È di sera che la “fumata bianca” si espande di più. Dicono intorno alle nove. Quando piove, poi, anche il cielo diventa bianco. Sarà la combinazione chimica. Certo che sì. La puzza è devastante. Le stazioni dei carabinieri sono piene zeppe di denunce presentate dagli operai delle aziende limitrofe. Per inquinamento ambientale. L’albo pretorio del Comune ogni mese viene aggiornato con una nuova ordinanza. Di bonifica, di dotarsi di certificato antincendio, di accesso per smaltire quello che c’è. Che la Procura di Catanzaro di volta in volta annulla d’autorità. È da quattro anni che avanti questa storia.
La fabbrica è la Seteco di Pasquale Leone, che si trova nel territorio di Marcellinara sulla Strada dei due mari. Produceva fertilizzanti. Posta sotto sequestro il 27 novembre 2006, su disposizione della Procura di Catanzaro - perché i rifiuti organici prodotti dalla lavorazione di concimi biologici sarebbero stati sotterrati in una collinetta all’uopo e abusivamente sbancata - è stata di nuovo sequestrata lo scorso 22 gennaio. Non perché il primo provvedimento non fosse arrivato a destinazione ma perché gli è stata poi concessa una proroga di attività per “smaltire” tutto il materiale ivi presente. Tre anni abbondanti non sono stati sufficienti. Come è possibile? Nessuno lo sa.
I Nas ci vanno sempre. Sono tre anni che fanno su e giù. Chiudono e riaprono. L’ultima volta l’hanno chiusa del tutto. Anche il sindaco, Giacomo Scerbo, come il suo predecessore, in qualità di autorità sanitaria locale, sta facendo la sua parte per contestare questo scempio ambientale. “Le ordinanze non si contano più”, ci risponde. “L’ultima è quella di accesso nell'immobile per smaltire il materiale, ma ancora non si sa se lo dobbiamo fare noi o quelli della Procura. La penultima riguarda la bonifica dei luoghi. La stanno ancora valutando. Non gli era arrivata”. “Venga al Comune che c’è un fascicolone”. Già, le carte si ammucchiano. Comprese quelle di annullamento delle ordinanze del primo cittadino. Per motivi di istruttoria, si dice così. Mentre la fabbrica continua ad esalare i suoi veleni.
Quelli che vi lavorano nella zona industriale di Marcellinara ormai ci hanno fatto il naso. Lamentano problemi di respirazione. Ogni tanto vanno dai carabinieri e denunciano. E la Procura non risponde.
“Come mai è possibile che ancora “fuma”, dopo quattro anni dalla chiusura?” Chiediamo. “E’ alle nove di sera che il fumo si alza di più. Venga alle nove. Le ho detto tutto”, ci risponde un impiegato di un’azienda vicina costretto a respirare questa puzza tutto il giorno. “Cosa vuol dire alle nove?” replichiamo. “Vi ho detto tutto”. Ripete. Si allontana e se ne va.
“Che cosa è questa puzza?” chiediamo a un altro. “Non si sa. E’ da tre anni che è sequestrata la fabbrica. Produceva concimi”. “Ma perché fuma?”. “L’altra volta sono venuti pure i vigili del fuoco. Non si riesce proprio a spegnere. Certe volte non si sente nemmeno. Dipende dal vento. Ormai ci siamo abituati”. “Ma non vi da fastidio?” “Certo, siamo andati anche dai carabinieri. Sono tre anni che va avanti questa situazione".
Sembra un ritornello, questo dei tre o quattro anni. Come il fumo che continua a espandere i suoi veleni, scoperti e nascosti. Alla luce del sole.
2 commenti:
COSA DOBBIAMO COMMENTARE SE LE AUTORITA' COMPETENTI FANNO FINTA DI NIENTE.
DALLA SUA DESCRIZIONE ALMENO QUESTA VOLTA NON SI PUO' ACCUSARE I SINDACI CHE HANNO GOVERNATO QUESTO PAESE..LE DENUNCE SONO STATE FATTE.
E' UNA BUONA OCCASIONE CHE IL PRESIDENTE SCOPPELITI SI FACCIA UN GIRETTO INSIEME A WANDA FERRO...NATURALMENTE DOTTOR GRIMALDI DEVONO INDOSSARE LA MASCHERA ANTIGAS..QUELLA CHE DI SOLITO VIENE USATA PER ATTACCARE I POVERI CITTADINI QUANDO MANIFESTANO..QUI NON C'E' BISOGNO DI LANCIARE LACRIMOGENI.......
non vorrei essere pessimista ma fra qualche anno la Calabria non avrà più il problema del voto. Tra navi dei veleni seppellite nelle acque, amianto, acqua all'arsenico e le varie Seteco che improvvisamente alle nove funzionano "da sole"chi esisterà più?. francesca
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