16 febbraio 2010

Servizio socio sanitario di Catanzaro, valgono bene i pesci

"Lamonica, prodotti ittici". Il distretto sociosanitario è un capannone che si trova alle spalle di questo, nella foto, ancora in uso dalla ditta




Quando ci devi andare fai subito mente locale sul fatto che il concetto di “barriere architettoniche” è troppo astratto. Non basta un’utilitaria per arrivarci dall’incrocio della strada comunale. Ci vuole un fuoristrada a causa delle buche. Quando sei dentro, invece, la puzza di pesce ti entra nelle narici e ti accompagna per tutto il tempo. Ieri una ditta di pulizie ha abusato con il deodorante per smorzarla. In programma c’era per oggi la visita di Maurizio Rocca, direttore sanitario dell’Azienda provinciale di Catanzaro. Volevano fare bella figura. A volte salta anche la fogna. Ma questo è un optional. Esalazioni di pesce misto al profumo di cannella. Al distretto socio sanitario di Catanzaro Lido non si fanno mancare niente.

Settecentonovantaquattromila euro per sei anni. Questo il contratto di affitto che l’Azienda ha stipulato con la ditta Lamonica Ferdinando. “Dopo opportune indagini, mirate alla verifica di immobili pronti all’uso, richieste dal direttore sanitario, - così scriveva il direttore generale, Pietro Morabito nella delibera numero 1088 dell’8 luglio 2009 - si è pervenuto alla determinazione di opzionare due immobili nel quartiere Lido ove allocare rispettivamente i servizi Distrettuali e l’Unità operativa di Neuropsichiatria infantile che ha la necessità di una struttura distaccata allo scopo di garantire una maggiore privacy per le tipologie di pazienti trattati”. Hanno fatto un’indagine, dicono. E hanno individuato un capannone dove fino all’altro giorno la ditta Lamonica ci lavorava il pesce. Tutta la struttura è organizzata per tale scopo. Pareti altissime. Pavimento ondulato per far confluire l’acqua. Finestre inaccessibili. E riscaldamenti inesistenti. Però il responsabile della direzione gestione attività tecniche, Carlo Nisticò, anche consigliere al Comune di Catanzaro, ha espresso la “regolarità tecnica”, dichiarando la disponibilità di destinazione d’uso dell’immobile. Quindi se l’ha assunta lui perché, in realtà, non c’è. È un capannone. Non un edificio abitabile. Ma per i minori, affetti da disabilità, e gli anziani va bene.

Settecentonovantaquattromila euro per sei anni. Una montagna di soldi fluente dai metri quadrati. Ben 1466. Sei euro per il primo biennio. Sette per il secondo. E otto per il terzo. All’azienda sanitaria provinciale hanno un disavanzo di 70 milioni di euro. Uno in più per offrire un servizio “migliore” agli anziani e ai bambini con difficoltà neuromotorie non fa una piega. E nemmeno una voragine in più. Il buco sulla Sanità in Calabria passa anche da questi contratti fatti “dopo opportune indagini”. E senza uno stralcio di bando pubblico.

In programma l’Azienda aveva previsto anche la dislocazione del deposito dei medicinali per tutte le farmacie del distretto. Ma i vertici della distribuzione delle case farmaceutiche al momento non se la sono sentita. Non sono convinti della conveniente

conservazione dei farmaci nel capannone dei pesci. 1466 metri quadrati, quando, allora, ne sarebbero bastati mille, uno in più o uno in meno. All’Azienda avevano bisogno di cambiare sede dal Palazzo di via Doria “perché precaria e inadeguata all’espletamento delle prestazioni”. Almeno quattro gli infortuni capitati ad altrettanti medici per via di una scala, quasi certamente non “a norma”. E l'hanno individuata nell’impero di “Lamonica, prodotti ittici”.

Servizio socio sanitario di Catanzaro, valgono bene i pesci.


4 commenti:

michino ha detto...

Invito il responsabile della direzione gestione attività tecnica, Carlo Nisticò a dirci come ha fatto a dire che questo capannone è a norma,privo di riscaldamento e tutto il resto.....farebbero bene a indagare veramente in Calabria sta succedendo di tutto.
Signor Nisticò dovrebbe andare un pò in giro a vedere veramente come si costruisce, la costruzione deve essere a norma e deve essere costruita per l'uso che se ne deve fare, era meglio che rimaneva tale per l'uso del pesce, vero è che ancora a oggi la puzza persiste.
quanto vi è costato il deodorante ? cosa dicono in merito i responsabili della Sanità Calabrese. ni

francesca ha detto...

egregio emilio questa è la considerazione che in calabria si ha degli anziani e dei disabili che sono considerati pozzi di soldi silenziosi che vergogna. francesca

mariacarmela ha detto...

Complimenti, ha proprio colpito nel segno! il pretesto della somma urgenza è diventato il sistema per ovviare alle procedure di pubblicità e di comparazione che la normativa vigente prevede. E' inaudito che in Calabria si continui solo a predicare eticità e moralità, ci si scaldi per inutili primarie e si dimentica lo stato in cui i cittadini muoiono di sanità.Pretendiamo i controlli, denunciamo le inadempienze le illegittimità i soprusi. Se il silenzio c'è stato è solo per colpa nostra.

luca ha detto...

Signor Grimaldi il signor Carlo Nisticò prima di fare questa scelta scellerata di una struttura non a norma con puzza di pesce.......privo di riscaldamenti, è così che vengono trattate le fasce più deboli in Calabria.
Avrebbe fatto bene a interpellare il Grande Ufficiale di Sellia Marina, basta vedere le sue opere per capire che è un grande realizzatore, e avrebbe realizzato una struttura ad ok anche per gli anziani.