31 marzo 2010

Desy, l'inferno e la speranza

Da sinistra: Antonio Maduri, Maria Pia Furina e Giovambattista Scalise

Desy, come desiderio. Desy, come voglia di vivere. Desy, come voglia di amare. Desy, come essere amata. Desy, come essere stuprata. Desy,come essere salvata dai farmaci. Desy, come alcolizzata. Desy che non vuole più vivere perché vuole suicidarsi. Ma c’è un ma in questo inferno. Una speranza che alla fine del libro viene buttata lì. Come un raggio di sole nella vita di desolazione e sofferenza che gli è stata donata.
Desy è una ragazza normale. Con dei sogni normali. Con dei genitori come tanti. Ma con un’adolescenza violentata e con un destino che sembra accanirsi contro di lei. Il romanzo “Desy”, di Maria Pia Furina, edito da Ursini, è tutto questo.
Il libro è stato presentato oggi a Palazzo Fazzari di Catanzaro. Erano presenti, oltre all’autrice, Giovambattista Scalise, responsabile culturale dell’Accademia dei Bronzi, Vincenzo Belcamino, docente di storia e critico letterario, e Antonio Maduri, docente di Istituti superiori. Ad aprire l’orizzonte entro il quale si dipana il racconto ci ha pensato Scalise. L’universo giovanile del sesso, dello sballo, delle sfide, e dei rapporti con la propria esistenza. A dare, invece, man forte alla critica è stato Belcamino: “E’ un racconto drammatico”, ha detto. “Che mette il dito nella piaga dell’esistenza giovanile”, ha continuato. “Una torre di Babele di emozioni dove si sovrappongono sociologia, psicologia, e religione”, ha spiegato. “Un linguaggio da film. Con delle sequenze temporali simili a quelle delle sceneggiature di oggi”, ha commentato. “Che si legge d’un fiato”, ha affermato. Una descrizione certosina di un inferno, il suo. Ma c’è la speranza. C’è. “Bisogna avere speranza”, così risponde alla protagonista del libro, scritto in prima persona, il ragazzo di cui è innamorata.
Meduri, concludendo, ha rimarcato il filo della speranza nella fede e nel sentimento religioso. Come a volere sottolineare il fatto che, anche se presente alla fine, è come se avesse fatto da garante alla sofferenza di Desy per tutto il volume prima di farsi scoprire soltanto all’ultima pagina.


La copertina del libro

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