La copertina del libro
“Io li vorrei solo un poco gentili”, dice una
bambina riferendosi ai compagni. E il tuo principe, come lo vorresti? chiede
curiosa la mamma. E lei, seria, risponde: “Mamma, veramente io lo vorrei un
poco gentile”. È la gentilezza il filo che lega il nuovo libro di Rocco Liuni. Una
gentilezza di gesti ed emozioni. Racconti, espressioni e immagini. Le parole de
Pensieri in libertà diventano gesti.
Che traducono in azioni gli interrogativi del cuore e dell’anima. Dell’esistenza.
Gesti d’amore. Gesti d’amore… liberati,
edito dalla collana Calabria letteraria di Rubbettino.
L’autore parla di “scambio d’emozioni”. Di “storie personali”. E “occasionali”. Che “forniscono ispirazione”. E che si fanno “universali, poetiche”. Un viaggio di gesti, frutto della realtà che ha vissuto in prima persona, dunque, che ha devozionalmente raccolto, accuratamente scritto e che adesso libera. Agli altri. Perché i lettori possano sentire gli stessi sentimenti che ha provato lui. Carezze e coccole. Luminose e calde. D’affetto. Sincero. Gesti quotidiani e simbolici. Curati e conservati nel posto più autentico dell’uomo. Più fedele. Più vero. Il cuore. È il cuore a muovere la penna di Liuni.
L’autore parla di “scambio d’emozioni”. Di “storie personali”. E “occasionali”. Che “forniscono ispirazione”. E che si fanno “universali, poetiche”. Un viaggio di gesti, frutto della realtà che ha vissuto in prima persona, dunque, che ha devozionalmente raccolto, accuratamente scritto e che adesso libera. Agli altri. Perché i lettori possano sentire gli stessi sentimenti che ha provato lui. Carezze e coccole. Luminose e calde. D’affetto. Sincero. Gesti quotidiani e simbolici. Curati e conservati nel posto più autentico dell’uomo. Più fedele. Più vero. Il cuore. È il cuore a muovere la penna di Liuni.
Nel racconto Ieri
da bambino e oggi da adulto volevo essere un gabbiano spiega il perché. “Volevo
essere un gabbiano “per amare”, come solo loro sono capaci di amare. Il timido
gabbiano, in campo sentimentale, ha molto da dire. Infatti, nel periodo
dell’amore, le piume sulla testa cambiano colore”. Il gabbiano maschio si sente
brutto e in imbarazzo. Ma “fianco a fianco, i gabbiani s’innamorano senza
guardarsi, come Cyrano de Bergerac”.
In “Number
one”, vita e morte di un clochard e di un grande artista l’autore mette a
confronto due numeri uno. Un barbone e un artista apprezzato. Un ragazzo austriaco,
Rolf Oliver Loidl, ormai adottato e amato dai catanzaresi. E Mimmo Rotella. Due
vite e due morti. La chiesa stracolma per il primo il giorno dei funerali.
Semideserta per il secondo. Con un pizzico di amarezza riflette: “Dobbiamo
guardare dentro di noi e chiederci come possano amarci quelli fuori della
nostra terra se non ci amiamo e stiamo fra noi”.
I racconti svolazzano come le piume dei gabbiani.
Di colori e forme. Disparate. Ma unite dal cor gentile dell’autore. In Dio per compagno apre una finestra sulla
sua infanzia. Quando già a 12 anni lavorava lontano dalle proprie radici e dai
propri affetti. Faceva il garzone “in un posto dove c’era la vita di tutto il
paese”. Un’esistenza segnata dalla presenza di un compagno speciale. Di una
luce speciale. Alla maniera di Goethe, quando, “sentendo ormai vicino il
crepuscolo della vita”, chiede agli astanti “più luce” perché non voleva morire
nell’incertezza della penombra.
E poi la bellezza. La ricerca forsennata di oggi dell’essere
belli a tutti i costi. “Siamo tutti precari in un mondo di modi e mode per
sondaggi e santoni del presunto sapere”, lapidario il narratore.
Il ricordo della morte di Enzo Ferrari è un elogio
poetico. L’orizzonte della scomparsa del mito diventa per Liuni l’occasione per
vivere un’esperienza unica. A causa della sua “ritrosia per le cose instabili”.
È una donna con la moto a fargli provare l’ebbrezza della velocità e il senso
di libertà “che ne deriva” . Uno spirito puro, Liuni. In perenne ascolto del
suo cuore. Che ha un segreto. Misterioso e affascinante ad un tempo. La donna.
Di cui in Memorie d’agosto si diverte
a disegnare i volti sul bagnasciuga sperando che il mare si fermi ad ammirare.
Ma non succede così. Perché il mare li cancella in parte. Ad alcuni rimane “il
sorriso, ad altri solo i capelli, lo sguardo o il mento con un pezzo di labbro.
Dettagli rimangono. Solo dettagli. Come nella vita, ricordi parziali,
mutilati”. Una donna che Liuni ama e
odia alla follia. Anzi, a questa domanda, di una giornalista curiosa dei suoi
giochi sulla spiaggia, preferisce non rispondere. Ma le sorride. Un sorriso
rivelatore di una verità semplice. Come sussurrata dal bambino che “è in ognuno
di noi”.
Le poesie sono espressioni di passione. La celebrazione
delle ragioni del cuore. Unito. Di una donna e di un uomo. Insieme. La ricerca. La mancanza. L’esperienza. L’amore liberato.
Le immagini, infine, descrivono i gesti
propriamente detti. Speculari dell’immensità del cielo in un fazzoletto di mani.
L’innocenza. La protezione. La tenerezza. L’attenzione. La condivisione. L’io
che emerge. La complicità.
Il cor gentile di Rocco Liuni in gesti. Gesti d’amore… liberati.
1 commento:
l'amore è qualcosa di prezioso, solo alcuni hanno il potere di riconoscerlo
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