Acri
Lunghe distese di monnezza ai lati delle
strade. Buste ripiene di tutto e di più. Ingombranti. Indifferenziati. Sostanze
pericolose e non. I rifiuti si sono guadagnati il triste e infelice spettacolo della
nostra terra. E con le discariche ormai sature sono anche un futuro irrinunciabile.
Un futuro segnato da un destino sventurato. Eppure, c’è ancora qualcosa che
supera la più fantasiosa immaginazione: i rifiuti del copia incolla o il copia
incolla dei rifiuti. La differenza, in questo caso, è equamente distribuita tra
il soggetto e il complemento. E significa che i rifiuti non solo hanno la
capacità di clonarsi ma anche di clonare le menti dei nostri amministratori. Qualcosa
di stupefacente, insomma. È il caso del Comune di Acri, in provincia di Cosenza,
che ha copiato paro paro il capitolato d’appalto di Rapolla in Basilicata. Delle
due l’una. E’ il tempo a dare la misura della primogenitura. E Acri, ahimè, è
secondo. Si dà il caso, infatti, che in quel di Potenza l’appalto fu assegnato
quattro anni fa.
Il documento, pubblicato in esclusiva dal giornalista Roberto Saporito sul sito Acrinrete, gli consente di rialzare la testa, nonostante l’Asino in cattedra.
Il documento, pubblicato in esclusiva dal giornalista Roberto Saporito sul sito Acrinrete, gli consente di rialzare la testa, nonostante l’Asino in cattedra.
Dunque, il Comune appalta. È l’inizio del
primo articolo. Lo stesso di quello di Rapolla. Chiaro che cambia solo il nome
dell’Ente. E cosa appalta? “ Articolo 1. Il servizio di raccolta dei rifiuti
urbani e assimilati ed il loro trasporto a smaltimento; 2. Lo smaltimento dei
rifiuti di cui al punto precedente.” E così a seguire tutto il resto. Compreso il
riferimento normativo, come è giusto che sia: “Il Decreto Legislativo
N°152/2006”. Passiamo al secondo articolo. Cambia la lettera “C”. per Rapolla
si tratta: “Lavaggio e disinfezione cassonetti.” Evidentemente, già ci sono. Ad
Acri, invece, no. E, dunque, l’assessore al ramo decreta: “Fornitura, di bidoni
condominiali, dei contenitori domestici di vari colori…” ecc. ecc. Particolare
non secondario è lo spazzamento delle strade di dove vengono depositati i rifiuti.
Rapolla lo impegna. Acri lo liscia. Ma forse si tratta di un mero errore di
digitazione. Diverso è il servizio del call center per l’Isola ecologica. In Basilicata
è previsto, in Calabria no: “Non ne abbiamo bisogno!” avrà pensato Salvatore Ferraro.
Non vi annoiamo ulteriormente. Tuttavia,
l’articolo 4 merita tutta la vostra attenzione. L’assessore dà il meglio di sé.
Non per lui, ovvio. Ma per i suoi concittadini. “Il servizio richiesto dovrà
assicurare il raggiungimento della soglia del 50% di raccolta differenziata
dopo 6 mesi dall’affidamento del servizio, del 65% allo scadere del primo anno.”
È fiducioso. Molto. Un po’ di meno lo sono in Lucania. Dove “il servizio
richiesto dovrà assicurare il raggiungimento della soglia del 25% di raccolta
differenziata dopo 4 mesi dall’affidamento del servizio, del 55% dopo 12 mesi.”
Qualche altra aggiustatina negli articoli seguenti e il più è fatto. Tranne la penalità in caso di inadempienza. In Basilicata c’è. Almeno 500 euro al giorno di multa per “mancata effettuazione di tutti i servizi”. In Calabria, invece, non è contemplata. Che volete: “Su guagliuni!”
Qualche altra aggiustatina negli articoli seguenti e il più è fatto. Tranne la penalità in caso di inadempienza. In Basilicata c’è. Almeno 500 euro al giorno di multa per “mancata effettuazione di tutti i servizi”. In Calabria, invece, non è contemplata. Che volete: “Su guagliuni!”
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