Acqua & Rifiuti. Un binomio che è fondamentale alla vita. Ma che è anche micidiale per la salute dell’uomo quando viene gestito dal "potentato economico e finanziario". “Nostro Signore ci ha impiegato quattro miliardi e settecento milioni di anni per creare questo incredibile e stupendo pianeta. E l’uomo lo sta distruggendo in poco tempo”. Suona Padre Alex Zanotelli nel palazzo “Nieddu” di Locri. “Voi sarete i prossimi, dopo i campani. Lo ha già deciso la malapolitica”, incalza il missionario che dice di sentirsi un campano anche lui. Un discorso, il suo, che tocca le fibre della coscienza sociale, civile e religiosa. “Vi malediranno i vostri figli! se starete inermi. Il mondo sta morendo!”, declama. Una predica, calata nei reali problemi dei cittadini e degli uomini, appassionata, che punta l’indice contro tutti. Anche contro i suoi stessi colleghi: “Dove sono i preti? Vedo pochi preti stasera. Queste cose le dovrebbero dire dall’altare. Non si può essere per la vita solo per l’aborto e l’eutanasia. L’acqua è vita. E ce la stanno portando via”. “Bisogna partire dalla base, bussare ai palazzi comunali e fare loro presente il problema. Dovete muovervi!”. Quando parla non usa la prima persona plurale. Il suo è un invito, un imperativo, come quello di un buon padre di famiglia. Tralascia volutamente l’ingannatore: “Dobbiamo tutti”, in bocca ai politici di professione per frammentare le responsabilità. “Dovete voi!”, e ancora “La colpa è vostra!”. “La vita è un dono”, spiega.
Il primo forum sull’ambiente e la cittadinanza attiva, organizzato in Calabria, non poteva ricevere battesimo più appropriato. È stato un coro unanime per la difesa delle risorse principali della Calabria: l’acqua, ormai privatizzata, e in mano ai nostri cugini d’Oltrape, quelli della Veolià francese. E da questa il suolo, ricoperto dai rifiuti e da dodici anni di commissariamento per l’emergenza che non ha fatto niente per risolvere il problema, se non proporre la costruzione di un altro inceneritore, a Gioia Tauro, già di proprietà della stessa Veolià, il più grande colosso societario mondiale dell’acqua e dei rifiuti. I conti tornano. Dopo averci rubato l’acqua vogliono speculare anche con i nostri rifiuti. Ma qualcosa sta cambiando. Anche il sindaco di Parigi se ne vuole liberare, dei suoi stessi compaesani: l’acqua nella capitale francese tornerà di proprietà pubblica. E noi?
Ha introdotto i lavori: Angelo Strangio, del Comitato ambiente “Costa dei gelsomini”. Ha moderato: Liliana Ielasi, dello stesso sodalizio ambientalista. Sul tavolo si sono alternati in molti, ma a pesare di più è stata l’assenza di Andrea Lanuzza, dirigente del compartimento della Sorical (Società di risorse idriche calabresi) di Reggio Calabria e di Angelo Elio Fatta, del dipartimento Arpacal (Agenzia di protezione ambientale della Calabria). Impegni sopraggiunti, hanno fatto sapere. Certo che loro avrebbero potuto rispondere a molti degli interrogativi emersi durante il dibattito. “L’acqua vuol dire qualità della vita. Se quella che beviamo non è potabile. Se quella del mare è inquinata, ne va di mezzo la stessa qualità della vita!”, ha accusato Beatrice Barillaro, del Wwf Calabria. “Bisogna combattere le ecomafie”, ha tuonato Nuccio Barillà del direttivo nazionale di Legambiente. Giovanni Di Leo, invece, ha testimoniato della sua esperienza trentennale nei acquedotti calabresi e ha messo in evidenza il problema della dispersione della risorsa idrica all’intero delle reti comunali che, in alcuni casi, raggiunge il 70 per cento rispetto a quella conteggiata nei serbatoi. Sono intervenuti, tra gli altri, anche Francesco Raso, del Comitato Discarica Casignana, e Francesco Forestieri, del Servizio di Tutela delle acque della provincia di Reggio Calabria. Il dirigente dell’ente intermedio reggino ha parlato delle “vene della terra”, cioè dei corpi idrici del comprensorio. Corpi che regalano la vita. Che nascono puri e sani, ma che durante il percorso si inquinano. I motivi? Le discariche abusive nei paesi, e i capillari depositi di rifiuti in quasi tutte le fiumare. Un lavoro immane, quello della polizia adibita al controllo del territorio, che sembra una goccia nel mare. “Manca la cultura del rispetto dell’ambiente”, ha fatto capire Forestieri. “Il reato ambientale è il più grave in assoluto compiuto da un uomo, perché se ammazzi una persona, ne uccidi una soltanto, se compi un reato ambientale ne ammazzi migliaia”, ha concluso.
La sala del Palazzo Nieddu dove si è svolto il convegno
Di seguito alcuni stralci dell’intervento di Padre Alex Zanotelli
Io sono qui più che altro per provocarvi. Siamo partiti da Napoli, ci siamo fermati sempre a Cosenza, partiamo domani con un campo di lavoro. Voi non avete l’angoscia di chi è a Napoli sente dentro. Un’angoscia mortale nel senso di essere sotto una cappa di piombo per cui sai già di essere stato condannato a morte. Fra l’altro una delle domande grosse che ci stiamo ponendo in questi giorni è: ma perché i poteri forti, il potentato economico finanziario, hanno deciso di far fuori la Campania? Siamo arrivati a questo tipo di domande che a me, personalmente, feriscono profondamente. Mi sento profondamente un campano oggi. Sabato prossimo presenteremo al campo di lavoro di Cosenza: “Un mondo di palle”, è la storia drammatica dei rifiuti. C’è la voce di un ragazzo che in maniera molto sarcastica racconta un’altra nazione rispetto a quello che ha. È devastante! Permettetemi di trarre due conclusioni. Vorrei essere molto pratico. Io stasera non voglio andare via se prima non nasce da parte di tutti voi non solo la volontà di costituire un comitato, ma di creare un coordinamento, una rete calabra, che metta insieme questi gruppi che stanno lavorando. Se non vi metterete insieme morirete! Moriremo insieme! Non aspettatevi nulla dall’alto. L’unica speranza nasce dal basso. Vorrei dirvi due cose. Prima di tutto: l’acqua. Le notizie sono sempre drammatiche. Fra poco a Copenaghen, la grande conferenza dell’Onu sul clima non ha neanche incluso il problema “acqua”. Eppure è il problema fondamentale che doveva essere toccato a Copenaghen. Voi vi domanderete: cosa c’entra l’acqua con Copenaghen? Guardate che il clima sta cambiando (non mi venite a raccontare di qualche scienziato prezzolato, pagato dalle multinazionali, che vi dice il contrario). Oggi avete un esercito di due mila e cinquecento scienziati, il cosiddetto: AIPAS, che è il perno internazionale per i cambiamenti sociali, scelti in tutte le parti del mondo dall’Onu, che ci stanno dicendo delle cose che si rimane lì... Il problema è salvarci dalla catastrofe, se sorpassiamo di due gradi centri gradi (di surriscaldamento della terra, ndr) è finita. Guardate che non sappiamo che razza di meccanismi ci saranno, questo ce lo dicono gli scienziati. Per cui, il primo fenomeno che ci salverà sarà l’acqua. Guardate che basta un centigrado e mezzo in più per sciogliere tutto: Polo Nord, Polo Sud, ghiacciai. Ci salveranno buona parte delle falde idriche. Questo è il problema. Guardate che voi in Calabria, gli scienziati vi dicono che da Napoli in giù, il Sud è destinato alla desertificazione. Ma bisogna essere imbecilli ad affidare l’acqua ai privati in un contesto del genere! La situazione è grave perché a Istanbul la banca mondiale e il forum mondiale dell’acqua, sostenuto dalla banca, hanno detto che l’acqua è un “bene economico”, neanche hanno parlato di diritti. In Italia il sei agosto scorso, mentre eravamo un po’ tutti spaparazzati al mare, il governo Berlusconi ha deciso con quel decreto Tremonti, numero 133 in cui c’è incluso il 23 bis, che tutti i Comuni entro il 31 dicembre 2010 dovranno mettere a gara le proprie reti idriche. Sono decisioni criminali per me. Capite bene che situazione abbiamo fra le mani. E il Parlamento ci ha depositato la legge d’iniziativa popolare che non riusciamo a tirare fuori. Ho parlato pochi giorni fa con Luigi De Magistris e gli ho detto di darci una mano anche a Roma per vedere di mettere insieme un po’ di parlamentari di tutti i partiti per il problema dell’acqua. Guardate che non andiamo da nessuna parte. (…) Qui in Calabria il problema non è la Sorical ma è Veolià. Veolià è la più potente multinazionale al mondo dell’acqua. E capite cha ha già messo le mani sulla vostra acqua, sull’adduzione dell’acqua. E con i rifiuti ha in mano anche Gioia Tauro. E capite le condizioni: Acqua – Rifiuti. Ma chi mai ha affidato a Veolià questa decisione? Iniziate a porvela questa domanda. Se non si ragiona non se ne esce più. Il fatto che avete affidato a Veolià la vostra acqua è di una gravità incredibile! (…)
Le cose che ci restano da fare sono: una, cominciare dai Comuni, iniziare a entrare nei consigli comunali e porre il problema, chiedere che il consiglio comunale venga fatto in piazza, che si discuta in mezzo alla gente il problema acqua. Se non si parte dalla base, non si arriva a nulla;
due, i comitati dell’acqua dovrebbero crescere in ogni paesino di questa regione, e poi il connettersi, fare rete. Da soli si conta poco, ma se ci si mette insieme (…)
La mia perorazione di questa sera è proprio questa: mettere insieme tutti i gruppi della Calabria. E non mi venite a dire che è impossibile. Ci siamo riusciti in Campania. So che la geografia di questa regione è più difficile dalla Campania. (…)
L’acqua è il bene più prezioso. Volevo aggiungere una cosa: avrei voluto vedere molti più preti questa sera. Il Papa in “Caritas veritatem”, l’ultima enciclica sociale, parla dei diritto all’acqua. Questi discorsi che vi faccio qui dovete chieder ai vostri parroci di farveli in Chiesa, nella catechesi, nel catechismo. L’acqua è vita! Dio è il Dio della vita. Ci ha impiegato 4 miliardi e 700 milioni di anni per regalarci questo incredibile e stupendo pianeta e noi lo stiamo distruggendo tutto nel giro di pochissimo tempo. Se la Chiesa è per la vita, non può esserlo solo sull’aborto e sull’eutanasia, lo deve essere su tutte queste questioni perché sono questioni di vita. Guardate che le classi deboli della Campania non riusciranno a pagare. L’altar sera ero a Sarno e una donna con quattro bambini è arrivata con un bolletta di duemila e cinquecento euro da pagare. Ma chi paga l’acqua? Privatizzata nell’Ato 3 della Campania…. (…)
Se oggi avete 50 milioni morti di fame, domani, con la privatizzazione, ne avrete 100 milioni di morti di fame. (…)
Il problema dei rifiuti. È quello che mi angoscia di più perché vengo da una Napoli che oramai... Colpa vostra! Il grande mago Merlin (Berlusconi ndr) l’anno scorso si è presentato in televisione e ha annunciato con la bacchetta magia che il problema dei rifiuti a Napoli era risolto. E tutti noi a crederci. (…) Non avete idea della sofferenza che mi porto dentro. La Campania, e per favore quello che sto dicendo della Campania fate i parallelismi con la Calabria: la pagherete alla stesa maniera! Il mago lo ha già detto: siccome il sistema, ‘o Sistema, funziona lo esporterò in Calabria. Siete i prossimi. Cosa è avvenuto? Per vent’anni la Campania è stata il serbatoio dei rifiuti tossici. Se l‘industria del Nord ha tirato è stato possibile perché non ha pagato per i rifiuti tossici che produceva. (…) non avete idea del macello che abbiamo! Il triangolo della morte. Nola, Marigliano, Acerra, a nord di Napoli, Giuliano, alle campagne del casertano. Guardate è un disastro. E cosa è che producono i rifiuti tossici: nano particelle. Che bombardano chi? Le donne incinte e i neonati. Le malattie le vedete dopo. Quindi capite bene che razza di assurdità abbiamo subito. Su questo territorio già martirizzato della Campania c’è arrivata l’atra tegola, voi avete dodici anni di commissariato, noi ne abbiamo quindici, di emergenza rifiuti. Ma ci può essere un’emergenza che dura quindici anni? Un’emergenza portata avanti da dieci commissari straordinari eletti dai vari governi, quattro governi Berlusconi, due governi Prodi, un governo Amato, e un governo D’Alema. Dal 1994 d oggi questi commissari sapete cosa hanno fatto? Hanno fatto affari. La politica non c’è più oggi. La politica serve a coprire i grandi affari. La politica fa business. E cosa è successo? questi commissari si sono trovati nel pentolone dei rifiuti e insieme hanno fatto affari d’oro: camorra, e istituzioni. Ascoltate bene queste parole perché toccherà a voi la stessa ed identica cosa.
(Sapete perché voglio costruire gli inceneritori? Per tre motivi)
Primo, perché costano 250 milioni di euro. Sapete quanti sono?
Secondo, bruciando ottengono elettricità che vendono all’Enel.
Terzo. Quando tornate a casa stasera guardatevi le bollette della luce. Noterete che ogni famiglia paga alla fine dell’anno più sette per cento in più che va all’Enel che la da al governo, per cosa? per l’energia rinnovabile. Ma non va all’energia rinnovabile. Unico caso in Europa. Va all’energia prodotta dall’inceneritore. Se non ci fosse questo benedetto Cip 6 non ci guadagnerebbero. Ed ecco perché vogliono a tutti i costi incenerire. Leggete il libro di Paolo Raditti: “Eco balle”, e vi troverete la fotocopia di una lettera dell’Abi(associazione banche italiane) che dice al’Imprengilo: “Vuoi un altro prestito? Te lo diamo, purché non venga fatta raccolta differenziata!”
Non la si vuole la raccolta differenziata! Politicamente! Non ci può essere raccolta differenziata. Infatti cosa è successo in Campania con il disastro 2008? È stato costruito ad arte per convincerci tutti che l’unico modo per risolvere il problema dei rifiuti era: inceneritori e mega discariche! Ed è entrato il grande mago. Il decreto 90 impone alla Campania dodici mega discariche e quattro inceneritori. Se i quattro inceneritori entreranno mai in funzione in Campania, noi campani dovremmo importare rifiuti da fuori. Non ne produciamo abbastanza, e questo ci viene imposto con la forza dell’esercito. Su tutti questi siti, Acerra, Chiaiano, trovate scritto: “Siti di sicurezza nazionale”. È l’esercito, è l’occupazione militare del territorio.
4 commenti:
hò letto con molta attenzione questo articolo..
se riflettiamo seriamente, se non ci prendiamo in giro, se non vogliamo fare niente..allora le cose non cambieranno mai.è vero bisogna partire dalla base, dalle persone..dai palazzi comunali,sono loro a far rispettare le leggi, a chi manca la cultura per il rispetto dell'ambiente..deve essere il comune a intervenire...riflettiamo ai vari articoli scritti da emilio grimaldi..e non solo lui..
quando si parla di discariche, di inquinamento delle acque, fogne a cielo aperto. pozzi neri che andrebbero controllati, amianto nelle costruzioni..incenitori fatiscenti..che dire vogliamo fare qualcosa...i comuni per primi fate informazione..eliminare l'abusivismo , fare multe
e demolizioni. imporre al cittadino di avere rispetto per l'ambiente..grazie emilio grimaldi
come dobbiamo comportarci se il comune in primis è complice di questo stato di cose?
francesca
hai perfettamente ragione francesca....inomi che
comandano il comune di sellia marina sono sempre gli stessi..che dire alla signora carminati e al signor messina che ha di fianco l'eternit..guarda caso di propietà comunale... guarda caso compare ancora il nome del dottor giancotta quello della protezione civile...ora assessore della nuova giunta....auguri alla signora carminati e al signor messina..e come loro ci sono altri cittadini che dovrebbero scendere in campo con le propie disavventure..
non avete paura...come lazzaro...sellia alzati e cammina
Caro Francesco,
una piccola precisazione: Nicola Giancotti è stato assessore della vecchia giunta, ma adesso, con la vittoria sempre della stessa maggioranza, targata "Giuseppe Amelio", non ha più nessuna delega ammnistrativa.
saluti
emilio grimaldi
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