30 gennaio 2010

Il caso Ici a Cropani. Per un timbro (Martin) Colosimo potrebbe perdere la cappa

Il Municipio del Comune di Cropani

Il caso ICI. A Cropani impazza. Il nuovo sindaco, Bruno Colosimo, eletto lo scorso 6 giugno, ha deciso di “far rispettare le regole”. Lo ha promesso il giorno del suo insediamento, durante il primo civico consesso post elezioni, e lo sta facendo adesso con determinazione. L’estate scorsa ha emesso un’ordinanza sullo smaltimento dei rifiuti, solo dalle 19 alle 4 del mattino, non più durante il giorno. Ma in questi giorni è l’Ici, l'imposta comunale sugli immobili, la scommessa di Colosimo. L’ufficio preposto sta spedendo cartelle Ici a raffica. Troppi i morosi e per molto tempo. Il “sindaco delle regole”, però, rischia un grosso flop. Ironia della sorte, sarebbe proprio la firma, posta a calce della contestazione, a non essere valida.
Un signore in pensione, con l’hobby della normativa tributaria, con la cartella in mano si è recato al Comune nei giorni scorsi. E ha fatto presente agli uffici preposti che ai sensi della sentenza numero 55 del 2008 della Commissione tributaria della Campania, la firma non “sarebbe valida”. Una confutazione che non sarebbe stata accettata e che, addirittura, avrebbe suscitato anche le risa dei presenti. La dicitura: “firma autografa sostituita a mezzo stampa” ai sensi della legge numero 549/95, così come si legge nelle cartelle spedite dal Comune, è stata licenziata a favore della firma autografa o digitale. E quella in questione non corrisponde a nessuna di queste due obiezioni. Non presenta nessuno “scarabocchio”, indicativo della firma. E non è aderente a quella digitale. Anche qualora il Comune fosse dotato di firma digitale dovrebbe, affinché la stessa sia stampata su carta, fornirsi di apposito "timbro digitale" come hanno fatto, per esempio, i vicini Comuni di Botricello e di Sersale. Dal sito anusca.it è possibile visionare gli enti locali accreditati, e Cropani sembrerebbe non essere ancora autorizzato, nonostante spenda a voce la "firma digitale".
L'indomito contribuente non si è dato per vinto e si è rivolto, allora, ad un consulente, esperto in materia. E hanno verificato insieme, con sentenze alla mano, le sue ragioni: "Sentenza numero 55 del 12.03.2008 Commissione Tributaria Regionale Campania". Dunque, con riferimento alla citata sentenza, tutti gli atti inviati dal Comune sarebbero facilmente impugnabili dinnanzi alla Commissione Tributaria Provinciale di Catanzaro che li annullerebbe compensando anche le spese in quanto carenti di un requisito essenziale.
Una curiosità, la cartella del pensionato sarebbe anche già prescritta per effetto delle disposizioni di legge sull'accertamento dell'ICI ma lui, dinnanzi alla proposta del consulente di appellarsi alla sola prescrizione, ha ribadito che "per principio", così ha detto, vuole fare ugualmente ricorso avvalendosi anche della firma che renderebbe nullo l'atto ai sensi della citata sentenza.
E così, per un timbro (Martin) Colosimo potrebbe perdere la cappa.


La firma in calce alle cartelle Ici spedite dagli uffici comunali

4 commenti:

Anonimo ha detto...

il povero pensionato non ha alcuna possibilita' di vincere basta che colosimo si faccia difendere da un giudice della commissione tributaria e il gioco e' fatto.
del resto cosi' ha gia' fatto qualche altro sindaco, provare per credere

nadia ha detto...

Il Sindaco per primo dovrebbe rispettare la legge.
Nel Popolo Italiano.
Se poi trova la solita scappatoia, farebbe bene a dimettersi.

Santino ha detto...

Penso invece che il pensionato abbia proprio ragione, gli accertamenti non sono validi e possono essere facilmente annullati dalla commissione.
Il comune di catanzaro a dicembre ha inviato 4000 accertamenti ed il dirigente del servizio li ha dovuti firmare uno ad uno.

Anonimo ha detto...

Questo è solo l'inizio. Ce ne farà vedere ancora delle belle il nostro Sindaco. A proposiro mi sto prendendo un terribile raffreddore per andare a depositare tutte le sere l'immondizia dopo le 19. Siete solo ridicoli.