A Catanzaro vive un certo Vitaliano, un signore di
mezza età, che ha un cruccio e un problema. Cioè, un
problema fisico che non gli consente di soddisfare un suo cruccio personale. Da
quando ha letto sui giornali che venerdì prossimo presenteranno ufficialmente
il progetto “Lightness road” che
rivestirà una parte di Corso Mazzini non sta più nella pelle.
Non sapeva cosa significasse la sigla e con google traslate ha trovato facilmente la traduzione: “Via della luce”. E luce fu! Si è convinto del fatto che sta per verificarsi a Catanzaro un evento storico senza precedenti, simile a quando i francesi dissero sì alla Tour Eiffel o alla Piramide di vetro nel Louvre, a quando i Kazachi costruirono il Palazzo della Concordia. L’emozione gli ha fatto galoppare la fantasia anche a quando i Romani costruirono il Colosseo.
Non sapeva cosa significasse la sigla e con google traslate ha trovato facilmente la traduzione: “Via della luce”. E luce fu! Si è convinto del fatto che sta per verificarsi a Catanzaro un evento storico senza precedenti, simile a quando i francesi dissero sì alla Tour Eiffel o alla Piramide di vetro nel Louvre, a quando i Kazachi costruirono il Palazzo della Concordia. L’emozione gli ha fatto galoppare la fantasia anche a quando i Romani costruirono il Colosseo.
E vuole esserci. Non vuole
mancare. La figlia lo prende in giro dicendogli che i plinti d’acciaio saranno solo
di qualche metro e che non avranno niente a che vedere con Parigi. Ma lui di
rimando le risponde sostenendo che “creeranno un riflesso tale da sprigionare
un’energia mai vista prima d’ora nella città dei ponti”. E che le lastre
translucide proietteranno i passeggeri “in un mondo migliore”. Che sa che non
vivrà ancora a lungo e non vuole “perdersi per nessuna ragione al mondo l’appuntamento
con la storia”.
Ha seguito passo dopo passo i
sondaggi, sia quello in cui hanno votato più contrari che favorevoli sul sito de
il Quotidiano della Calabria che quello sostenitore di Ali (Area liberale
italiana che ha incontrato l’architetto vincitore del concorso). E la sigla Ali
è stata per lui una svolta. Anche lui vuole volare nel cielo. E sa che può
farlo. Adesso, quanto prima. Grazie al “bicarbonato della lightness road”. Al che
la figlia non ce l’ha fatta più e si è messa a ridere. “Non si tratta di
bicarbonato bensì di policarbonato, una specie di poliestere”, lo ha
bonariamente rimproverato.
Il padre ha solo un problema che
non gli permette di assistere. L’unico modo per arrivarci, dato che non abita
in centro, è prendere l’ascensore del Politeama che non funziona da mesi. Essendo
cardiopatico il medico gli ha espressamente proibito di fare le scale. E quelle
da viale dei Normanni a Corso Italia corrispondono a ben sette piani di un’abitazione.
Ma lui non vuole demordere,
nonostante le pressioni della famiglia. Ha una missione da svolgere. Raggiungere
la storia da protagonista. E così gli intitoleranno tutto il tragitto. Sarà
ricordato come quel Vitaliano che è morto perché il Comune non ha saputo aggiustare
un ascensore ma in compenso ha creato la via della luce nel buio più pesto. L'orgoglio catanzarese non conosce limiti.
3 commenti:
non vorrei dire un fesseria, ma si dice in giro che l'ascensore non è in funzione perchè è stata tagliata la luce. praticamente il comune (o la catanzaro servizi) non ha pagato le bollette. se è così mi chiedo come fanno a spendere soldi per una copertura squallida e inutile.
secondo la determina (http://www.comunecatanzaro.it/files/concorso%20idee.pdf) del comune di Catanzaro Francesco Righini è iscritto all'ordine degli architetti di Catanzaro con la tessera numero 199, eppure facendo una ricerca sul sito http://www.archicz.it/web/albo-on-line/ il suo nome nn c'è. strano....
potrebbe essere un'opera d'attrazione il problema che una volta che uno viene attratto dall'opera poi cosa trova sul corso? VE LO DICO IO ... IL NULLA .
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