Sergio Abramo insieme Domenico Tallini, Wanda Ferro e Piero Aiello
Occhietto vispo. Sorriso d’ordinanza. Pacca sulle spalle
degli amici e dei nemici. Sergio Abramo sale le scale di Palazzo de Nobili la
mattina presto. Saluta tutti quelli che lo salutano. Bacia tutti quelli che lo
baciano. Non risparmia nessuno. Poi, via. Sale a passo spedito. Nella stanza
del sindaco le carte sono a posto sulla scrivania. I suoi collaboratori lo
seguono a debita distanza.
Non si lasciano scappare nemmeno una smorfia. Lo capiscono al volo. E si comportano di conseguenza. Sorridono o si aggiustano la cravatta all’occorrenza. Sanno come prenderlo. E lui come prendere loro. Gli prospettano le cose da fare. Lui ascolta, attento. Un sussulto. E telefona. Vuole essere sicuro che la cosa da fare sia quella più giusta. Poi s’incazza se quello non gliel’aveva detto. S’incazza. È anni luce più avanti degli altri. Dispone le direttive opportune. E passa al secondo. Un’ora al massimo. Scende. C’è la fila fuori. Chi gli chiede un posto di lavoro. Chi lo sta per perdere. Chi di togliergli una multa. Si gira. Ascolta. Ascolta ed elabora. Ricorda. E passa al contrattacco. Il posto va bene, però. C’è sempre un però per il sindaco. Qualcun altro corre per abbracciarlo. Lo schiva. All’insistenza non sa dire di no. Sorride. Poi a muso duro al portaborse sussurra: “Non me lo fare avvicinare più”. Alle 11 ha appuntamento dal vescovo. Si mette a posto. Anche la coscienza. Bacia l’anello. S’inchina. Ascolta. Ascolta sempre Abramo. È la sua qualità principale. Telefona. Ha fretta di soddisfare subito Sua Eccellenza. Nel giro di un’ora è sistemato tutto. Alle 12 appuntamento dal governatore. Non s’inchina, ma è tutto orecchie. Ascolta ancora. Tuttu a postu. Su Corso Mazzini vogliono offrirgli un caffè. Accetta. Vasa vasa, Abramo. E abbraccia. Pranza. Di pomeriggio nelle sue aziende. È nervoso. La folla di 3mila uomini sotto il suo comando lo esalta. E’ pago. Sul trono c’è solo lui. S’incazza come una belva. Dopo cinque ore di lavoro avverte la stanchezza. Seleziona questa volta chi deve andare da lui. Come gli gira. Lui è lui e gli altri non sono nessuno. Avvocati. Ingegneri. Architetti. Con carte in mano si alternano. Ascolta. Manda a qual paese qualcuno. Ma non lo licenzia. Ha promesso. E le promesse si mantengono. È un uomo d’onore Sergio. All’uscita lo aspettano gli amici degli amici. Detta appunti e corre. Un tizio con i baffi non gli sta simpatico a pelle, gli ricorda l'ex di Palazzo de Nobili. Lo tiene lontano. Cena. Dopocena. La SoRiCal. Si sente un giudice. C’è l’elenco dei Comuni morosi. Lo sbircia. Fa mente locale delle connotazioni politiche ed enogastronomiche dei paesi. Ascolta l’amministratore delegato, l’avvocato e il capo dei capi, l’uomo che l’ha messo lì. E sentenzia. Fa una crocetta sui nomi. Gliela taglia l’acqua. Meno 50 per cento. "Così imparano", biascica. C’è anche Catanzaro. Ha un sussulto. Come può essere? E s’incazza con se stesso. Non demorde. Meno 60 per cento. La notte è brava. C’è qualche candidato da presentare. Un amico. Fa un respiro profondo. E va. Il suo discorso è appassionato. Lavorato. Di uno che ne vede di tutti i colori il giorno. La mattina si sveglia prima del solito. Qualcosa gli frulla in testa. Non sa cosa. Ma si alza. Sale le scale del Palazzo. Lo aspetta il segretario. È alquanto preoccupato. “Siamo senz’acqua!” gli dice. Sobbalza: “Chi è stato?” I suoi occhi sono accerchiati da un’aureola di piacere: “Sono io. Sono solo io che comando!” Risponde con un mansueto: “Lo so”. Chiama chi di dovere e ordina: “L’acqua, la voglio subito!” Nel giro di un’ora i rubinetti iniziano a scorrere. E le agenzie battono la notizia: “Il sindaco di Catanzaro come Gesù: moltiplica l’acqua. S’impone sulla lobby che gestisce la risorsa idrica calabrese e regala l'acqua ai catanzaresi. I cittadini sono entusiasti per l’ennesima prova di umanità e di coraggio del loro sindaco”.
Non si lasciano scappare nemmeno una smorfia. Lo capiscono al volo. E si comportano di conseguenza. Sorridono o si aggiustano la cravatta all’occorrenza. Sanno come prenderlo. E lui come prendere loro. Gli prospettano le cose da fare. Lui ascolta, attento. Un sussulto. E telefona. Vuole essere sicuro che la cosa da fare sia quella più giusta. Poi s’incazza se quello non gliel’aveva detto. S’incazza. È anni luce più avanti degli altri. Dispone le direttive opportune. E passa al secondo. Un’ora al massimo. Scende. C’è la fila fuori. Chi gli chiede un posto di lavoro. Chi lo sta per perdere. Chi di togliergli una multa. Si gira. Ascolta. Ascolta ed elabora. Ricorda. E passa al contrattacco. Il posto va bene, però. C’è sempre un però per il sindaco. Qualcun altro corre per abbracciarlo. Lo schiva. All’insistenza non sa dire di no. Sorride. Poi a muso duro al portaborse sussurra: “Non me lo fare avvicinare più”. Alle 11 ha appuntamento dal vescovo. Si mette a posto. Anche la coscienza. Bacia l’anello. S’inchina. Ascolta. Ascolta sempre Abramo. È la sua qualità principale. Telefona. Ha fretta di soddisfare subito Sua Eccellenza. Nel giro di un’ora è sistemato tutto. Alle 12 appuntamento dal governatore. Non s’inchina, ma è tutto orecchie. Ascolta ancora. Tuttu a postu. Su Corso Mazzini vogliono offrirgli un caffè. Accetta. Vasa vasa, Abramo. E abbraccia. Pranza. Di pomeriggio nelle sue aziende. È nervoso. La folla di 3mila uomini sotto il suo comando lo esalta. E’ pago. Sul trono c’è solo lui. S’incazza come una belva. Dopo cinque ore di lavoro avverte la stanchezza. Seleziona questa volta chi deve andare da lui. Come gli gira. Lui è lui e gli altri non sono nessuno. Avvocati. Ingegneri. Architetti. Con carte in mano si alternano. Ascolta. Manda a qual paese qualcuno. Ma non lo licenzia. Ha promesso. E le promesse si mantengono. È un uomo d’onore Sergio. All’uscita lo aspettano gli amici degli amici. Detta appunti e corre. Un tizio con i baffi non gli sta simpatico a pelle, gli ricorda l'ex di Palazzo de Nobili. Lo tiene lontano. Cena. Dopocena. La SoRiCal. Si sente un giudice. C’è l’elenco dei Comuni morosi. Lo sbircia. Fa mente locale delle connotazioni politiche ed enogastronomiche dei paesi. Ascolta l’amministratore delegato, l’avvocato e il capo dei capi, l’uomo che l’ha messo lì. E sentenzia. Fa una crocetta sui nomi. Gliela taglia l’acqua. Meno 50 per cento. "Così imparano", biascica. C’è anche Catanzaro. Ha un sussulto. Come può essere? E s’incazza con se stesso. Non demorde. Meno 60 per cento. La notte è brava. C’è qualche candidato da presentare. Un amico. Fa un respiro profondo. E va. Il suo discorso è appassionato. Lavorato. Di uno che ne vede di tutti i colori il giorno. La mattina si sveglia prima del solito. Qualcosa gli frulla in testa. Non sa cosa. Ma si alza. Sale le scale del Palazzo. Lo aspetta il segretario. È alquanto preoccupato. “Siamo senz’acqua!” gli dice. Sobbalza: “Chi è stato?” I suoi occhi sono accerchiati da un’aureola di piacere: “Sono io. Sono solo io che comando!” Risponde con un mansueto: “Lo so”. Chiama chi di dovere e ordina: “L’acqua, la voglio subito!” Nel giro di un’ora i rubinetti iniziano a scorrere. E le agenzie battono la notizia: “Il sindaco di Catanzaro come Gesù: moltiplica l’acqua. S’impone sulla lobby che gestisce la risorsa idrica calabrese e regala l'acqua ai catanzaresi. I cittadini sono entusiasti per l’ennesima prova di umanità e di coraggio del loro sindaco”.
Uno, nessuno e centomila Sergio Abramo.
16 commenti:
GRANDE!
Emì quello che hai scritto, se lo legge un veneto, pensa a qualcosa che ha a che fare con la fantasia. Purtroppo, è la realtà che supera la fantasia. Abramo esiste per davvero.........caxxo e vive in Calabria, dove viviamo anche noi.
Complimenti il pezzo è esilarante, spassoso...ma nello stesso tempo drammatico. I catanzaresi avranno la memoria lunga? Nel segreto dell'urna ricorderanno chi è, cosa ha fatto l'ex e futuro sindaco "vasa, vasa"? Secondo me no. Già lo vedo seduto "saldamente" alla sua scrivania a Palazzo De Nobili .... sicuramente per altri due mandati! Sigh
E' iniziato l'attacco denigratorio da parte degli Scalzini... siete sempre i soliti non siete cambiati affatto
INVIDIA?
IL POTERE LOGORA CHI NON C'è L'HA
Abramo vs Scalzo. Scalzo è stato scelto da Luigi de Magistris. Abramo è stato ingiustamente indagato da Luigi de Magistris in Why Not. Luigi de Magistris da mente astuta, oltre che affidarsi nell'indagine su Mastella all'amico del revisore di Mastella si affidò "da super magistrato astuto" ad un commercialista candidato nella lista "Catanzaro per Sergio Abramo" (giusto per aver la garanzia di indipendenza)...
ma non è che qui continuiamo ad essere sotto la kappa astuta del sindaco di Napoli?
Chi sosterrà ora de Magistris?Scalzo o il suo fidato consulente già candidato nella lista per Sergio Abramo...che probabilmente si riproporrà?
E voi che commentate smettetela di ipotizzare l'esistenza di lupi mannari e massoni, quelli ci sono solo nella mente dell'ex pm utili solo a nascondere i suoi mega errori da magistrato che hanno consentito fuga di informazioni.
P.S. non ditelo al pm Rocco Alfano, altrimenti si renderà conto che non fu la massoneria ed i lupi mannari ad affondare Why Not...ma la mente astuta che guidava la barca...
per chi mi cerca Vi scrivo da Clinfton United States...
Pezzo veramente di basso profilo. Non c'è alcun tentativo di analisi dei processi politici reali, ma solo pettegolezzi di paese. Diceva un vecchio di Treviri: "le idee dominanti sono quelle della classe dominante" e quelle del nostro giornalista non si differenziano da quelle di Abramo, Scalzo e gli altri candidati alla poltrona di sindaco di Catanzaro.
Gentile Gian,
lei sicuramente conosce e sa distinguere le analisi e i processi. Io sono un povero ignorante che s'intende solo di storie. Di racconti. Tra i tanti che ho sentito a Catanzaro mi ha colpito la storia di questo illustre cittadino, ben due volte sindaco, onorevole, imprenditore. Un pezzo grosso. Anche presidente della SoRiCal. Ho fatto un sogno l'altra sera. Mi perdoni per averlo reso pubblico. E anche lui. Non sono bravo a fare analisi e nè processi storici o letterari. Scrivo solo storie. Mi sono svegliato tutto sudato e mi sono fatto una bella doccia. A casa mia, sa, l'acqua non è mai mancata. Lei come si lava? Tranquillo, Abramo è così magnanimo che si prenderà cura anche di lei.
Cordialità
non c'e' piu' sordo di chi non vuol sentire e non c'e' piu' cieco di chi si tappa gli occhi per non vedere
come gli struzzi infilate la testa sotto la sabbia per non guardare negi occhi il vstro nemico
dice bene EMILIO
si prendera' cura di voi sicuramente come si e' preso cura degli affari suoi ....con tutto quello che percepisce lui la doccia puo' farla nell'acqua minerale!!VOI NO AL MASSIMO UN BAGNO NEI FANGHI DI CZ LIDO
CHE STOLTI!!
gian, Abramo farà come il canone RAI... se tutti, ma proprio tutti i cittadini dovesero pagarlo... In italia sarebbe guerra civile.... idem per cz, ecco perchè fa il passo indietro.
P.S. Chiedi ad abramo come mai la sorical non chiede quanto avnza dai comuni di cirò, cirò marina, isola e altri? i sindaci decidono quanto dare alla sorical? come mai? Allora la sorical mette abramo per cercare di prendere più soldi in certi comuni facendo da intermediario. Tu voti ancora abramo? IO, non ho mai votato per certi personaggi, meglio morto che precario!!!!!!!!
scusi dott. grimsaldi.. ma come mai le auchan calabresi non è presenti nel sito auchan? Come mai, dato che siamo più poveri abbiamo prezzi uguali o più alti rispetto al nord?
potrebbbe fare un articolo sull'argomento? grazie
scusi dott. grimaldi, mi sono espresso male. volevo sapere come mai in claabria non si trovano le offerte come al nord? siamo poveri ma i prezzi mi sembrano più alti, esclusoo affitto. Come mai attualmente si deve vivere con 2 stipeni?
e tu vai in un supermercato dove costano di meno. guardi i volantini e il goiko è fatto.
per i due stipendi, se uon non vuole strafare conosco parekkie persone che vivovno dignitosamente con un solo stipendio in calabria. il problema e ke tutti ci stiamo abituando male non vogliamo ke ci manki niente se uno cia na cosa io la devo avere pure di questo passo andiamo a finire a un punto di non ritorno.
Votate Abramo..........poverino.....solo lui potra capire tutti i giovani disoccupati ed aiutarli ....sa cos'è la fame i sacrifici e l' adoperarsi per i bisognosi come lui.....dategli un posto........un' altro!!!!
magari andrete a fare insieme a lui la sua prima settimana bianca e godere di tale beneficio..........
consiglierei ad Abramo un corso di dizione se non altro per evitar che col il rinforzo delle T sputi in faccia a qualcuno ahahahah
Catanzaro: Sergio Abramo sarà il candidato del centrodestra
29 febbraio 2012 | Archiviato in CALABRIA,NEWS | Pubblicato da Ilaria Calabrò
http://www.strettoweb.com/2012/02/catanzaro-sergio-abramo-sara-il-candidato-del-centrodestra/24706/
E’ Sergio Abramo e’ il candidato sindaco di Catanzaro del centrodestra. L’ufficializzazione e’ giunta stasera al termine di una riunione interpartitica alla quale ha partecipato anche l’Udc, che nell’Amministrazione uscente era in maggioranza col centrodestra. L’Udc, tuttavia, nell’incontro ha ribadito l’interesse alla costituzione di un’area di centro, cosi’ come rilevato nel comunicato redatto al termine della riunione nel quale si legge, tra l’altro, che i partiti ed i movimenti del centrodestra ”prendono atto delle posizioni espresse nel corso dell’interpartitica dai rappresentanti dell’Udc (il segretario provinciale Salvatore Mazzotta e il segretario cittadino Gianluca Tassone) di essere interessati alla costruzione di un’area di centro alternativa alla sinistra che valutera’ un possibile percorso compatibile con il progetto del centrodestra”. ”I partiti e i movimenti civici che si ricollegano al progetto politico avviato positivamente nel 2010 alla Regione – e’ scritto nel comunicato sottoscritto da Pdl, Udc, Catanzaro da vivere, Scopelliti Presidente per Catanzaro, Alleanza di centro, Democrazia e centralita’, Fiamma tricolore, Pri, Patto cristiano esteso, Azione popolare, Nuovo Psi – convengono sulla necessita’ di confermare, e possibilmente ampliare, l’alleanza che sta ben governando alla Regione, alla Provincia di Catanzaro, in molti Comuni ed Enti. I partiti e i movimenti civici indicano Sergio Abramo quale candidato sindaco in considerazione delle sue riconosciute capacita’ politiche e manageriali, gia’ ampiamente sperimentate nel corso dei suoi precedenti mandati sindacali”. Sergio Abramo, imprenditore, e’ gia’ stato sindaco di Catanzaro per due legislature. Eletto la prima volta nel 1997 e’ stato rieletto nel 2001 risultando il sindaco piu’ votato d’Italia con il 71,4%. Candidato alla presidenza della Regione Calabria nelle regionali del 2005 e’ stato sconfitto da Agazio Loiero ed e’ entrato in Consiglio regionale, lasciando l’incarico di sindaco.
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