23 gennaio 2011

Il fuoco amico del comandante dei vigili Felice di Pardo

Da sinistra: Rosario Olivo, figlio di Pasquale Pauroso e Carlo Armignacca Da story

Felice di Pardo. Di nome fa Felice, di cognome di Pardo, che vuol dire leopardo, in greco. È il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Catanzaro. Si è insediato nel luglio 2010. Veniva da Teramo, e prima ancora è stato ad Ascoli Piceno. Il Corpo dei vigili lo conosce bene, l’ingegnere. A Catanzaro si trova a suo agio. Se non fosse per il sindacato Usb. Gli sta alle costole. E lui reagisce male. Non sta proprio nella pelle. A Novembre scorso quando i vigili del distaccamento di Sellia Marina hanno denunciato il problema della mensa, del cibo consumato nelle ciotole per l’inspiegabile e mancato rinnovo della convenzione con un ristorante locale, ha urlato: “Tutti a Catanzaro”. E loro hanno obbedito. Da Sellia Marina alla sede centrale del capoluogo. Cinquanta chilometri, andata e ritorno, surplus di benzina, quindi, e giocoforza un vuoto di reperibilità per le emergenze per almeno un’ora nel circondario della cittadina ionica. La cosa stava diventando ridicola. Ed è rientrato. Ha ripristinato il dovuto. Venerdì scorso le sue perfomance hanno superato il limite. Il leopardo che c’è in lui è esploso in tutta la sua virulenza, anche se rimane felice.
Il sindaco di Catanzaro, Rosario Olivo, ha fatto visita ai Vigili. Ad accoglierlo un nutrito gruppo di operatori appartenenti al sindacato di Base. Il primo cittadino ha elogiato il loro lavoro e, nell’apprendere alcune incongruenze riguardanti il servizio prestato, come il mancato ricevimento dei corrispettivi per la frana nel quartiere Janò, si è detto meravigliato e ha promesso di occuparsi in prima persona della questione. Dopo l’assemblea è stato invitato a scoprire una targa, posta all’ingresso del campetto di calcio, a ricordo di Pasquale Pauroso, un vigile che ha prestato servizio a Catanzaro per più di trent’anni. Alla cerimonia era presente anche il figlio di Pauroso. Felice non ha partecipato alla commemorazione. Era lì dalla finestra che osservava tutto. Quando il sindaco si è allontanato. Quando si sono rotte le righe è sceso con passo felpato e sicuro. E’ andato diritto verso la targa e l’ha rimossa. Il gesto, come ovvio, non è piaciuto agli appartenenti all’Usb che, senza peli sulla lingua, hanno commentato: “E' un atto deprecabile, infangante, che un dirigente non avrebbe dovuto proprio fare; avrebbe potuto fare un esposto, avrebbe potuto gridare dalla finestra mentre veniva scoperta dal sindaco, avrebbe potuto spararci addosso, ma (…) ha aspettato che tutti andassimo via”. Si stava profilando uno scontro istituzionale e diplomatico fra i due organi, il Comune e il Corpo dei vigili, perché la cosa si è saputa. Ed è andata anche alle orecchie del primo cittadino. A buttare acqua sul fuoco - è il caso di dire - ci ha pensato il funzionario Pardo che ha diffuso un comunicato stampa in cui sostiene di aver chiarito “l’equivoco” con il sindaco perché in primis “l’assemblea non era stata autorizzata dal Comando”, cioè da lui. E che “in merito alla questione dell'intitolazione del campo di calcetto, di proprietà della Provincia di Catanzaro e solo in locazione a questo Comando, si precisa che l'azione è stata intrapresa con molta superficialità e in modo improvvisato da un gruppo ristretto di persone, di propria iniziativa e senza alcuna autorizzazione in merito, autorizzazione quest'ultima di esclusiva competenza del Dipartimento dei Vigili del Fuoco. Il tutto denota – continua - anche una grave mancanza di rispetto nei confronti del collega scomparso e della propria famiglia. Si confida nella consueta collaborazione, atta ad evitare spiacevoli equivoci ed una informazione distorta che possa coinvolgere il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, soprattutto in relazione all'impegno costante e all'abnegazione dei propri dipendenti che si sono sempre conquistati con gli interventi soccorso e nelle calamità la stima e l'apprezzamento da parte delle popolazioni”. Un gruppetto di persone, sono i vigili del fuoco, i suoi subordinati. Una grave mancanza di rispetto nei confronti del collega scomparso, si riferisce alla targa e alla commemorazione insieme al figlio di Pauroso, però è una grave mancanza di rispetto.
L’appuntamento per spegnere il fuoco amico del comandante è domani, alle ore nove, quando i vigili si recheranno da lui per la restituzione della targa al campetto di calcio. E forse, questa volta, l’acqua non basterà.

3 commenti:

michino caronte ha detto...

lo stolto..........l'aria di Sellia Marina fa questi scherzi.

cordopatre g. ha detto...

se in invece della targa avessero messo una statua,
avrebbe per forza maggiore chiamare aiuto se la voleva spostare, l'aiuto dei vigili del fuoco.
facci sapere gli sviluppi dottor Grimaldi, il sindaco cosa dice.

domenico ha detto...

Credo che il comandante col suo dire tutti a Catanzaro per mangiare, non ha compreso l'utilità delle squadre dei vigili del fuoco, credo che mangiando vicino al proprio comando in caso di necessità oltre a essere reperibili sono già in loco.
cosi facendo in questi momenti di crisi fa lievitare ulteriormente i costi, costi per mezzi e ore per andare fino a Catanzaro a mangiare , non è forse vero che ai vigili qualcosa non è stato pagato?