Casabona
Casabona, qui Milano. Non è una provocazione. È fantasioso affiancare, infatti, il paesino collinare crotonese, di poco più di due mila anime, con la città più industrializzata d’Italia. Ma c’è un punto dove i due Comuni potrebbero essere somiglianti. I gas. Le polveri sottili. Parola del sindaco, Natale Carvello che ha proposto la costruzione di un inceneritore nel territorio di cui è primo cittadino. Ha paragonato i fumi di un ipotetico termovalorizzatore a Casabona “ad un incrocio nel centro di Milano”. Lui, sì, che ci tiene alla salute dei suoi cittadini. Ha fatto fare un sopralluogo all’impianto di rifiuti ospedalieri presente nel Comune. Ha denunciato la mancanza di una farmacia ben fornita per la sua comunità. E ha evidenziato il disagio di soli due medici di base. Tutto nella stessa seduta consiliare. Un colpo al cerchio e uno alla botte. “L’installazione di un termovalorizzatore è un’opportunità da cogliere e un’occasione di sviluppo e cambiamento per il paese”, ha detto. Problemi di salute? Quando mai. Il sindaco cita addirittura il Politecnico di Milano. Si dimentica di citare altre fonti, come l’Isde, ovvero l’International Society of Doctors for the Environment, un’associazione di medici apartitica, senza scopo di lucro, riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, che accusa le amministrazioni di alterare i dati scientifici che attestano la loro pericolosità, ma il Politecnico. Politecnico dixit. E poi alla botte: farmacia e medici di base. Come se già si stesse preparando all’emergenza. Alla futura emergenza sanitaria della sua comunità.
La notizia è rimbalzata sui giornali, e la rete si sta facendo valere. Sul gruppo del social network più diffuso, facebook, “Casabona Regna”, si sono aperte discussioni sull’argomento. Tutti contrari. E propositivi, pur di non respirare un inceneritore sotto casa. Eccetto qualcuno, come Francesco Capria, figlio dell’assessore al Comune di Casabona, studente fuori sede. Che invita “alla prudenza e all’ammorbidimento dei toni, evidentemente provocatori e strumentali, coloro che con presunzione (ed un filo di pedanteria) affermano perentoriamente l’esclusività delle loro “verità””. Ma di verità ce ne sarebbero molte altre. Come la proposta al Trattamento Meccanico Biologico (TMB) di Santo Curcio, altro studente fuori sede, nell’ambito di una lettera aperta al primo cittadino. “Questa tecnica – scrive - crea in primo luogo una “filiera” legata alla differenziazione dei rifiuti, senza la quale non potrebbe esistere il TMB, con la possibilità di vendita di plastica, vetro e carta alle industrie che ne fanno richiesta, creando cosi molti più posti di lavoro rispetto al personale previsto dal un Termovalorizzatore che non è più di 10 persone”. Ribaltate in due battute le tesi sanitarie e occupazionali del sindaco. “Ma bisogna moderare i toni” suggerisce il figlio dell’assessore. La discussione si stava accendendo troppo, e quindi hanno costituito un gruppo più esplicito: “Noi k l’inceneritore a Casabona non lo vogliamo…!!!”. In soli due giorni ha raggiunto il numero di 260 iscritti. Ma il sindaco non si dà per vinto. Oggi stesso è di nuovo intervenuto sulla questione, in una televisione locale. Non ha risposto all’appello di Curcio, ma ha ribadito la bontà della sua proposta. Evidentemente avrà assistito a qualche dimostrazione di procacciatori d’affari senza scrupoli che vanno in giro per tutta la Calabria con portatili in mano zeppi di slide sui vantaggi, soprattutto economici, all’indirizzo degli enti locali. Solo il due, massimo tre per cento, dell’energia prodotta dall’impianto di termovalorizzazione dei rifiuti. Qualche migliaio di euro, comunque manna per le casse dei Comuni, sempre al verde. Figuriamoci per i conti in rosso di Casabona, che deve all’Akros, la società che si occupa dello smaltimento proprio dei rifiuti, circa 850 mila euro. Il resto alla grancassa della società, amante dell’ambiente e della salute del cittadini.
2 commenti:
LA CAMERA DI COMMERCIO DI CROTONE SULLA QUESTIONE:
La Camera di commercio di Crotone interviene sulla questione del polo di innovazione regionale sulle energie.
“Cogliamo l’occasione dell’individuazione della provincia di Crotone quale polo per le energie rinnovabili, per tornare su un tema che ha visto la Camera di commercio già esprimersi numerose volte e con coerenza – sono le parole del Presidente Fortunato Roberto Salerno – Riteniamo sia necessario spiegare una volta per tutte e con chiarezza l’espressione ‘energie rinnovabili’. Crotone ha già dato tanto dal punto di vista ambientale ed i crotonesi stanno ancora pagando un caro prezzo in termini di tumori e leucemie ormai comprovate che vedono come vittime spesso anche bambini. Lavoriamo tanto per buttare le basi di uno sviluppo turistico ed agroalimentare e poi ci contraddiciamo nel momento in cui parliamo di energia intesa non come ricerca, che tanto bene farebbe al nostro territorio, ma come produzione da fonti inquinanti, anche se è stato ed è molto bello dal punto di vista del linguaggio sentir parlare ingannevolmente di bioproduzioni”.
“Purtroppo questo non è sempre chiaro, come attesta la presa di posizione del sindaco di Casabona Natale Carvello che ha dichiarato la disponibilità del Comune alla realizzazione del termovalorizzatore. Eppure il sindaco stesso, impegnato con successo da anni quale presidente del GAL anche per la promozione dei prodotti tipici di qualità e del biologico, dovrebbe sapere che la realizzazione di un inceneritore sul territorio è una scelta fortemente contrastante con quelle volte a promuovere e valorizzare l’agroalimentare di qualità ed il turismo”.
“Se lo sviluppo di Crotone deve passare anche per l’energia rinnovabile si deve chiarire e confermare che questa produzione di energia deve provenire esclusivamente dal solare, dall’idroelettrico (su cui il territorio ha già una grande esperienza dal momento che proprio l’esistenza della centrale idroelettrica ha dato stimolo alla creazione dell’area industriale) e al massimo sull’eolico. Per questo ultimo settore, tuttavia, è indispensabile limitare l’installazione delle pale solo a ridosso delle colline e non di fronte al mare creando obbrobri e distruggendo i magnifici paesaggi costieri della nostra provincia”.
“Ancora una volta facciamo un richiamo forte alla responsabilità: la parola chiave dell’agire istituzionale, politico, associativo, civile sul nostro territorio da oggi in poi deve essere questa: la responsabilità. Responsabilità non soltanto intesa come rispetto delle regole ma soprattutto come coerenza delle scelte. Tutti siamo favorevoli allo sviluppo ma ad uno sviluppo che sia rispettoso dei cittadini, dei lavoratori e del territorio”.
E se il sindaco fra non molto farebbe fare una tassa( ecopass )per poter attraversare " Casabona"
Prenderebbe esempio della città di Milano ,dove basta pagare la tassa e il veicolo anche se inquina può essere usato.
Casabona conta 3561 abitanti, con una superfice di
68,9 chilometri quadrati per una densità abitativa
di 45,86 abitanti per chilometro...
Signor Sindaco lasci esprimere il parere ai suoi cittadini.
bravo come sempre il giornalista Grimaldi.
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