14 luglio 2009

La valigetta e i grembiulini. Stasera si recita a società


Alcuni degli oggetti che si usano durante i riti massonici

Vi sarebbe una loggia massonica occulta al centro del malaffare in Calabria. Una loggia con più di trecento affiliati, tra i quali giudici, avvocati, politici e imprenditori. Una loggia che, per depistare le indagini della magistratura, avrebbe cambiato più volte nome negli ultimi quindici anni. Si tratta di una discendenza della ormai estinta “Albert Pike” di San Mango d’Aquino, attiva fino alla fine degli anni ottanta. Luigi De Magistris l’aveva detto, all’indomani delle avocazioni delle sue indagini, Poseidone e Why Not, e del suo confino forzato in politica con Italia Dei Valori, che stava scoprendo la “Nuova P2” in Calabria. Pierpaolo Bruni, pubblico ministero di Crotone, lo ribadisce adesso, in merito all'indagine sui finanziamenti pubblici erogati per la realizzazione di una centrale a turbogas a Scandale, che ha coinvolto l’ex ministro dell’Ambiente, Pecoraro Scanio, l’ex assessore regionale, Diego Tommasi, e le solite facce del fior fiore dell’imprenditoria e della politica calabrese, Pino Galati, parlamentare ed ex sottosegretario alle Attività Produttive, Giuseppe Chiaravalloti, ex presidente della Regione Calabria. E tanti altri. Fra cui una new entry d’eccezione, Giovanni Iannini, giudice, sospettato, insieme all'ex presidente della Regione, di aver partecipato a logge massoniche segrete e di aver "abusato del suo ruolo di magistrato" a vantaggio di società amiche. Questa lista, di trecento nomi, sarebbe stata, secondo alcune indiscrezioni, sempre a disposizione della Procura della Repubblica, e via via sta svelando intrecci di una lobby trasversale che, all’ideologia partitica, avrebbe sostituito quella del malaffare, tanto che l’appartenenza a un circolo di centrosinistra o di centrodestra sarebbe diventata solo una questione di stile, di immagine. Non di principi. Come una maschera. Non a tutti va bene quella di Pulcinella, come non a tutti va bene quella di Arlecchino. Dipende dalla faccia. Il protocollo è sempre lo stesso. Grembiulini e compasso per i nuovi aderenti. Ambasciate per gli altri. A dirigere l’orchestra, invece, i capi. I gran maestri. Sarà stato l’ex presidente della Regione Calabria il gran maestro? Lo diranno le indagini se, e solo se, a Pierpaolo Bruni sarà concesso di continuare a lavorare, e non ad abbandonare tutto per cambiare mestiere.


La centrale a turbogas di Scandale e Giuseppe Galati

Dal rito ai fatti. Si comincia a recitare, dunque. A soggetto. Anzi, a società. Il 18 novembre 2006 Pierangelo Moroni, membro della società Pianimpianti (una delle principali inquisite per i finanziamenti pubblici erogati nell’ambito dell’indagine Poseidone), così disse a Luigi De Magistris, pm titolare del procedimento penale. “Fu Roberto Mercuri che mi parlò della società “EUROSVILUPPO” dicendomi che vi era la possibilità, tramite questa società, di fare affari in Calabria nel settore della cogenerazione. Tale società fu voluta ed in realtà costituita dall'ing. BONALDI e dal MERCURI”. L’Eurosviluppo, di cui parla Moroni, è quella finita, recentemente, nell’inchiesta di Bruni per la costruzione di una centrale a turbogas a Scandale, nel crotonese. Bonaldi si chiama Aldo, ed è il suo amministratore delegato. Mercuri, invece, va Roberto di nome ed è comunque legato alla società. Negli intrecci figurano altri personaggi, Claudio Larussa, nell’entourage di Giuseppe Chiaravalloti, e Annunziato Scordo, commercialista dell’ex governatore, e già volto noto dell’inchiesta Poseidone. Talmente noto che, per sviare le intercettazioni, quando i suoi amici parlavano di lui usavano un eufemismo al telefono: “Non ti scordar di me”, con implicito riferimento alla famosa canzone. Il titolo della canzone valeva sia per lui, che per il fratello, Giuseppe, già responsabile per l’area di Reggio di Calabria presso l’Ufficio del Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale in Calabria e segretario generale dell’ATO 2 Calabria, e anche lui investito dall’inchiesta.
E vai con le società, allora. È lo stesso Moroni che racconta come è stato gentilmente invitato ad andare via e a far posto al nuovo che avanzava. Il “nuovo” era Roberto Mercuri, cugino di Giuseppe Galati. Serviva, ai fini della recita, una società già collocata nel mondo del mercato. Leggiamo cosa dichiara in quella occasione a Luigi De Magistris:
"Ricordo che verso la fine degli anni '90 avevamo bisogno, in società, di qualcuno che si occupasse, con professionalità, del settore commerciale, per il nuovo settore della termovalorizzazione. Allora l'ing. Cochi della società De Bartolomeis, che conoscevo da tempo, mi disse che poteva propormi una persona molto capace che lavorava da loro e che poteva fare al caso nostro. Mi presentò,quindi, tale Roberto MERCURI, molto giovane, che apparse a me ed a JAMPAGLIA come persona competente del settore (…) Verso il1999/2000 il MERCURI rappresentò sia a me che a JAMPAGLIA che voleva avere un ruolo maggiore all'interno della società. Decidemmo, pertanto, dal momento che ci sembrava un giovane sul quale sipoteva puntare anche per il futuro, di cedergli un 5 per cento io ed un 5 per cento JAMPAGLIA. Il MERCURI diede 200 milioni di lire a me e 200 milioni di lire a JAMPAGl.IA. Ci disse che il denaro lo aveva ottenuto dalla Banca Carime.(…)Il MERCURI ci propose di dare un incarico ad un suo amico, il dotto SCORDO, presentandolo come commercialista, che poteva occuparsi del amo amministrativo. La PIANIMPIANTI fece, quindi, un contratto di consulenza con SCORDO.(…) Con il passare dei mesi - soprattutto dopo l'acquisto del 10 per cento, MERCURI cominciò ad essere sempre più arrogante. (…) Nel 2003 MERCURI - atteggiandosi sempre più quale vero dominus della società propose a IAMPAGLIA di cedergli le azioni. IAMPAGLIA, a quel tempo, era titolare del 35 per cento del pacchetto azionario. MERCURI pagò le azioni di IAMPAGLIA con la somma di 1.800.000.000 di lire. Ricordo che mi disse che i soldi li aveva in quanto un nonno materno aveva venduto delle proprietà in Calabria cd aveva ceduto una società che realizzava prefabbricati per l'edilizia. (…) Verso il febbraio/marzo del 2004 - mi propose l'acquisto del mio pacchetto azionario. Decisi di cedere le azioni perché non riuscivo più a sostenere il clima teso in società. MERCURI mi propose di acquistare le mie azioni - il 35 per cento della PIANIMPIANTI - per la somma complessiva di 1.500.000,00 euro, che mi avrebbe pagato in tre tranche. (…) Anche dopo la cessione del pacchetto azionario non lasciai la società in quanto i soci tedeschi, i quali avevano molta fiducia in me, mi chiesero di rimanere fino a fine anno (siamo nel 2004). (…) Ricordo ancora adesso un episodio che mi ha turbato moltissimo. Un giorno, ricordo ancora che era l'ultimo giovedi di settembre del 2004, SCORDO venne a chiamarmi nel mio ufficio della società dicendo di recarmi nella sala riunioni della società in quanto il MERCURI doveva parlarmi Come entrai, alla presenza di SCORDO, MERCURI, che mi sembrava invasato, mi minacciò dicendomi che se non fossi andato via immediatamente da PIANIMPIANTI avrebbe ammazzato me e le mie due figlie. SCORDO non disse una parola. Rimasi sconvolto e dissi loro che non avrei messo più piede in società. Ciò che effettivamente feci”.

ACQUISITA la società, la recita cambia registro, e assume dei tratti davvero pittoreschi. Ed è così che inizia il numero della valigetta. All’interno ci sono 6.708 banconote da 500 euro. Il padre e il fratello di Roberto Arcuri, Giuseppe e Cesare, nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2005 la trasportavano tranquillamente per il valico di Brogeda quando la Guardia di Finanza di Domodossola durante un normale controllo li scoprì in flagrante. Una valigetta del valore complessivo di 3 milioni 354 mila euro. La tempistica è importante perché il tentativo di trasbordo dei Mercuri avviene il giorno dopo le perquisizioni richieste da Luigi De Magistris nell’ambito dello stesso procedimento penale. La notizia (delle perquisizioni), su cui pende la spada di Damocle della “fuga (della notizia)” - che ne avrebbe compromesso la buona riuscita, secondo gli inquirenti -, pare abbia preso origine dalla comunicazione che il 10 maggio precedente il sostituto procuratore fece al suo capo, Mariano Lombardi, il cui figliastro, Pierpaolo Greco , era socio in affari con Giancarlo Pittelli, avvocato penalista, parlamentare, e altro indagato illustre nel medesimo procedimento. Grazie alla fuga della notizia criminis i familiari di Roberto Mercuri riescono ad organizzare la spedizione dalla cassetta di sicurezza della Banca popolare di Brescia fino al confine, però.
LA RECITA delle società e della valigetta deve essere un vizio tutto calabrese. E, infatti, continua qualche anno più tardi. E sempre con gli stessi personaggi. Si tratta di un sequel. Con l’Eurosviluppo elettrica, costola della Pianimpianti di Mercuri, che è in affari con la Need (altra società conosciuta a Luigi De Magistris per le sue inchieste). E con la valigetta da 21 milioni di euro. Siamo nell’aprile scorso, del 2009, a Thonon les Bains, al confine con la Svizzera, un manager di Eurosviluppo, quella che si è aggiudicato i lavori della costruzione della centrale a turbogas di Scandale, viene sorpreso con una valigetta con titoli per 21 milioni di euro.
Il numero della valigetta, come da consuetudine, segue un rito massonico. A essere coinvolti imprenditori, politici, galoppini e un giudice. Facile capire chi ha indossato i grembiulini, difficile, invece, scoprire chi ha diretto la scena. Sempre che, a fare la valigia, ma per andarsene, non debba essere lo stesso pm, Pierpaolo Bruni.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

signor grimaldi da quando leggo il suo blog....in ogni articolo prendo dei pugni nello stomaco...se avevo una mezza intenzione di ritornare in calabria...dopo quello che leggo non lo farò più...lo so lei non hà colpa..fa il mestiere di giornalita....mi domando di questa notizia - calabria ora diretta da paolo pollchieni 9 cosa dice? ci sono molti intrecci e riconducono all'antonamento di DE MAGISTRIS )CHE SCHIFO LA CALABRIA tanta amata-tanta odiata..grazie.ottimo servizio

calabrese ha detto...

le persone oneste di solito dovrebbero rimanere
al propio posto...da noi in calabria è all'incontrario...le persone oneste in un modo o nell'altro vengono allontanate, ecco perchè le valigie sono sempre pronte....vergogna

Anonimo ha detto...

POTERE E SOLDI---SOLDI E POTERE.......
PUR DI FAR SOLDI ,ALCUNI PERSONAGGI IN CALABRIA ,FAREBBERO DI TUTTO , SE LE PERSONE ONESTE NON VANNO VIA VENGONO MINACCIATI DI MORTE.
LA COSA PIù VERGOGNOSA CHE OLTRE A MINACCIARE LA PERSONA INTERESSATA, GLI SI DICE CHE VENGONO AMMAZZATE ANCHE LE FIGLIE.......PERSONE ONESTE CHE DEVONO ANDAR VIA...LE VALIGIE SEMPRE PRONTE
QUESTA TERRA MALEDETTA ( CALABRIA )

ANTONIO ha detto...

valigie e valigiette...
sono solidale con DE MAGISTRIS , PIERPAOLO BRUNI e anche con PIERANGELO MORONI... non si può minacciare di morte le persone oneste..in CALABRIA c'e chi va in giro con soldi sporchi..nella valigetta.......
chi invece hà la valigia pronta per andar via dalla CALABRIA.

Anonimo ha detto...

gente sporca con denaro sporco, massoneria deviata e qualche magistrato corrotto. Per questo la Calabria è diventata il parco giochi di alcuni farabutti. Mi auguro che con il patere dei loro soldi sporchi non ne escano puliti e che De Magistris non diventi il Don Chisciotte nazionale

gilberto segrate ( milano ) ha detto...

gentilissimo signor grimaldi , complimenti per il suo blog seguito anche a segrate ( milano )siamo dei calabresi emigrati al nord per lavoro..
io ormai ho famiglia, figli, in arrivo un nipotino..che dire..avevo intenzione un giorno di ritornare...ma leggendo i suoi articoli..non vengo più in calabria...cosa dovrei fare di nuovo
le valigie per ritornare a segrate... lei mi hà capito cosa voglio dire..le persone oneste non possono rimanere in calabria..grazie.