Il borgo Picitti di Acri
E’ l’agglomerato più antico di Acri. Un presepe di
case accatastate a misura d’uomo. Accoccolate e calde. Anche i vicoli sembrano
parlare. Ricordano le vite vissute e sepolte nei secoli fino a pochi anni fa.
Un pezzo di storia che sta sprofondando su se stesso. Non tutto. Alcune
abitazioni sono state ristrutturate di tutto punto. Porte, finestre, balconi,
pareti, interni soppalchi e bagni. Una montagna di soldi buttati e lasciati
alla mercé dei soliti avvoltoi. I Picitti, un pezzo di storia umiliato e
offeso. Due volte.
L’ultimo ad abitarci è stato il professor Meringolo. Pare sia andato via per disperazione. Un crollo al giorno fa paura anche ai più temerari. I panni stesi e dimenticati sui balconi appena accennati. Di qua e di là. Indicano un tetto improvvisato. E da subito abbandonato. E anche le bombole del gas usate fanno pensare ad un riparo arrangiato dal freddo. La vista tra gli anfratti e i muri spezzati si perde sul Mucone. Nella valle. Immensa e maestosa. Gli occhi ritornano sulle case. E qui si perdono nelle piccole cose. Vestiti. Utensili. Bottiglie. Libri. Piante e fiori ancora verdeggianti. Un colpo nello stomaco. Poi la sorpresa. Abitazioni rifinite. Con marmo e legno. Volumi monocolori. Appena rifinite e appena sfasciate. Adesso è la mente che chiede perché.
L’ultimo ad abitarci è stato il professor Meringolo. Pare sia andato via per disperazione. Un crollo al giorno fa paura anche ai più temerari. I panni stesi e dimenticati sui balconi appena accennati. Di qua e di là. Indicano un tetto improvvisato. E da subito abbandonato. E anche le bombole del gas usate fanno pensare ad un riparo arrangiato dal freddo. La vista tra gli anfratti e i muri spezzati si perde sul Mucone. Nella valle. Immensa e maestosa. Gli occhi ritornano sulle case. E qui si perdono nelle piccole cose. Vestiti. Utensili. Bottiglie. Libri. Piante e fiori ancora verdeggianti. Un colpo nello stomaco. Poi la sorpresa. Abitazioni rifinite. Con marmo e legno. Volumi monocolori. Appena rifinite e appena sfasciate. Adesso è la mente che chiede perché.
Ben otto portate a termine dall’Aterp (Azienda
territoriale e residenziale pubblica) nel lontano 2002. Al bando del Comune
nessuno accettò di andarci. E da allora i riflettori si sono spenti sull’antico
borgo. A nulla sono valsi gli appelli alle Amministrazioni che si sono
succedute di personalità del calibro di Pierluigi Cervellati, famoso architetto
e urbanista italiano. Di una ristrutturazione a 360 gradi del piccolo centro.
Con parcheggi sotterranei ed un ascensore per i servizi di collegamento. A
nulla sono valsi i suggerimenti di un attivo comitato Pro Centro storico. Anzi,
a qualcosa sono serviti. All’implementazione di un progetto di risanamento nel
Piano Integrato di Sviluppo Locale. Acri è capofila di un raggruppamento di Comuni,
per lo più limitrofi. Un Pisl sulla “Qualità della vita”, sui “Sistemi
produttivi” e sui “Centri storici e borghi d’eccellenza”. Un progetto
approvato, ma non finanziato. Ad essere sovvenzionato, invece, è quello sulla
centrale a biomassa. Sempre ad Acri.
I Picitti possono attendere.
Con la
collaborazione di Giulia Zanfino
Il bagno di un appartamento rifinito nel 2002
1 commento:
è veramente un pugno allo stomaco vedere questo scempio,dalla doto si nota persino l'adesivo della marca sui sanitari, il bagno era nuovo....
erano seconde case? nessuno vigilava? perchè nessuno si è preso cura del territorio? possibile che l'assessore alla cultura Caligiuri non ha fatto niente?provate a contattare l'assessore qualcosa di sicuro farà, da quello che leggo a Zagarise un piccolo paesino di montagna ricevono aiuti di ogni tipo,sono arrivati a far passare una torre per un castello,persino E.T ha portato soldi,ristrutturano piazze e ricevono soldi,allagamenti e ricevono soldi,hanno ristrutturato vecchie case nel borgo e ricevono soldi ,un museo dell'olio e ancora soldi,strade e ricevono soldi,chiese e ricevono soldi, un paesino di poche persone e riceve tanti fondi,e noi?..
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