26 dicembre 2010

Il Fornitore e l'Utente. Qui si vende e si compra acqua. Astenersi perditempo

Da story
“Il Fornitore potrà, con preavviso di almeno 30 giorni salve le urgenze, ridurre, sospendere o interrompere la Fornitura, per cause di forza maggiore o per necessità derivanti dalla gestione degli impianti e dalla disponibilità di acqua, o per morosità dell’Utente non sanata entro 30 giorni da apposita diffida, senza che l’Utente possa opporvisi, né ridurre, sospendere o interrompere il pagamento di quanto dovuto, o avanzare pretese, essendo ciò espressamente considerato nell’equilibrio contrattuale”. Articolo 2, comma 3, della convezione tra le parti.
Il Fornitore è la So.Ri.Cal (Società di risorse idriche calabresi). L’Utente è il Comune di Sellia Marina. Il Fornitore è una società mista composta da Veolià, socio privato francese e colosso del business RAI: rifiuti, acqua e inceneritori, e dalla Regione Calabria, che detiene il 53,5 per cento. L’Utente è un Ente locale, responsabile amministrativo della soddisfazione di tutti diritti dei cittadini garantiti dalla Costituzione italiana.
Ebbene, ci sono voluti dieci incontri tra avvocati di qua, della So.Ri.Cal, e di là, del Comune, per addivenire al contenzioso, forte della citazione in giudizio del sindaco al Tribunale di Catanzaro promossa dal Fornitore. “Dieci incontri ufficiali”, evidenzia la delibera consiliare. Dieci incontri per dare alla So.Ri.Cal l’avallo della sospensione del servizio idrico. Del bene primario dell’uomo. Il Comune di Sellia Marina c’è riuscito.
Il debito pregresso, dal 2007 a tutto il 2010, ammonta a 924 mila euro. E la So.Ri.Cal - “che non regala niente a nessuno”, riferisce un attento Giovanni Puccio, procuratore legale del sindaco - pur di avere l’uovo oggi (la metà del debito) che la gallina domani (l’intero ammontare) si è accontentata di 503.877 euro e dispari centesimi. Un successo dell’Amministrazione comunale, secondo il tenore dei giudizi lusinghieri dei componenti della maggioranza. Una tenacia che ha portato l’ente a risparmiare ben 400 mila euro. La convenzione, comprensiva del Piano di rientro, quindi, è presto sottoscritta:
Acconto di € 100.000,00 entro il 28 novembre 2010;
Il debito residuo, pari ad € 403.877,97 in unica soluzione, entro il 31 gennaio 2011”.
Come? In soli 60 giorni il Comune si è impegnato a pagare un debito del quale poco si sa in quanto, secondo le opinioni degli stessi rappresentanti, pare sia dovuto alle perdite della rete intracomunale. Possibile? Per chi, come lo scrivente, ha dei dubbi di interpretazione in proposito, riferiamo il luminare intervento del procuratore del sindaco nella seduta consiliare secondo il resoconto del segretario dell’Ente : “Prende la parola l’Avv. Puccio il quale evidenzia che il debito oggetto di transazione è di circa € 900.000,00, peraltro non accettato, e che grazie alla proficua attività di transazione posta in essere dall’A.C. è stato quasi dimezzato; attualmente l’interesse dell’Ente è quello di dilazionare il pagamento la convenzione, infatti, avrà la durata minima di tre anni; evidenzia che l’Ente ha fatto opposizione ad un decreto ingiuntivo cosa, peraltro, non fatta da molti altri comuni; allo stato è conveniente accettare la convenzione, dando atto che ovviamente la So.Ri.Cal. non regala niente a nessuno, e che la transazione è fatta nell’interesse del Comune”.
Peraltro non accettato. Ma come? Se hanno firmato la convenzione!?!
Dilazionare il pagamento? Sì, in due mesi.
Tre anni? Forse voleva dire tre mesi o, meglio, due. Mentre la durata della fornitura dell’acqua è la stessa della So.Ri.Cal con la Regione Calabria: trenta anni, fino al 2034.
È conveniente accettare la convenzione perché altrimenti l’Ente dovrebbe fare i conti con un verosimile dissesto finanziario e con il conseguente scioglimento del Comune. E a questo, si sa, non vuole arrivare nessuno, quantomeno chi alla poltrona è attaccato.
La So.Ri.Cal non regala niente a nessuno. Vedi sopra.
La transazione è fatta nell’interesse del Comune. No comment.
Ma la radice del problema, la dispersione dell’acqua, è bella bypassata. Anzi no. Nelle cose premesse della delibera consiliare si fa riferimento ad un accordo tra l’ente e la So.Ri.Cal: “Ispezioni lungo il tratto di adduzione che attraversa il territorio comunale, onde riscontrare eventuali anomalie, che, per come sostenuto dall’A.C., potrebbero essere state la causa degli elevati importi fatturati e formalmente contestati dall’ A.C.”. Quando?
Mentre sulla linfa del problema, la potabilità dell’acqua, che secondo il Fornitore viene garantita solo alla consegna, non all’interno della rete comunale, il sindaco si fa estensore di un gradito consiglio di So.Ri.Cal Spa: “Delle fontane, dalle quali poter fare i prelievi per verificare, periodicamente, la potabilità”. Dove?
In poche parole il Comune, per e in rappresentanza di tutti i cittadini, si è impegnato a pagare dei soldi ad una società mista - privata nella mission e nel management - per un bene di tutti che si è perso per strada, cioè nemmeno consumato. Cornuti e mazziati due volte.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

cosa dire ragazzi miei !!

Siamo nella me**da !! Il potere è esercitato da loro , i quali ne fanno uso secondo i loro criteri !!

Le istituzioni , le parti politiche , le forze dell'ordine preposte allla lora sorveglianza e la società selliese dovrebbe protestare e denunciare questa situazione !!

Pubblicate e divulgate queste notizie anche a mezzo i vari quotidiani in modo da fare conoscire ai selliesi la situzione di merda in cui ci stanno mettendo !!

Come fanno a pagre tutti stì soldi in meno di tre mesi ?!?!?!?

Anonimo ha detto...

abbiamo pagato acqua non potabile e continuiamo a pagare acqua non potabile. vorrei sapere i soldi per l'acqua pagata che fine hanno fatto, cioè mi chiedevo li hanno usati per il bene del paese o per ingrassarsi come i porci?

Sapete che l'amministrazione vorrebbe far vincere l'appalto per la spazzatura ad un altro ente "più grosso" per anticipare gli stipendi agli operai della spazzatura perchè l'azienda attuale se non percepisce i soldi dal comune non può pagare gli operai.
In poche parole è stato detto che gli appalti si possono pilotare, proprio come diceva il rappresentate in un post del blog (non ricordo in quale articolo), il sindaco ha illustrato il detto: vince chi vogliamo noi.
In questo paese non siamo tutti fessi e prima di parlare pensate a quello che dite!

Anonimo ha detto...

m se davvero il debito risale al 1981, i firmatari del manifesto (consiglieri comunali dal '95 al 2000), si svegliano solo ora ?
jamma belli, siti tutti i stessi.
perchè non ci parlate, se avete voglia di denunciare pubblicamente, delle ruspe al lavoro sulla spiaggia e del muro sotto la sabbia del jamaika ?
Sono tutte operazioni lecite ? e chi le ha autorizzate ?
recojjitiva tutti