Dimitrov Baltov Zdravko
Si riapre il caso Dimitrov Baltov Zdravko, il ragazzo di
origine bulgara deceduto all’ospedale di Catanzaro a soli 13 anni il 16 ottobre
del 2010. Il giudice per le indagini preliminari, Livio Sabatini, ha dato seguito all’opposizione avanzata dalla
madre, difesa dagli avvocati dello Studio legale Granata di Sellia Marina, alla
richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero Gianpaolo Boninsegna il 31 ottobre
scorso. Il prossimo 13 febbraio il gip, sentite le parti, deciderà se rinviare
il fascicolo in Procura per ulteriori indagini o chiudere definitivamente
l’inchiesta.
Un’indagine che sarebbe stata fatta in modo “alquanto superficiale”, a detta della famiglia del piccolo. Non solo, le testimonianze oculari depositate all’Ufficio del giudice, per altro verso mai sollecitate dalla Procura, sconfesserebbero l’operato del personale medico e paramedico del nosocomio Pugliese Ciaccio.
Un’indagine che sarebbe stata fatta in modo “alquanto superficiale”, a detta della famiglia del piccolo. Non solo, le testimonianze oculari depositate all’Ufficio del giudice, per altro verso mai sollecitate dalla Procura, sconfesserebbero l’operato del personale medico e paramedico del nosocomio Pugliese Ciaccio.
Come si ricorderà, il ragazzino
subì due ricoveri in meno di due giorni. Un lasso di tempo che, ad avviso dei
familiari, avrebbe potuto salvargli la vita. E, giustificato, secondo la
cartella clinica posta sottosequestro dalla Magistratura nell’immediatezza dei
fatti, da una “diminuzione di dolore” che sarebbe stato escluso categoricamente,
invece, dal compagno della madre, Antonio
Garrapetta, e da familiari ed amici. Del tempo prezioso che avrebbe consentito
ai sanitari di individuare prontamente la diagnosi di occlusione intestinale e
di intervenire tempestivamente. Uno stato patologico accelerato, ancora, dalla
somministrazione di farmaci “esplicitamente controindicati”, quali i lassativi,
prescritti dall’ospedale al momento del rinvio a domicilio, che avrebbero accelerato
l’infarto intestinale. Particolari “inquietanti”, secondo il racconto dei
legali, che si tingono anche di giallo. La cartella clinica parla di un solo
intervento chirurgico nella sera che precedette il decesso. Secondo, la
testimonianza di Garrapetta sarebbero stati, invece, due. Discrepanze che sollevano
molti dubbi sull’operato dei medici che lo hanno assistito e che aprono uno
spiraglio per “conoscere la verità”. E’ quanto chiede la signora Nadezhda
Blagoeva Baltova, madre di Baltov. Incongruenze corroborate anche dal medico
legale di parte che smentisce la relazione del consulente della
Procura.
7 commenti:
mi auguro che venga fatta giustizia su questa strana morte, i colpevoli devono pagare.
dottor Grimaldi io invece vorrei sapere qualcosa su come e chi è stato a difendere questo caso o a deviare le indagini , se non erro ci sono lati oscuri su un avvocato,leggo con piacere che è lo studio legale Granata a occuparsi dell'opposizione, facile archiviare senza punire .
QUANDO TOCCA AD UN POVERO CRISTO SI CERCA SEMPRE DI ARCHIVIARE
ANCHE SE SECONDO ME IL TERMINE GIUSTO E' INSABBIARE
METTERE A TACERE TUTTO PER COMPIACERE QUALCUNO
PICCOLO ANGELO RIPOSA IN PACE TANTO AL COSPETTO DELLA GIUSTIZIA DIVINA NON POTRANNO ARCHIVIARE
LE FIAMME DELL'INFERNO SI PRENDERANNO CURA DI LORO
possa riposare in pace!
ma tanto ognuno di noi sà che non ci sarà un colpevole e nessuno dei responsabili si farà un solo secondo di carcere
che giustiziaaaaaaaaaaa
si lascia a casa chi stupra e chi uccide e si manda in galera il ladro di polli che vergogna
ma vorrei chiedere ad un giudice...se fosse capitata a lei una cosa di questo genere come si sarebbe comportato?
Speriamo che tra tanti giudici e avvocati corrotti ce ne sia almeno uno che voglia fare giustizia su questo caso...non si può far morire un ragazzino di 13 anni con i suoi sogni,la sua voglia di vivere, non è spazzatura un bambini di 13 anni...è la vita nella sua massima espressione...i mostri devono pagare,ma chi troverà il colpevole se sono tutti dei mostri?...medici, avvocati, giudici...la vera feccia del mondo.
Bimba morta a Locri, il giudice dice no
all'archiviazione: «Processate quei medici»
Sara Sarti aveva appena 4 anni quando è morta a Locri il 23 agosto 2009 in seguito a uno shock settico: i pm avevano chiesto di chiudere il fascicolo contro i sanitari coinvolti, ma è arrivato il parere contrario dando ragione ai legali della famiglia toscana
QUESTA E' LA LEGGE PECCATO CHE SPESSO NON TUTTI I GIUDICI SI IMMEDESIMANO NEL DOLORE DI UNA FAMIGLIA
O FORSE DOVREI PENSARE CHE CI SONO PICCOLI ANGELI DI SERIE A E DI SERIE B?
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