17 marzo 2012

L'acqua dell'Alaco? E' solo colorata

Caricatura a cura del blogger

L’acqua dell’Alaco? È solo colorata e torbida. Lo dice la So.Ri.Cal., la società delle risorse idriche calabresi. Mentre i risultati della società Nautilus si limitano ad evidenziare “< 1” per tutto. Dai batteri all’escherichia coli. Un annuncio importante, questo del Comune di Serra San Bruno. Contestuale. 
Sul sito istituzionale si legge e si scaricano. Entrambi i rapporti. All’unisono. Confrontandoli, però, insistono delle tracce. Tracce virtuali che gli informatici non hanno cancellato. Dunque. Il fax della società di Veolià e dell’attuale candidato a sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, arriva all’ufficio comunale alle ore 10 e 47 del giorno fatidico, l’8 marzo. La stringa è inequivocabile. Tuttavia il documento in formato pdf viene creato prima, alle 10 e 44. Misteri del web. Non solo. Consta di tre pagine, ma ne vengono rese pubbliche solo due. Una manca. Lo stesso giorno, quattro minuti prima, alle 10 e 43, invece, il file della Nautilus. Qualcosa non torna. I byte non mentono.
Però è colorata e torbida. Questo l’ammettono, almeno. Il cattivo odore può essere una sensazione. La vista no. Marrone è marrone. Il valore rilevato è “2” rispetto al parametro “s.v.a.” (senza variazioni anomale). Ed è torbida, “0,8” rispetto all’assenza di anomalie. Per il resto è acqua santa. Cristallina. Odore “0”. Sapore “0”. Cloro meno del limite di rivelabilità. Cloruro nella norma. Nitrito meno. E così per tutto il resto.
I serresi ora possono stare più tranquilli. A puzzare sarà sicuramente la ceralacca usata per spedire i risultati.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Leggendo questo articolo in pieno stile Grimaldiano mi viene da fare alcune riflessioni:
1. E' evidente che l'autore del Blog non faccia mistero di avere una certa perplessità circa la scelta strategica della Regione Calabria di affidare il servio di adduzione dell'acqua potabile ad una società mista la cui parte privata è in mano ad una multinazionale francese. E su questo nulla da obiettare. Trattasi di personale e rispettabilissima opinione, che tuttavia, visto che il problema ciclo idrico occupa ampi spazi su questo blog, meriterebbe qualche approfondimento circa il sistema di gestione proposto in alternativa, su che cosa si intende per "bene comune", su come fare per mettere tutti i cittadini di questa regione nelle condizioni di usuffruire equamente di tale bene evitando che gli sprechi di alcune amministrazioni comunali, le quali non hanno mai avuto interesse ad occuparsi del sitema di distribuzione delle reti interne al fine di ridurre i furti e gli sprechi di acqua potabile consci del fatto che in Calabria esiste un principio secondo il quale "alla fine paga sempre pantalone", debbano essere ripianate dalle amministrazioni più virtuose. Se il buon Emilio riscirà a suggerire una forma di gestione in grado di garantire tutto questo non credo che troverà un solo calabrese, ancor meno l'attuale presidente della società, che non sarà felice di liberarsi di questi francesi.
2. Cosa c'entra l'acqua dell'Alaco con l'operazione Ceralacca? Non è che questo articolo abbia quale unico obiettivo quello di gettare fango su una società che, al di là delle opinioni sul modello di gestione di cui al punto precedente, è comunque fatta di di uomini in carne ed ossa che quotidiana garantiscono il servizio di adduzione di acqua potabile spingendosi, spesso, oltre i propri compiti e le proprie mansioni fino a supportare le amministrazioni comunale che non mostrano più alcuno interesse ad occuparsi di acqua e di acquedotti?

Anonimo ha detto...

Concordo con l'anonimo delle 11.30.
Si ha sempre da ridire sulla Sorical quando ci sono decine di amministrazioni comunali che non pagano i debiti per l'acqua che in ogni caso hanno acquistato e che i cittadini hanno utilizzato. La storia che si tira fuori dell'acqua come bene da far amministrare al servizio pubblico si scontra con la realtà calabrese dove le amministrazioni comunali sono sia totalmente incapaci di evitare gli sprechi della distribuzione che di farsi pagare dai cittadini i consumi.

Anonimo ha detto...

ma perchè, voi difensori della sorical, non ci dite quanto questa ditta ha investito nell'adeguare le condotte idriche ?
Siamo sicuri che l'acqua sia consumata dai Comuni e non, invece, persa per strada per la maggior parte causa delle condotte antidiluviane ?

Anonimo ha detto...

Francamente pensare che i comuni paghino l'acqua che la Sorical perde per strada è un pò troppo.
Se esiste un comune che non controlla la quantità di acqua immessa nelle condotte comunali dalla Sorical fatemelo sapere perchè ci sarebbe da ridere. E' chiaro che le perdite sono sia nelle condotte regionali che in quelle comunali; mentre gli allacci abusivi presumo solo in quest'ultime.