11 settembre 2013

Il silenzio


Avvertì un brivido lungo la schiena. Come una scossa che dal collo a effetto domino gli attraversava le vertebre una ad una. Per un attimo gli venne in mente che il sudore avrebbe potuto causargli questa sensazione. Faceva caldo, il sole si riversava sulla spiaggia a quintali e portava in ebollizione ogni essere vivente. Presto si ravvide. Non era il caldo, era un pensiero. Una scheggia di pensiero che si faceva strada tra le fantasie della testa e nella massa delle membra.  Era come tagliare il burro. E lo tagliò. Dalla testa fino al cuore. Giunto a destinazione lo immobilizzò. Non sentiva più il battito, né le braccia e le gambe. E gli sembrò di vedere una medusa raccolta dal mare e buttata in terra. Fuori dall’acqua non aveva più forma e né sostanza, non faceva più paura. Conservava solo il colore di ciò che era. Un bianco non più brillante come quando s’inebriava nel buio o nella luce delle profondità. Era un essere senza più essere. Il suo cervello. 
Provò a respirare. I polmoni facevano fatica a raccogliere un po’ d’aria e il cielo, diventato plumbeo per una nuvola arrivata da chissadove, si avvicinò alla terra. Non c’era più differenza: erano la stessa cosa. E anche lui si sentiva parte del tutto. Non voleva. Scalpitava per allontanarsi dalla presa, ma una forza superiore lo trascinava in mezzo. S’addormentò. 
Sognò di nuotare. Insieme ai pesci che lo seguivano. Prima uno, poi due, infine una schiera. A lui piaceva l’idea di avere questi nuovi compagni. Cercò di superarli. Era una competizione impari. A loro bastava accelerare le movenze del corpo per sorpassarlo, ma poi tornavano sempre come se vedessero in lui qualcuno da proteggere, un fratello malaticcio che, a causa della sua condizione, non riusciva a tenere il loro passo. Era buio lì sotto. Buio e immenso. Silenzioso. Le auto non c’erano e neanche gli uomini abituati a urlare per farsi sentire dai loro simili. Un mondo religioso, in perenne ascolto del mare, del dio. Era così totalizzante il rapporto con l’infinito che non avevano tempo da dedicare ad altro. 

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