6 ottobre 2009

La scaletta di Zagari

"Scala Zagari" di lato

Inauguriamo con questo post una nuova etichetta: “L’estetica del brutto”. Tale iniziativa non ha la pretesa di accodarsi ai critici d'arte, non ne avremmo le competenze e nemmeno la fantasia, ma solo di coltivare il giudizio estetico con il beneficio della ricezione. Non di tutta la vasta gamma dell’arte, sarebbe troppo laborioso, bensì di una peculiarità del bello: il brutto. O, se volete, del bello al rovescio. Quando abbiamo deciso di intraprendere questo percorso tortuoso, a metà strada fra satira e impressinismo, illuminante si è rivelata la “scaletta” di Piazza Matteotti, tanto che qualche dubbio su quale delle due idee fosse venuta prima, ancora ci assilla. Ad ogni modo, la possibile deduzione, nel caso della primogenitura riconosciuta alla teoria del brutto, o la probabile intuizione, nel caso inverso, dichiarata alla scaletta, combaciano. 
Non ce ne vorrà Franco Zagari, autore del progetto, che tanto ha faticato per difendersi dagli sgarbati giudizi di Vittorio. Sulla vicenda, Laura Caporto, Gup (giudice per le udienze preliminari) del Tribunale di Roma, ha chiuso la diatriba così: quella di Sgarbi era solo “critica”. Ora però, arriviamo al sodo, questo triangolo, ben riconoscibile all’interno del grande orologio solare voluto dallo Zagari, è brutto. Di una bruttezza tale che a buon diritto può vantare per conto suo un'estetica peculiare, per così dire. Tutto si sarebbe potuto costruire in quel posto, trade d’union fra le discese e le salite che si incrociano nella piazza, tranne che una scala a forma di triangolo. E' un pugno nell'occhio, pur se fantasticamente attento alle geometrie urbane. Di più, certo, sarebbe stata una scaletta rettangolare... tuttavia ci accontentiamo di questo risultato. L'artista dice è "che è un segno di identità della città di Catanzaro". Gli artisti sono sempre artisti. Difficile capirli. E, allora, il pensiero vola verso il mistero recondito della finalità e del messaggio che ha voluto trasmettere. Un significato sordo a tutti, salvo che a lui. L'universale non viene nemmeno sfiorato. Quello dell'arte bella, s'intende. E’ talmente brutta che balza agli occhi ancora prima del Cavatore e del monumento dedicato ai Caduti. Un segno di distinzione per rilevanza estetica.
Un capolavoro al rovescio.



"Scala Zagari" davanti


E' uno dei progetti a me più cari, molto discusso a Catanzaro, con passione pro e contro, accolto con buona curiosità dalla critica, fino alla Treccani. Era da quaranta anni, dopo il Viadotto della Fiumarella di Riccardo Morandi, che la città non scommetteva sull'architettura. Dopo questo silenzio la piazza ha liberato un linguaggio che non poteva essere che di rottura, ed è stato un urlo. L'inaugurazione è stata un avvenimento, più di un terzo dei cittadini erano lì, la piazza non si vedeva più. Nessuno ne ha poi parlato, ma la rivalutazione del valore dei palazzi attorno è stata molto rilevante. Solo per questo valeva la pena, anche per un giorno solo. Ma sono passati dieci anni, la piazza è sempre piena di gente, soprattutto di giovani. La piazza è la prima e più forte immagine "interna" di spazio pubblico che Catanzaro dà di sé a chi arrivi da fuori. E' una nuova visione che rilegge come una unità uno spazio che si è formato in più di cento anni, che prima dell'intervento non aveva un suolo, ma un confuso coacervo di asfalto, viabilità e parcheggi, con la folla schiacciata sui marciapiedi, perduta l'austera sobrietà di quando all'inizio del Novecento era Piazza Indipendenza. Di questo spazio mi ha colpito un effetto sinfonico che nel tempo si è spontaneamente prodotto fra le voci delle diverse epoche. Certamente è stato importante ristabilire un orientamento dei principali percorsi e decidere una strategia di comportamenti, di come e dove stare. Ma la suggestione più forte è stata il ritmo dello spazio, la successione dodecafonica di elementi e stili, materiali, luci e ombre. I temi: una passeggiata commenta l'intenso flusso della folla con un disegno cinetico bicromo, in granito nero assoluto d'africa -a righe lucide e fiammate- e travertino. Il giardino primo novecento di fronte al Tribunale viene restaurato e ampliato. Un'altra parte più di risulta è attraversata da linee di energia, le isocrone di un grande orologio solare che è solo una macchina retorica, le linee sono vive più di notte che di giorno e la misura del tempo è gnomonica, ma anche digitale. Vi è infine un punto dove salire, sedersi e vedere le cose dall'alto, è una "scaletta" che finisce nel vuoto, un segno di identità della città con un forte carattere fisiognomico. Un miracolo si fece con il cantiere, riaprendo attività artigianali interrotte, come nel taglio e nella posa della pietra.

6 commenti:

marco ha detto...

"Bello" il testo dell'Architetto Zagari. Decisamente "brutto" quello di Emilio (dalle motivazioni non si capisce perchè la scaletta dovrebbe essere "brutta")
..beh, come a dire che tra il bello ed il brutto è sempre un bel discutere!

Anonimo ha detto...

Siamo onesti, questa scala è un obrobbio (chiamarla scaletta non ne riduce la bruttezza). Che poi Zagari voglia descriverla in modo poetico ci sta, ma gli occhi per vederla li abbiamo.
Tra l'altro, mi pare si accomuni poco al tribunale ed al Cavatore (posti ai due estremi della piazza), che sono di stampo classico.

Domenico E.

http://www.catanzaroinforma.it/pgn/newslettura.php?id=53974 ha detto...

La scala di piazza Matteotti potrebbe essere sostituita con una nuova opera architettonica alla cui ideazione sta lavorando il prof. Franco Zagari che martedì prossimo, 21 maggio, sottoporrà le ipotesi progettuali all’attenzione dell’Amministrazione comunale, degli Ordini professionali, delle associazioni culturali della città. La presentazione delle soluzioni progettuali avverrà nella sala consiliare alle 16,30. In vista dell’appuntamento, il sindaco Sergio Abramo, l’assessore ai lavori pubblici Vincenzo Belmonte e il consigliere delegato all’urbanistica Carlo Nisticò hanno voluto incontrare i consiglieri di maggioranza per un primo confronto sulla questione. Analogo confronto ci sarà lunedì mattina con i gruppi della minoranza.

“Mi aspetto la massima condivisione possibile – ha detto il sindaco Abramo dopo la riunione con i consiglieri di maggioranza – sull’ipotesi progettuale che sostituirà la scala di piazza Matteotti, un elemento architettonico che, al di là della sua valenza, non è mai entrata nel cuore dei catanzaresi. Ringrazio il prof. Zagari per la sensibilità con cui ha accolto la mia richiesta di rivisitare il progetto di completamento di piazza Matteotti, prevedendo una serie di proposte che l’Amministrazione, tenendo conto anche delle osservazioni che potranno venire dalla città, dovrà vagliare, pervenendo alla scelta definitiva”. La sostituzione della scala con altro elemento architettonico non è l’unica novità su cui martedì s’intratterrà il prof. Zagari. Saranno illustrate anche le proposte per realizzare un’ansa pedonale davanti al Cavatore e per caratterizzare l’area ex Standa con pannelli dedicati alle opere del grande Mimmo Rotella. Il sindaco ha espresso soddisfazione per l’andamento dei lavori di riqualificazione di piazza Matteotti e di ricostruzione del muro del San Giovanni, opere che valorizzeranno l’antica Porta di Terra, autentico biglietto da visita della città.

salvatore rotella ha detto...

Il triangolo è per sua natura una forma geometrica egoista pone in alto un punto al di sopra di tutto, è una vipera. le linee sono degli uomini mentre le curve sono di Dio. Demolitela

domenico ha detto...

perchè non portala vicino lo stadio? li avrebbe un senso.
"La scalinata verso la vetta del successo"

Anonimo ha detto...

ma gli amministratori di cz hanno proprio deciso di finire di rovinare questa città? io proporrei di lasciare la piazza libera da ogni "ingombro" visto che gli spazi nel centro sono pochissimi.