Ma poi ti racconto tutto.
Saladino Antonio: Allucinante! Allucinante!
Mosella Donato: E lì ci dobbiamo preparare al peggio, eh!
Saladino Antonio: Bravo! Bravo! Bravo! Bravo! Bravo! Bravo!
Mosella Donato: Quindi… Troviamo un momento Tonino, da vicino per poi… e comunque…
Saladino Antonio: E come facciamo… vuoi… che salgo a Roma…! I primi di aprile, i primi?
Mosella Donato: E appena tu capiti per cose tue, tanto voglio dire ormai [inc].
Saladino Antonio: Ti chiamo prima e ci facciamo una chiacchierata…
Mosella Donato: Intanto io dico a Francesco che ci siamo sentiti! Perché se vuoi il clima…!
Saladino Antonio: Sì sììì!!! DIGLI A FRANCESCO DI STAR TRANQUILLO, PERCHÉ L’AMICIZIA NOSTRA È UNA COSA SERIA! NON È [inc]
Mosella Donato: Va bene!
Saladino Antonio: Digli a Francesco che l’amicizia nostra… che noi siamo gente seria! Non… Ma poi anche la… anche il Corriere è stato molto garbato, se lo hai letto attentamente…
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