Uno scambio di battute della coppia su Facebook solo qualche mese fa
La notizia sta balzando di giornale in giornale. Una notizia
di cronaca nera. La cronaca più letta. Quella che ti prende. La tragedia consumata
fredda. Lì, sul tavolo. Quando lavori. Studi. Giochi. Ecco, Attenti! Leggete
qua! Franco de Vito, un appuntato scelto dei carabinieri di 47 anni che
accoltella la moglie, Fiorella Maugeri di 43, e poi si spara con la pistola d’ordinanza.
Ad Arcavacata di Rende, provincia di Cosenza. Ci sono tutti gli ingredienti. Soddisfatti
anche i palati raffinati. Addirittura la figlia che assiste all’omicidio
suicidio. Lì, al piano di sopra. Che quando scende e vede il corpo esangue
della madre sente il colpo mortale che si dà il padre. La figlia 17enne. Neanche
maggiorenne.
La notizia si colora di un dettaglio equidistante dalla
tragedia in sé. “Era una coppia tranquilla". Poi all’improvviso il
raptus. Il litigio. Le urla. Il coltello. La pistola. La notizia riempie i
notiziari. Un piatto servito freddo perché va freddo. Neanche un accenno sulla
loro vita insieme. Un copia incolla come da ricetta riuscita. “Apparentemente” una
coppia tranquilla, invece. Già, invece. Non era poi così tranquilla. Ecco, il demonio
scansato più in là. Non riguarda il lettore. No, lui no. E’ sacro. Riguarda gli
altri, quelli che si sono guadagnati la prima pagina. Loro sono il male. Ecco,
il lettore sta più tranquillo. Dopo che legge. Non sono io. È l’altro. Ha avuto
qualcosa. Di scatenante. Ha scatenato l’inferno. L’ha visto, prima. Lo ha
sfidato e ci è caduto dentro. Il lettore, invece, non l’ha fatto. Non l’avrebbe
mai fatto. Avrebbe proposto l’ennesimo chiarimento. Si sarebbe fatta l’ennesima
birra fuori casa, ma non l’avrebbe fatto. E’ salvo. Tutti sono salvi. Tranne l’uomo
della coppia che, se ha fatto quello che ha fatto, vuol dire che c’era qualcosa
che non andava in lui. Solo in lui, non in noi.
“Il movente è la gelosia”. Ne sapete trovare un altro con
una donna bella così? No, certo. La gelosia calza a pennello. Lui geloso di lei
e la uccide. Una tragedia greca e calabrese nello stesso tempo. Una tragedia
che riguarda alcune persone di un determinato luogo. Non altri. Gli altri
vivono altri tipi di tragedie. Non queste. Queste no! Proprio no. Il copia
incolla si guasta ogni tanto e viene fuori che lei aveva intenzione di
separarsi. Giusto! allora. Calza ancora tutto a pennello. Gelosia e separazione.
Uno dei due non era d’accordo. Con due figli raccolti in una manciata d’anni, ovvio
che era lui a non volere. Perché a lui una sistemazione diversa non andava
bene. Lui stava bene così. Era lei che voleva vivere qualcosa di diverso. La vittima che diventa carnefice per rabbia o per amore. La notizia non riporta nessun accenno
alla tragedia umana. All’incidente che ha distrutto una famiglia. No, non è
stato un incidente. È stato qualcosa in fondo voluto da lui. Che gli calza
bene. Poi un appuntato. Un appuntato scelto.
Per le foto i giornali non hanno avuto bisogno dello spaccio
delle forze dell’ordine con la carta d’identità delle vittime. C’è Facebook. Sì,
la coppia era presente anche sul social network. E le incollano. Un lavoro
facile facile. Nessuno a curiosare sulla loro vita. Se davvero fossero solo “apparentemente”
una coppia normale. E poi è esplosa. Quanto l’apparenza della vita virtuale fosse
fedele alla realtà dissacrante nessuno se l’è chiesto. E poi sbirciando leggi
che qualche volta si dicevano anche “cose carine”. Proprio come una coppia
normale. Come una coppia maledettamente normale. Che con normalità un certo
giorno di maggio è stata toccata da un demonio. Ovviamente loro, non noi mortali
comuni.
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