26 ottobre 2009

Il Cip6 per gli inceneritori. Battaglia del Codacons per il rimborso



Il Codacons rende noto di aver avviato un'azione legale per la restituzione delle somme pagate dai cittadini nelle bollette elettriche e relative agli incentivi Cip6. “La richiesta di rimborso trova fondamento nella normativa europea – spiega Francesco Di Lieto, vicepresidente dell’Associazione – laddove è previsto che i rifiuti non organici non possano essere incentivati come avviene per le fonti rinnovabili”. Il Cip6 è una delibera del Comitato Interministeriale Prezzi del 1992, con la quale sono stati disposti degli incentivi per l'energia elettrica prodotta attraverso impianti alimentati da fonti rinnovabili ed assimilate. Tuttavia il termine "assimilate" è una stranezza tutta italiana non essendo previsto dalla normativa europea. E così, grazie a quell’aggiunta, incenerire rifiuti viene considerato come utilizzare una fonte rinnovabile. "Ma bruciare spazzatura – afferma Di Lieto – è differente dal produrre energia utilizzando il sole o il vento. Eppure ciò che accade nel nostro paese costituisce una violazione delle norme europee che consentono di ritenere assimilata solo l'energia ricavata dalla parte organica dei rifiuti (gli scarti vegetali)". Il Codacons intende battersi affinché quelle somme (circa il 7 per cento) addebitate nelle bollette di tutti i cittadini siano restituite. "Anche perché quel contributo – prosegue Di Lieto – finisce per rendere conveniente bruciare plastica, legno carta … mentre sarebbe più redditizio ed utile riciclarli. Riteniamo che i cittadini – concludono dal Codacons – abbiano diritto ad ottenere il rimborso di quelle somme servite per incentivare, illegalmente, gli inceneritori".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Finalmente un articolo serio, pacato e non gossipparo come tanti altri che per te sono di denuncia, ma in realtà è spazzatura in tutti i sensi.
Ciò che afferma Di Lieto è pienamente condivisibile infatti , la Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro l'Italia per gli incentivi dati dal governo italiano per produrre energia bruciando rifiuti inorganici considerandoli "fonte rinnovabile". A tal proposito già nel 2003 il Commissario UE per i Trasporti e l'Energia, ha ribadito l'opposizione dell'Unione Europea all'estensione del regime di sovvenzioni europee previsto dalla Direttiva 2001/77 per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili all'incenerimento delle parti non biodegradabili dei rifiuti.
Il fatto che una legge nazionale (v. art. 17, D. Lgs. 29 dicembre 2003, n. 387.) includa, nell'atto di recepimento italiano della Direttiva 2001/77, i rifiuti tra le fonti energetiche ammesse a beneficiare del regime riservato alle fonti rinnovabili, compresi i rifiuti non biodegradabili non elimina l'infrazione alla normativa europea, rendendola invece certa e palese.
Se vuoi rendere un servizio alla gente di tienici informato su questo argomento, e tutte le iniziative conseguenziali.

Pasquino XVI

MICHINO ha detto...

A PASQUINO XVI VUOI ESSERE INFORMATO SU QUESTO ARGOMENTO...ALMENO SEI SERIO UNA VOLTA NELLA TUA VITA..ASSERISCI..( FINALMENTE UN ARTICOLO SERIO.).E GLI ALTRI ? E IL TUO ANONIMATO E' SERIETA' POVERO PASQUINO...