3 gennaio 2013

Il cor gentil di Rocco Liuni

La copertina del libro

“Io li vorrei solo un poco gentili”, dice una bambina riferendosi ai compagni. E il tuo principe, come lo vorresti? chiede curiosa la mamma. E lei, seria, risponde: “Mamma, veramente io lo vorrei un poco gentile”. È la gentilezza il filo che lega il nuovo libro di Rocco Liuni. Una gentilezza di gesti ed emozioni. Racconti, espressioni e immagini. Le parole de Pensieri in libertà diventano gesti. Che traducono in azioni gli interrogativi del cuore e dell’anima. Dell’esistenza. Gesti d’amore. Gesti d’amore… liberati, edito dalla collana Calabria letteraria di Rubbettino.
L’autore parla di “scambio d’emozioni”. Di “storie personali”. E “occasionali”. Che “forniscono ispirazione”. E che si fanno “universali, poetiche”. Un viaggio di gesti, frutto della realtà che ha vissuto in prima persona, dunque, che ha devozionalmente raccolto, accuratamente scritto e che adesso libera. Agli altri. Perché i lettori possano sentire gli stessi sentimenti che ha provato lui. Carezze e coccole. Luminose e calde. D’affetto. Sincero. Gesti quotidiani e simbolici. Curati e conservati nel posto più autentico dell’uomo. Più fedele. Più vero. Il cuore. È il cuore a muovere la penna di Liuni.
Nel racconto Ieri da bambino e oggi da adulto volevo essere un gabbiano spiega il perché. “Volevo essere un gabbiano “per amare”, come solo loro sono capaci di amare. Il timido gabbiano, in campo sentimentale, ha molto da dire. Infatti, nel periodo dell’amore, le piume sulla testa cambiano colore”. Il gabbiano maschio si sente brutto e in imbarazzo. Ma “fianco a fianco, i gabbiani s’innamorano senza guardarsi, come Cyrano de Bergerac”.
In “Number one”, vita e morte di un clochard e di un grande artista l’autore mette a confronto due numeri uno. Un barbone e un artista apprezzato. Un ragazzo austriaco, Rolf Oliver Loidl, ormai adottato e amato dai catanzaresi. E Mimmo Rotella. Due vite e due morti. La chiesa stracolma per il primo il giorno dei funerali. Semideserta per il secondo. Con un pizzico di amarezza riflette: “Dobbiamo guardare dentro di noi e chiederci come possano amarci quelli fuori della nostra terra se non ci amiamo e stiamo fra noi”.
I racconti svolazzano come le piume dei gabbiani. Di colori e forme. Disparate. Ma unite dal cor gentile dell’autore. In Dio per compagno apre una finestra sulla sua infanzia. Quando già a 12 anni lavorava lontano dalle proprie radici e dai propri affetti. Faceva il garzone “in un posto dove c’era la vita di tutto il paese”. Un’esistenza segnata dalla presenza di un compagno speciale. Di una luce speciale. Alla maniera di Goethe, quando, “sentendo ormai vicino il crepuscolo della vita”, chiede agli astanti “più luce” perché non voleva morire nell’incertezza della penombra. 
E poi la bellezza. La ricerca forsennata di oggi dell’essere belli a tutti i costi. “Siamo tutti precari in un mondo di modi e mode per sondaggi e santoni del presunto sapere”, lapidario il narratore.
Il ricordo della morte di Enzo Ferrari è un elogio poetico. L’orizzonte della scomparsa del mito diventa per Liuni l’occasione per vivere un’esperienza unica. A causa della sua “ritrosia per le cose instabili”. È una donna con la moto a fargli provare l’ebbrezza della velocità e il senso di libertà “che ne deriva” . Uno spirito puro, Liuni. In perenne ascolto del suo cuore. Che ha un segreto. Misterioso e affascinante ad un tempo. La donna. Di cui in Memorie d’agosto si diverte a disegnare i volti sul bagnasciuga sperando che il mare si fermi ad ammirare. Ma non succede così. Perché il mare li cancella in parte. Ad alcuni rimane “il sorriso, ad altri solo i capelli, lo sguardo o il mento con un pezzo di labbro. Dettagli rimangono. Solo dettagli. Come nella vita, ricordi parziali, mutilati”.  Una donna che Liuni ama e odia alla follia. Anzi, a questa domanda, di una giornalista curiosa dei suoi giochi sulla spiaggia, preferisce non rispondere. Ma le sorride. Un sorriso rivelatore di una verità semplice. Come sussurrata dal bambino che “è in ognuno di noi”.
Le poesie sono espressioni di passione. La celebrazione delle ragioni del cuore. Unito. Di una donna e di un uomo. Insieme.  La ricerca. La mancanza. L’esperienza.  L’amore liberato.
Le immagini, infine, descrivono i gesti propriamente detti. Speculari dell’immensità del cielo in un fazzoletto di mani. L’innocenza. La protezione. La tenerezza. L’attenzione. La condivisione. L’io che emerge. La complicità.
Il cor gentile di Rocco Liuni in gesti. Gesti d’amore… liberati.

1 commento:

Anonimo ha detto...

l'amore è qualcosa di prezioso, solo alcuni hanno il potere di riconoscerlo