Alla stazione delle Ferrovie
della Calabria di via Milano a Catanzaro c’è un via vai di “addetti al
movimento in esercizio”. Addetti. Non sono autisti. Non sono meccanici. Solo addetti.
Sono più degli autobus che circolano e di quelli parcheggiati perché non hanno
un autista o perché guasti. A Via Crispi 117, poco lontano, c’è la Direzione di
esercizio. Anche qui gli addetti affollano.
Infine, c’è la Direzione generale, sempre su via Milano, l’Assessorato Trasporti della Regione Calabria. Addetti, sempre addetti. A sentire il direttore generale, Giuseppe Lo Feudo, “sono diminuiti” rispetto al predecessore, a Ernesto Gigliotti. Gli addetti lo venerano. Sarà perché alcune indennità di pertinenza degli operai di “esercizio” le ha trasferite a tutti indistintamente, compreso gli addetti. Sarà. Concorsi pilotati? “No, sono tutte supposizioni”. E le consulenze? “Pensi che sotto la voce “consulenze” nei bilanci vengono conteggiati anche i corsi di formazione”. Nega Lo Feudo. Ma una cosa l’ammette. Anzi due. È parente di Franco Covello, ex senatore e politico di lungo corso della circoscrizione di Cosenza. Dalla Democrazia cristiana a Forza Italia. Alla Margherita. Attualmente sembra abbia raggiunto il porto del Pd. Ma soprattutto ex amministratore unico delle Ferrovie della Calabria. Colui che lo pose ai vertici delle Ferrovie. Una promozione in famiglia. La seconda. Le pasticche dei freni degli autobus. “Una sola volta è capitato!” si giustifica. Sì, si è sganciata dalle ruote mentre stava partendo. Per fortuna. La manutenzione ordinaria e straordinaria dei pullman è in mano ai Fratelli Circosta Srl. “Hanno vinto una gara europea”, tiene a precisare. Era il 2007. “Non io, ma tutto il Consiglio di Amministrazione lo decise”. Morale: sessanta dipendenti in meno. Dove sono andati a finire? “Non li abbiamo licenziati. Alcuni sono andati in pensione. Altri adesso svolgono mansioni diverse”. Ci ha guadagnato la Pubblica Amministrazione? “Certo”. E come? Iniziano i calcoli. E vengono fuori i particolari della gara europea. “Venticinque centesimi di euro per ogni chilometro. La linea gommata ne percorre circa nove milioni all’anno. Due milioni di euro per Circosta, quindi. Solo due milioni a fronte dei due milioni e mezzo per gli operai. Anzi – corregge – ultimamente abbiamo rinegoziato il contratto. Perché la qualità, rispetto a prima, è leggermente diminuita. La ditta adesso si occupa della manutenzione solo degli autobus che hanno meno dieci anni di usura”. Meno chilometri e meno soldi. E chi la fa ai mezzi più vecchi? “Noi”. Sfugge al direttore il senso di appartenenza alle Ferrovie, svendute al miglior offerente. La qualità, prima, non è mai stata in discussione. Sessanta operai sull’altare dei soldi. Gestione Lo Feudo. “Gigliotti non l’avrebbe mai permesso”, confessa un dipendente che vuole rimanere anonimo. “Era severissimo. Diritti e doveri. Non faceva sconti a nessuno. Eppure le cose allora funzionavano”, continua.
OGGI le Ferrovie della Calabria sono in caduta libera. I percorsi ferrati chiudono giorno dopo giorno. San Giovanni in Fiore. Gioia Tauro. Cinquefrondi. Sinopoli. È rimasta solo la tratta Catanzaro – Cosenza. Spezzata, però. Fino a Colosimi dal capoluogo. E a Rogliano da Cosenza. Aumentano le braccia conserte dei dipendenti. E, paradossalmente, anche quelli che non si possono prendere un giorno di ferie senza compromettere il servizio. Come alla Funicolare di Catanzaro. C’è un avviso all’ingresso della Direzione esercizio di via Crispi. Che recita: “Si informa il personale tutto che, dovendo soddisfare necessità di servizio afferenti a specifiche carenze di organico presso la Funicolare di Catanzaro, è data facoltà agli interessati ad acquisire le previste abilitazioni ad a svolgere le mansioni di operatore fta, di farne specifica richiesta, indirizzata allo scrivente ufficio, tramite gerarchico, improrogabilmente entro il 29 febbraio 2012. (…) in mancanza di istanze in tal senso si procederà ad adottare i provvedimenti di mobilità interna per la copertura dei posti vacanti”. Firmato: il direttore generale, Giuseppe Lo Feudo. Bene. Allora, il personale c’è. Va solo traghettato. Dal non lavoro al lavoro. Gli addetti con le mani in mano sono avvisati. Gli stessi addetti Lo Feudo.
Infine, c’è la Direzione generale, sempre su via Milano, l’Assessorato Trasporti della Regione Calabria. Addetti, sempre addetti. A sentire il direttore generale, Giuseppe Lo Feudo, “sono diminuiti” rispetto al predecessore, a Ernesto Gigliotti. Gli addetti lo venerano. Sarà perché alcune indennità di pertinenza degli operai di “esercizio” le ha trasferite a tutti indistintamente, compreso gli addetti. Sarà. Concorsi pilotati? “No, sono tutte supposizioni”. E le consulenze? “Pensi che sotto la voce “consulenze” nei bilanci vengono conteggiati anche i corsi di formazione”. Nega Lo Feudo. Ma una cosa l’ammette. Anzi due. È parente di Franco Covello, ex senatore e politico di lungo corso della circoscrizione di Cosenza. Dalla Democrazia cristiana a Forza Italia. Alla Margherita. Attualmente sembra abbia raggiunto il porto del Pd. Ma soprattutto ex amministratore unico delle Ferrovie della Calabria. Colui che lo pose ai vertici delle Ferrovie. Una promozione in famiglia. La seconda. Le pasticche dei freni degli autobus. “Una sola volta è capitato!” si giustifica. Sì, si è sganciata dalle ruote mentre stava partendo. Per fortuna. La manutenzione ordinaria e straordinaria dei pullman è in mano ai Fratelli Circosta Srl. “Hanno vinto una gara europea”, tiene a precisare. Era il 2007. “Non io, ma tutto il Consiglio di Amministrazione lo decise”. Morale: sessanta dipendenti in meno. Dove sono andati a finire? “Non li abbiamo licenziati. Alcuni sono andati in pensione. Altri adesso svolgono mansioni diverse”. Ci ha guadagnato la Pubblica Amministrazione? “Certo”. E come? Iniziano i calcoli. E vengono fuori i particolari della gara europea. “Venticinque centesimi di euro per ogni chilometro. La linea gommata ne percorre circa nove milioni all’anno. Due milioni di euro per Circosta, quindi. Solo due milioni a fronte dei due milioni e mezzo per gli operai. Anzi – corregge – ultimamente abbiamo rinegoziato il contratto. Perché la qualità, rispetto a prima, è leggermente diminuita. La ditta adesso si occupa della manutenzione solo degli autobus che hanno meno dieci anni di usura”. Meno chilometri e meno soldi. E chi la fa ai mezzi più vecchi? “Noi”. Sfugge al direttore il senso di appartenenza alle Ferrovie, svendute al miglior offerente. La qualità, prima, non è mai stata in discussione. Sessanta operai sull’altare dei soldi. Gestione Lo Feudo. “Gigliotti non l’avrebbe mai permesso”, confessa un dipendente che vuole rimanere anonimo. “Era severissimo. Diritti e doveri. Non faceva sconti a nessuno. Eppure le cose allora funzionavano”, continua.
OGGI le Ferrovie della Calabria sono in caduta libera. I percorsi ferrati chiudono giorno dopo giorno. San Giovanni in Fiore. Gioia Tauro. Cinquefrondi. Sinopoli. È rimasta solo la tratta Catanzaro – Cosenza. Spezzata, però. Fino a Colosimi dal capoluogo. E a Rogliano da Cosenza. Aumentano le braccia conserte dei dipendenti. E, paradossalmente, anche quelli che non si possono prendere un giorno di ferie senza compromettere il servizio. Come alla Funicolare di Catanzaro. C’è un avviso all’ingresso della Direzione esercizio di via Crispi. Che recita: “Si informa il personale tutto che, dovendo soddisfare necessità di servizio afferenti a specifiche carenze di organico presso la Funicolare di Catanzaro, è data facoltà agli interessati ad acquisire le previste abilitazioni ad a svolgere le mansioni di operatore fta, di farne specifica richiesta, indirizzata allo scrivente ufficio, tramite gerarchico, improrogabilmente entro il 29 febbraio 2012. (…) in mancanza di istanze in tal senso si procederà ad adottare i provvedimenti di mobilità interna per la copertura dei posti vacanti”. Firmato: il direttore generale, Giuseppe Lo Feudo. Bene. Allora, il personale c’è. Va solo traghettato. Dal non lavoro al lavoro. Gli addetti con le mani in mano sono avvisati. Gli stessi addetti Lo Feudo.
SUL “BUCO” di 120
milioni è categorico. Non dipende dalle “consulenze”. E nemmeno da Circosta. Lo
esclude. E lo adduce, invece, ai crediti che vantano le Ferrovie nei confronti
dello Stato e della regione Calabria. “L’inflazione. La vera causa del dissesto
finanziario”.
È DELLO SCORSO 23
dicembre il trasferimento definitivo dallo Stato alla Regione dei beni, degli
impianti delle infrastrutture dell’ex gestione commissariale governativa delle
Ferrovie della Calabria. Non si è fatta attendere la dichiarazione dell’assessore
al Bilancio e alla Programmazione, Giacomo Mancini: “Per noi una risorsa”. Lo
Feudo lungimirante, oltre Circosta: “L’intesa rappresenta il primo passo verso
il compimento della regionalizzazione delle aziende ferroviarie”. Dixerunt.
4 commenti:
Mancini, Covello... sempre gli stessi nomi da 40 anni a sta parte.
Ed ecco i risultati
io capisco che un buco da 120 milioni è duro da colmare... ma se anche le forze dell'ordine cominciassero a pagare il biglietto? Ogni mattina mi avveleno nel vederli "usare" gratuitamente la funicolare. Dr grimaldi avrebbe dovuto chiedere a lo feudo del perché di questo privilegio. e non mi dite la solita c@....@ che sono perennemente in servizio!!! PS ma i parcheggi a pagamento da quando? e le forze dell'ordine? anche questo servizio gratis?
il buco e solo per per i lavoratori,
perche quando si tratta di pagare
i debiti soprattutto della manutenzione tra virgelette, se cosi la bobbiamo definire i soldi fanno uno strano giro e chissa dove tornano ,altrimenti non si capisce
perche dobbiamo pagare il costo di una semplice lampadina 100 euro che moltiplicato per il numero di ab ha un costo ......
ma qualquno ha mai quantificato
i lavori a fattura? sicuramente colmeremmo buona parte del buco
l'attuale gestione FdC è una vergogna....
...far morire una azienda storica senza far nulla? una vergogna per tutti i politici calabresi di destra e sinistra!!!Per la crisi di FdC non c'è soluzione. il piano industriale? riduzione dello stipendio per chi lavora davvero e benefici per lavativi e incompetenti....
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