La città in ginocchio. Dipinto di Silvio Vigliaturo
di
Silvio Vigliaturo
Per una serie di
affermazioni e commenti che riguardano il MACA, per rispetto alle persone a cui
sta a cuore, favorevoli o contrarie, mi sento in dovere di fare chiarezza.
Prendo spunto per questa mia risposta dall’articolo Acri. Un comune in pericolo e
un museo della discordia, a
firma di Angelo Gaccione e, per una questione di forma, mi rivolgerò
direttamente allo stesso autore. Sia chiaro che lo prendo solo a esempio, e non
me ne voglia. La mia risposta vale anche per le critiche precedenti apparse su
Acri in rete nelle ultime settimane.
Gentile
Angelo Gaccione,
mi
scusi l’espressione: stiamo guardando entrambi lo stesso film?
Leggendo
il suo testo recentemente pubblicato sul sito Acri in rete, ho l’impressione
che lei si sia fatto delle idee di seconda mano relativamente al museo di Acri,
senza conoscere effettivamente la situazione di cui scrive. Cercherò di essere
il più chiaro possibile e di non dilungarmi eccessivamente. Per quanto riguarda
buona parte del contenuto del suo testo non sta a me rispondere, perché credo che
i destinatari siano altri, ma, dato che utilizza il MACA (perché così si chiama
ufficialmente dal mese di luglio 2009) quale filo conduttore, mi permetto di
rispondere ai punti da lei toccati nello scritto e cercherò di farlo nel modo
più puntuale possibile:
1) Il
carattere privatistico dello museo, pur finanziato esclusivamente da contributi
pubblici:
A questo primo
punto può trovare un’esauriente risposta nel testo
da me divulgato circa un mese fa in cui viene riassunta la storia del museo e
le sue vicissitudini.
2) Il mancato coinvolgimento delle energie artistiche
locali e del Sud nel suo insieme:
Leggendo questo
secondo punto è ancor più palese che lei – così come chi in precedenza ha
rivolto al museo la stessa accusa – non è a conoscenza delle attività del
museo. Nel 2012, il MACA ha dato inizio a un progetto rivolto agli artisti
Under 35 nati in Calabria, intitolato Young
at Art. Ogni anno, viene selezionato un gruppo di artisti che rappresentino
la vivace scena contemporanea calabrese e le loro opere vengono esposte in una
mostra itinerante composta da più tappe. Si parte dal MACA, per proseguire con
una seconda tappa all’interno della Biennale Manga Grecia di San Demetrio
Corone (ulteriore interazione con il territorio limitrofo ad Acri), per
terminare il progetto a Torino, nel mese di novembre, all’interno della
manifestazione Paratissima, l’evento collaterale più importante della fiera
d’arte contemporanea Artissima, facendo in modo che gli artisti locali,
calabresi, quindi del Sud, possano venir conosciuti da un pubblico stimato in
circa 100.000 unità in soli 4 giorni di manifestazione. Per ulteriori
informazioni la rimando al blog del progetto: http://youngatart2013.com. Peraltro, non
sono solo gli artisti a giovare di questa visibilità, ma il museo stesso,
adeguatamente pubblicizzato all’interno dello spazio espositivo e, con esso, la
città di Acri. Non sono a conoscenza di altre iniziative che promuovano la
città a un tale bacino di utenti.
Tutto ciò, poi,
non tiene conto del fatto che, annualmente, in collaborazione con BCC
Mediocrati (senza contributi comunali), il MACA organizza una grande mostra
dedicata a un artista calabrese già noto. L’anno scorso è stata la volta del
pittore Pino Chimenti. Nel 2012 è toccato a Francesco Guerrieri e prima ancora
a Luigi Le Voci.
3) L’impossibilità
per il Museo di potere acquisire donazioni da altri artisti e dunque
arricchirne il patrimonio:
Anche in questo
caso non è adeguatamente informato. Negli anni, al MACA sono state donate opere
dagli autori stessi – lo scultore Dorino Ouvrier e i pittori Giovanni Cataldi,
Luigi Le Voci e Francesco Guerrieri –, o dai loro eredi – il pittore austriaco
Fritz Baumgartner – o, ancora, da collezionisti – la donazione Patrito (esposta
durante tutto il periodo estivo 2013), che annovera 66 opere grafiche di
nomi di primo piano del 900: De Chirico, Guttuso, Morlotti, Nespolo, Scanavino
e Schifano, tra gli altri – .
4) La
scarsa ricaduta per il territorio in termini di confronto e di crescita
culturale:
Non è la
prima volta che al MACA viene rivolta questa accusa. Innanzitutto, il MACA,
regolarmente, ospita le scuole di ogni ordine del territorio, acresi e non,
offrendo agli studenti la possibilità di partecipare a workshop tematici legati
alle attività espositive del museo e già questa mi sembra un’ottima occasione
di confronto e crescita culturale. Abbiamo ospitato eventi artistici dedicati
ai non vendenti; abbiamo collaborato con i detenuti del carcere di Rossano ed
esposto le loro opere al museo. Poi, ancora, ci sono le mostre temporanee –
oltre 20 dalla nascita del museo nel 2006 – che hanno seguito, per la maggior
parte, un percorso studiato di riscoperta di artisti e movimenti fondamentali del
‘900, seppur meno noti al grande pubblico: dalla grande personale di Joël
Stein, uno dei padri dell’arte cinetica, passando per la mostra di Aldo Mondino
e quella del Gruppo degli Otto, esperienza artistica breve ma intensa che annoverava
tra le sue file nomi del calibro di Vedova, Turcato e Afro. Crede che queste
mostre non offrano un’occasione di crescita culturale? Per quel che riguarda la
questione della ricaduta economica, la rimando alla risposta contenuta nel testo del giornalista Piero Cirino, che condivido
pienamente.
5) La
mancata presentazione del bilancio e la sua pubblicizzazione in tutti questi
anni:
Non
starebbe a me, in quanto direttore artistico del MACA, divulgare il bilancio
del museo, ma, dati i continui attacchi, ho deciso di pubblicare il resoconto delle
entrate e delle uscite dal 2007 a oggi sul sito del museo.
Per quanto
riguarda il bilancio comunale, dato che trattasi di museo civico, le chiederei
cortesemente di fare riferimento al Comune di Acri.
6) Lo
sperpero di una quantità considerevole di denaro che non troverebbe
giustificazioni:
La questione non
mi riguarda in prima persona, ma mi tolga la curiosità: in che modo il MACA è
stato oggetto di spreco di denaro pubblico?
In
risposta alle sue ultime righe, rimando
al progetto artistico 2014 – anch’esso pubblicato sul sito del MACA, che,
in nessuna sua parte è finanziato dal Comune di Acri.
Credo,
con questa mia lettera, di aver dato a lei e altri detrattori del MACA, delle
spiegazioni, ma, se non fossero sufficienti, potremmo volentieri dilungarci
ulteriormente sulla questione, anche su Acri in rete. Vede, vado molto fiero dell’attività
che ha svolto il MACA in questi anni, pur nelle difficoltà che si sono
susseguite e ancora non cessano di essere. Sono certo che c’è ancora molto da
fare e certamente mi sarà difficile accontentare tutti, ma parlarne in un
colloquio costruttivo non può che farmi piacere
Silvio
Vigliaturo
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