5 luglio 2011

I hate facebook



Il web ha cambiato la vita alle persone del terzo millennio. Ha aperto nuovi orizzonti. La gente si collega al pc per parlare con i propri amici, parenti, anche lontani, dall’altra parte dell’Oceano, oppure per conoscerne dei nuovi. Capita di chiedere alla vicina di casa una ricetta senza la fatica di affacciarsi, oppure cosa ne pensa della politica del Governo. Capita di imbattersi in personaggi strani, account si chiamano, che non si sa chi siano. Ci tengono all’anonimato. Capita di corteggiare ed essere corteggiati. In Inghilterra il solo facebook pare abbia fatto aumentare i divorzi del 30 per cento. Con la tastiera in mano siamo tutti più bravi. Poi magari s’incontrano e si rimane delusi. Oppure ti affascinano nonostante la magrezza dei link condivisi. La comunicazione, vuoi per piccione viaggiatore, vuoi via lettera tradizionale, vuoi via telefono e vuoi via chat, conserva sempre una certa dialettica, sta all’intelligenza di quelli che comunicano intuire o saper interpretare la corrispondenza delle cose dette. Ma capita, anche, di litigare. Anche se non si è amici e non si ha nessuna voglia di diventarlo. L’occasione la dà la nuova chat dei gruppi. Il recente strumento operativo dei guru della comunicazione via facebook.
Eccone un assaggio, rigorosamente Made in Calabria. Precisamente: provincia di Catanzaro. Protagoniste due ragazze. Che non sembrano avere molti peli sulla lingua. Il tenore della conversazione lascia perplessi per la profondità degli argomenti trattati. E nel merito. Difficile azzardarne un’imitazione. Insuperabile sul piano sociologico ed educativo. Nell’arte della comunicazione potrebbe a pieno titolo essere inserita nell’estetica del brutto. Per imparare ad evitarla, certo.
Ciao a tutti”, esordisce una. “???”, l’interrogativo dell’altra. “Nn era rivolto a te il mio salutooo”, spiega la prima. “Ki ti ha interpellato, scusa, se risp vuol dire ke ti sei sentita interpellata, nn ci sei solo tu in linea, cm puoi vedere, quindi statti queta, ca parrasti gia' abbastanza per i cunti mei”, per i non locali la seconda parte della chat significa: “Statti zitta, che parlasti già abbastanza per me”. Inizia lo sputtanamento. La ragazza, risentita per qualcosa detto in pubblico dall’altra, giustifica il proprio malessere, e cioè che si sarebbe inventata degli “aborti” sul suo conto. La replica è: “Trovati l psicologo che meglio”. “Trovati un avvocato”, i due professionisti che si consigliano reciprocamente. “Che io ho ancora la tel registrata e lasciami stare, addio”. La conversazione sembra destinata alla chiusura, e invece: “Avisti puru u coraggiu ma mi saluti, ohi stupida”. “Non salutavi ati ignorante”, per la precisione. Evidentemente, non si erano chiarite abbastanza, infatti: “Ma si mi parrasti puru, cretina, l'ignorante sei tu nn io, ca tu nn teni nente intra i mani, eu si ca tegnu a registrazione, da chiamata ki facisti, duve parravi ca eu fici nn sacciu quanti aborti, per tua informazione nn sacciu mancu chi su i ginecologhi”, si capisce, si capisce, anche per i non locali. Sullo sputtanamento il discorso è ancora lungo. “A (omissis) parranu di porcati toi”, cioè: parlano delle tue porcate. “La gente conosce me e conosce te”, eguaglia una e poi incalza: “A tia miseru l'amante nn fazzu u nome pe rispettu soi ma nn pe tia tanto lo sanno ki è”, significa: “Di te dicono che hai un amante, e non faccio il nome per rispetto suo, non tuo”. “Dillo!” le risponde. “Nn sono una pentita come te o na lorduna”, a stretto giro di posta. La discussione va avanti senza soluzione continuità fino alle minacce. Le offese, infine, dai familiari passano sul personale. “E vota bona che ti sgonfio”. “Guardati u culu toi ka e sgonfiare cinde abbastanza”. “Alla faccia tua”. “Aru tua stupida, ca nn ti capanu mancu i pantaloni”.
No comment!

3 commenti:

Rosalba ha detto...

...Quando si dice...la classe è acqua...il linguaggio
tipico delle ambientazioni delle peggio telenovelas....
complimenti Emilio...hai ragione "estetica del brutto"....

Anonimo ha detto...

Complimenti per l'articolo, ma fb non è solo questo! Io ho avutola fortuna di conoscere una persona molto speciale. Lo avevo intuito che lo fosse già in chat e avendola conosciuta di persona ne ho avuto la conferma. Poi che ho una moglie e che il mio matrimonio non "va" più come prima, beh questa è un'altra storia.

domenico ha detto...

condivido fb fa conoscere tante persone, di diverse idee e culture, bravo Emilio un bellissimo articolo , che sia veritiero non ho dubbi
( conoscendoti )mi auguro che le persone si siano riconosciute un esempio di linguaggio delle pessime osterie di una volta.