27 luglio 2009

L'eternit a portata di mano


Uno scorcio del capannone ricoperto di amianto

Quando il signor Bruno Messina si è presentato al Comune di Sellia Marina per denunciare la circostanza di un capannone confinante con la sua abitazione, completamente ricoperto di eternit e in uso all’Amministrazione comunale, con una lettera da far protocollare, gli impiegati dell’ufficio tecnico gli suggerirono di aggiungere a penna il fatto di avere già investito verbalmente della problematica gli assessori allora in forze all’ente, Antonio Ragusa all’Ambiente e Nicola Giancotti al Bilancio, così come il cittadino si era prodigato a dire caldeggiando la sua richiesta di intervento. Meglio mettere tutto su carta, avranno pensato. Da quel giorno, 5 febbraio 2007, di lettere il signor Messina ne ha scritte delle altre, sempre al Comune, e anche al Comando dei vigili urbani. L’ultima missiva risale all’anno scorso, 4 agosto 2008. Da quel giorno il silenzio è assordante.
Si tratta di uno stabile di discrete centinaia di metri quadrati dove il Comune ci parcheggia qualche autobus della scuola e qualche automezzo per la manutenzione del territorio da parte degli operai. Al suo interno. Nella parte esterna è un deposito. Di cassettoni di immondizie. Di carcasse di automobili. E di altri materiali abbandonati e diventati giocoforza dei rifiuti. In altre parole è una discarica a cielo aperto. Durante il caldo della stagione estiva tutta l’area diventa una bomba ad orologeria. Come qualche anno fa, quando un incendio devastò l’interno del capannone e le fiamme raggiunsero anche le tegole ondulate dell’amianto, una sostanza nociva che è bandita dalla legge numero 257 del 1992. Come dire, l’eternit a portata di mano. Per quell’episodio si mosse addirittura la Procura della Repubblica di Catanzaro. Vennero interrogate delle persone. Vennero invitate a testimoniare su chi avesse potuto appiccare il fuoco tale da arrecare danni potenzialmente irreparabili alla salute dell’uomo, soprattutto alle famiglie confinanti. Come molte volte succede fu, scusate il gioco di parole, un vero fuoco di paglia perché la Procura non riuscì a concludere le indagini e l’amianto continua imperturbabile a resistere dal balcone di casa Messina. Basta dare il fianco al bellissimo panorama della pineta, avamposto della costa ionica, per ammirarlo in tutta la sua minaccia. D’altronde, uno dei motivi del successo della fabbrica di Eternit quando cominciò a sfornare lastre di amianto a più non posso, parliamo degli anni’80 del secolo scorso, fu proprio la resistenza di questo materiale alle intemperie naturali e al logorio del tempo. Fino al 1992, quando venne constata la sua alta pericolosità. Asbestosi, malattia cronica legata alle fibre d’amianto, mesotelioma, tumore maligno da esposizione a questa sostanza e meno conosciuto del più noto: carcinoma polmonare. Queste alcune delle patologie più frequenti a cui possono incorrere le persone che stanno in contatto con questo tipo di materiale. Ma non subito, dopo qualche anno. Da allora le leggi e le norme dello Stato italiano non hanno fatto altro che far riferimento a questo baluardo legislativo. Una pietra miliare per la sicurezza e la salute dell’uomo, qualcuno ha ricordato. Ma solo sulla carta.


Una delle tante lettere del signor Messina protocollate al Comune di Sellia Marina

7 commenti:

gian domenico ha detto...

in un dibattito viene specificato il coinvolgimento di componenti e strutture operative del servizio nazionale della protezione civile,per l'espletamento di attivita'
di sorveglianza e monitoraggio del territorio anche ai fini dell'eventuale segnalazioni alle forze dell'ordine di problemi di loro competenze.
domanda a chi doveva controllare il territorio del comune di sellia marina...se non erro di competenza e incarico era il dottor Giancotti...
quante segnalazioni sono state fatte alle forze dell'ordine ?
il capo di dipartimento della protezione civile
è stato informato?
perchè non si è mai fatto niente per l'eternit..
in attesa di risposte .. ringrazio come sempre anche il giornalista Emilio Grimaldi..per lo spazio concesso ai cittadini dal suo blog.

antonio ha detto...

ho letto in un commento sul tuo blog ( Emilo )
che il salame a sellia marina viene consumato in abbondaza....non per mangiarlo come di solito fa il sottoscritto e altri...a sellia lo usano farlo a fette..e va bene,, ma lo mettono agli occhi...per non vedere...a dimenticavo Emiio
te ne hanno spedito di salami...da quello che scrivi...non ti è arrivato niente...la verità fa
molto male,non scendere a compromessi,continua come stai facendo..sei un bravo giornalista

gian domenico ha detto...

gentilissimo dottor nicola giancotti. leggo il suo commento..non vuole essere una polemica, puntualizza le sue cariche di...tecnico amministrativo maturata in tanti anni di pubblica amministrazione ( pubblica s'intende essere pagato con i soldi dei contribuenti )funzionario ente regione calabria , amministratore a sellia marina, carica di assessore al bilancio, personale e PROTEZIONE CIVILE....vedi amianto e non solo questo nel comune di sellia.....io li chiamo personaggi...per poter cambiare a sellia..non bastano le solidarietà mosse dal solito amico caro...ci vorrebbe una rivoluzione culturale da parte dei giovani, dei cittadini onesti...quelli che le fette di salame..le mangiano..non le usano come paraocchi...mi dica dottor giancotti...ha mai avvisato o denunciato alla direzione della protezione civile di cosa accade a sellia marina...del perchè un onesto cittadino deve aspettare anni per aver risposte..grazie..aspetto risposte...non ci nascondiamo nell'anonimato si rilegga le denuncie fatte a suo tempo sia dalla signora carminati che dal professore messina

Anonimo ha detto...

Caro Emilio, leggo con soddisfazione il tuo articolo e mi complimento per ciò che hai scritto. Il mio augurio è che la classe Dirigente Selliese prenda coscienza dei problemi dei suoi cittadini e trovi i rimedi necessari per risolverli. Sappi che io non mi fermerò per salvaguardare l'incolumità dei miei familiari e dei miei compaesani Selliesi. Rivolgo un appello attraveso questo commento agli operatori della Protezione Civile e agli organi preposti alla salute pubblica affinchè questi problemi siamo risolti nel più breve tempo possibile. Bravo Emilio, continua così, sarò sempre al tuo fianco per difendere i diritti di tutti i cittadini.Prof. Bruno Messina

amici di nadia carminati ( segrate ) milano ha detto...

al prof.Bruno Messina come lei,la nostra amica nadia non si fermerà..ci aveva informato che nel 2009 se le cose nel condominio "europa" non cambiavano avrebbe fatto di tutto...conoscendola
andrà avanti.ci complementiamo con lei per la sua battaglia e denuncia più che legale...oltre a lei e la nostra amica , dovrebbero iniziare a collaborare i giovani di sellia marina..si sta parlando di salute pubblica...auguri signor Messina

giuseppe ha detto...

al dottor GIANCOTTI
non hà visto il capannone perchè era del comune ?
leggo sue parole" hò lavorato sempre per l'interesse del comune"
lasciando il problema al Signor MESSINA e ai cittadini...noto anche che quelli del comune scaricano le responsabilità e consigliano ai cittadini di scrivere i nomi di quelli che c'erano prima.....questa propio non rieco a capirla..ma il comune non è sempre lo stesso..grazie delle risposte.

uno di sellia ha detto...

a emilio grimaldi, vorrei se è possibile delle precisazioni
è vero che esiste una erizia giurata fatta da antonio cosentino?
è vero del dottor agronomo che hà fatto un'imbroglio
è vero del geometra anche lui imbrogli..ci sono i nomi?
è vero del passaggio pedonale ecc.ecc..grazie un tuo commento...se è tutto vero dobbiamo delle scuse non solo solidarietà alla signora carminati