26 febbraio 2009

Questo matrimonio non s’ha da fare. Parola del Vescovo di Lamezia Terme

Caricatura a cura del blogger Da story

Questa è una storia degna di una rivisitazione da cima a fondo de “I promessi sposi”. Che modernizza l’amore osteggiato fra Renzo e Lucia del seicento ai giorni nostri. Con delle new entry eccezionali, che avrebbero fatto impallidire anche il cattolicissimo Alessandro Manzoni: Antonio Saladino, leader di Comunione e Liberazione, e Antonio Cantafora, Vescovo di Lamezia Terme. La storia è presto detta: lei è Katia Fazio, una bella ragazza di 27 anni, che lavora in una società di Antonio Saldino. Lui è Vincenzo Falvo, sposato e suo collega di lavoro. I due si innamorano, e lui abbandona la propria donna per iniziare una nuova vita con lei. Qualcuno non è contento di come sono andate le cose e si rivolge al Vescovo, il quale chiede a Saldino di licenziare la ragazza e di trasferirla in un'altra società. Lei non ne vuole sapere, è troppo innamorata di lui. La pressione verso di lei allora si fa più forte. Una notte entrambi ricevono delle minacce via sms. Lei non ci sta e manifesta l’intenzione di rivolgersi a un avvocato per sporgere denuncia. Siccome le vie brevi non bastano più, si passa all’antica. Alle maniere forti. Viene aggredita alle spalle da alcuni sconosciuti, immobilizzata contro la fiancata della sua autovettura e con un coltello le sfregiano il viso e la feriscono al collo. Al momento le indagini sono in atto, e curate dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile della Questura di Catanzaro, che ha pure verbalizzato la denuncia di Katia Fazio e le dichiarazioni del suo compagno, Vincenzo Falvo.
La telefonata fra il Vescovo e Saldino è del 9 marzo 2006. Quel giorno l’imputato principale di Why not si è sentito al telefono non solo con il Prelato della sua Chiesa, ma anche con Clemente Mastella, prossimo ministro della Giustizia. Neanche don Rodrigo sarebbe arrivato a tanto. Lui si è accontentato di mandare i suoi bravi per scongiurare il matrimonio di Lucia, di cui si era invaghito. Quel “qualcuno” di oggi, invece, ha chiamato direttamente il vescovo, che poi ha contattato Saladino. E poi non si sa chi altro sia intervenuto a sfigurarla. E soprattutto da chi sia stato mandato. Certo è che la logica degli eventi fa pensare a una consecutio temporum con pochi dubbi sui personaggi dei Nuovi Promessi Sposi.
E’ questo uno spaccato del “Sistema Saladino”: dare lavoro agli amici e ai figli dei suoi amici bene, dei potenti, politici, magistrati, avvocati e forze di polizia, e assecondare tutte le loro richieste, a patto di un ritorno in finanziamenti e capacità di allargare i propri orizzonti proporzionali al potere appena acquisito con il nuovo assunto. Così commenta Gioacchino Genchi, ex consulente del pm Luigi De Magistris, la conversazione fra il leader della Compagnia delle Opere e il Pastore della Chiesa di Lamezia Terme: “Il sistema delle raccomandazioni e delle contro-raccomandazioni non ha riguardato solo gli aspetti clientelari delle assunzioni e dei licenziamenti, ma si è esteso al pieno controllo e condizionamento fisico e morale dei giovani occupati, anche sulla base di valutazioni sulla condotta sentimentale e sui legami affettivi dei lavoratori impiegati. Sintomatica è al riguardo la lunga conversazione della sera di giovedì 09-03-2006 il Vescovo di Lamezia Terme ed Antonio Saladino, in cui il Saladino rassicura il prelato sul licenziamento e la riassunzione in un'altra società (con sostanziale spostamento dal posto di lavoro originario), di una ragazza lavoratrice che avrebbe insidiato, nel precedente posto di lavoro, un uomo sposato, facendolo lasciare con la moglie”.
E’ questa una pagina in cui sembra di sentire il pericolo dei “fili dell’alta tensione” che aveva avvertito lo stesso magistrato e che ha fatto saltare prima lui, due volte, con l’avocazione e il trasferimento, e poi tutti quelli che hanno provato a sgominarli, lo stesso consulente, con la revoca dell’incarico, e il procuratore di Salerno, Luigi Apicella, insieme ai suoi pm, Gabriella Nuzzi e Luigi Verasani, che stavano chiudendo il cerchio su quella è stata ribattezzata la "Nuova P2". I fili sono ancora scoperti, ma guardati a vista dal Csm, Consiglio superiore della magistratura, e dal Copasir, comitato per la sicurezza della Repubblica. Nessuno ci si deve avvicinare. Fanno male, molto male.

3 commenti:

CALABRESE ( GIUSEPPE ) ha detto...

QUALCHE ANNO FA, MI PROCURAI ALL'ESTERO UN LIBRO CHE PARLAVA DEGLI SCANDALI DELLA CHIESA, COME TU BEN SAI , ESSENDO GIORNALISTA ..LA CHIESA IN FATTI DI SANGUE NON E DIETRO A NESSUNO..AVVELENAMENTO PAPA LUCIANO. MORTE DEL CAPO DELLE GUARDIE SVZZERE ALL'INTERNO DEL VATICANO..IL NOSTRO BEN AMATO VESCOVO DI LAMEZIA TERME NON AVREBBE DI CERTO FATTO BRUTTE FIGURE A ESSERE COLLOCATO NEL LIBRO CHE TI DICEVO DAL TITOLO ( IN NOME DI DIO ) SE DOVESSI TROVARLO TE LO MANDO...PARLA DI TUTTO E NESSUNO HA SMENTITO LO SCRITTORE....CALABRIA TANTA AMATA, TANTA ODIATA...CI MANCAVANO I VESCOVI...DI MARCIO LA CALABRIA E' PIENA...

calabrese ha detto...

qualche anno fa comprai all'estero un libro, in italia censurato...in un capitolo non avrebbe di certo sfigurato il vescovo di lamezia terme..in questo libro si parla di tutto dagli scandali dalle banche vaticane, alla morte del papa luciani ecc.
di sangue nel vaticano non si scherza vedi anche il pugnalamento al capo delle guardie svizzere.
di mali in calabria ne abbiamo già tanti..ci mancava il vescovo....però possiamo dire che in calabria non ci facciamo mancare niente...vedi paolo pollichieni,enzo iannelli e altri.
perchè il magistrato DE MAGISTRIS è dovuto andar via dalla calabria ?

CALABRESE ha detto...

IL LIBRO S'INTITOLAVA (IN NOME DI DIO )
RECUPERATO IN SVIZZERA . IN ITALIA CENSURATO
DOVREBBE ESSERE IN QUALCHE SCAFFALE, APPENA LO TROVO...SARA' MIA PREMURA FARTELO LEGGERE...
CHE SCHIFO...MA PERCHE' I PRETI NON FANNO I PRETI
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